Processo alla Smev per la morte di Mariano Bianchin, Turetta (Cub Vicenza): le morti sul lavoro non sono mai delle fatalità

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Stamattina davanti al tribunale di Vicenza c’era un folto gruppo di manifestanti con un adeguato schieramento delle forze dell’ordine mente iniziava l’udienza del processo BPVi. Soci azzerati finalmente svegliatisi per farsi vedere “interessati” al giudizio del loro micio economico?

No, erano altri a sventolare bandiere, a testimoniare contro un’altra morte e a chiedere giustizia per sostenere i familiari dell’operaio Mariano Bianchin, deceduto nel gennaio 2016 a seguito di un infortunio sul lavoro presso la fabbrica Smev di Bassano del Grappa, nella causa da loro intentata ai dirigenti dell’azienda col relativo processo iniziato oggi.

All’iniziativa promossa dal coordinamento lavoratori Alto Vicentino “Voci Operaie” hanno aderito Cub e Usb Vicenza dando vita a un presidio che, testimoniando la rabbia per la morte di Mariano Bianchin, lo fa per ricordare che sono oltre 600 i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno in Italia mentre mediamente si contano un milione di infortuni: un bollettino di guerra, una “mattanza” quotidiana che non conosce soste ma che che spesso vengono dipinte come  “tragiche fatalità”.

«Le morti sul lavoro non sono mai delle fatalità ma celano sempre delle responsabilità ben precise, lo sfruttamento del capitale, che spesso rimangono impunite»: è questo il lei motivi nell’intervista a Maria Teresa Turetta (Cub Vicenza) che vi proponiamo senza commenti che non siano quelli dell’adesione incondizionata a questa guerra contro l’indifferenza in cui da sempre VicenzaPiu.com è schierata in prima linea.