Divieto bandiera del Veneto allo stadio, si alza il coro di proteste leghiste con Rizzotto, Finco, Boron

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“Mi domando da quale articolo della Costituzione, questa volta, il Governo farà uscire l’illegittimità ad essere “troppo veneta” una bandiera. Da Roma stanno dando schiaffi in faccia ai veneti uno dietro l’altro. Ma hanno sbagliato Regione; vadano a fare i repressivi dove i loro slogan elettorali fanno ancora presa”.

È furibonda stamani la trevigiana Silvia Rizzotto, capogruppo Lista Zaia. Il tema è quanto avvenuto prima del fischio d’inizio della partita di calcio Padova-Sudtirol: niente bandiere col Leone di San Marco dentro allo stadio, nel settore degli ultras.

“Fatti analoghi sono già accaduto in passato, purtroppo. E nel 2017, il Governo centrale ha impugnato la mia proposta di legge regionale (che aveva peraltro trovato già applicazione), con la quale si obbligavano gli uffici pubblici ad esporre il nostro gonfalone; è fatto odierno e ormai quotidiano, le difficoltà che stiamo incontrando nell’ottenere l’attuazione dell’autonomia regionale.

Oggi, ahimè, un’altra triste pagina si aggiunge all’ormai biblico libro di ingiustizie verso la popolazione veneta. Ora riferiscano le autorità competenti e riferiscano i rappresentanti d i Governo, perché per noi la questione non finirà, irrisolta, nel fondo di un cassetto. La bandiera veneta è simbolo di pace, cultura ed identità del nostro popolo e deve poter sventolare allo stadio ed ovunque i veneti si sentano di utilizzarla. Guai a chi la tocca”.

Chiude poi pesante Rizzotto : “A Roma sanno benissimo che il Veneto potrebbe vivere e prosperare indipendentemente, considerando il succulento gettito fiscale che parte da Venezia ed arriva capillare in tutta Italia. E questo fa paura a tanti. Troppi.”


“Quanto accaduto a Padova allo Stadio Euganeo, dove gli addetti alla sicurezza, su indicazione della Questura, hanno impedito l’ingresso di una bandiera di San Marco perché ‘venetista’, è un fatto gravissimo, soprattutto perché viene da un rappresentante dello Stato, il Questore Paolo Fassari, che dovrebbe conoscere la storia della nostra Regione, quella in cui lui svolge il suo ruolo pubblico. Stiamo parlando non del simbolo di un partito o di una corrente politica, ma di una terra, dell’identità di un popolo”.

Lo afferma il Capogruppo della Lega a palazzo Ferro Fini, Nicola Finco, commentando “il sequestro di una bandiera di San Marco allo Stadio Euganeo di Padova da parte delle Forze dell’Ordine durante la partita di calcio Padova – Südtirol di ieri”.

“Il Questore – continua Finco – ha dichiarato che negli stadi possono entrare solo le bandiere delle tifoserie e quella italiana. Mi domando, quindi, come si sarebbe comportato nel caso in cui si fosse trattato della bandiera della pace. Chiedo al Presidente del Consiglio Regionale, Roberto Ciambetti, e alla Giunta regionale del Veneto, di tutelare il nostro simbolo, nonché chiedo le pubbliche scuse del Questore di Padova”.

“Capisco che il dottor Fassari, originario di Catania, non conosca in modo approfondito la nostra storia – sottolinea il consigliere regionale –  ma sono convinto che il sig. Questore dovrebbe mostrare più rispetto per questa terra e per il suo popolo”.

“Per evitare che in futuro si verifichino nuovamente episodi simili –  conclude Nicola Finco – depositerò un Progetto di Legge Statale per l’introduzione del reato di vilipendio alla bandiera regionale, oltre che a quella nazionale”.


“Ci aspettiamo tutti, i veneti in primis, che dai piani alti del Viminale arrivino precise, chiare e soprattutto valide spiegazioni di quanto accaduto ieri allo Stadio Euganeo. Vietare l’ingresso della bandiera di San Marco allo stadio profuma di gravissimo atto di repressione, mascherato da innocuo provvedimento. A questo punto, il fatto si somma a quanto sta non-avvenendo con l’Autonomia. Potrei pensare che a Roma l’Autonomia e le capacità del popolo veneto facciano paura e non poca”. Usa queste parole Fabrizio Boron, consigliere regionale della Lista Zaia, per commentare quanto accaduto prima della partita Padova-Südtirol di domenica 10 novembre , “quando è stato vietato ad un ragazzo di 14 anni di portare all’interno dello Stadio Euganeo la bandiera raffigurante il vessillo di San Marco. Devono anche spiegarci con quale criterio possa essere stata considerata pericolosa l’esposizione della bandiera veneta, durante una partita come quella di ieri. Dato che si parla addirittura di tavoli settimanali per la sicurezza e l’ordine pubblico, riuniti ad hoc per stabilire quali bandiere e striscioni possono entrare alle varie manifestazioni sportive. E poi, infine, ci devono anche dire come giustificano invece tutta la violenza verbale e fisica che viene perpetrata e reiterata ad ogni partita, dentro e fuori dagli stadi». Boron chiude poi con un ringraziamento: “Da Veneto e da consigliere regionale veneto ringrazio tutti i tifosi padovani che ieri in curva hanno posto opposizione a questa decisione esponendo nel loro piccolo una bandiera ‘col Leone’ rimasta dissequestrata; gesto tutt’altro che violento e sovversivo, ma segno invece di cultura ed identità, che per i veneti significa rispetto e pace” .

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