Leggendo gli ultimi articoli riguardante la SPV e in particolare degli attenti controlli effettuati dalla Regione il Comitato Vallugana di Malo si pone delle domande in un comunicato che pubblichiamo di seguito
Dov’era la Regione quando SIS/SPV aveva iniziato i lavori della galleria in Vallugana tramite la strada di San Tomio e noi residenti abbiamo dovuto raccogliere le firme per far fare la pista di cantiere per i camion da cava, le betoniere, i bilici che trasportano il carburante, quelli che trasportano l’esplosivo, quelli che trasportano le centine ecc. che altrimenti transitavano per il centro abitato di San Tomio insieme ai bambini che escono dell’asilo, dalla scuola, agli anziani che vanno a fare la spesa e che si recano all’ufficio postale?
Dov’era la Regione quando chiedevamo di fare un’assemblea pubblica per decidere in merito e non si sono presentati? Regione e Costruttore (SIS/SPV) hanno desertato all’ultimo minuto lasciandoci soli con le nostre richieste e perplessità. Ed è servita una raccolta firme per ottenere una pista di cantiere prescritta dal Ministero dell’Ambiente!
Dov’era la Regione coi suoi organi di controllo quando lo smarino veniva trasportato all’esterno della galleria di notte per oltre tre mesi in perfetta violazione a quanto prescritto dal Ministero dell’Ambiente?
Dov’era la Regione coi suoi organi di controllo quando i camion e le ruspe superavano di vari metri le barriere antirumore (alte 5 metri) perché gli accumuli del materiale di scavo (smarino) venivano accumulati anche per oltre 8 metri rendendo inefficaci le barriere “antirumore”?
Dov’era la Regione coi suoi organi di controllo quando venivano autorizzate le esplosioni notturne nonché di sabato e domenica con la stessa intensità di giorno e di notte impedendoci di fatto di poter riposare nelle nostre abitazioni e costringendoci a intraprendere le vie legali per salvaguardare la nostra salute ma soprattutto il nostro diritto a essere tutelati in tal senso?
Dov’era la Regione coi suoi organi di controllo quando eravamo costretti a ricorrere a misurazioni autonome delle polveri, che ci fornivano dati spaventosi sui quantitativi rilevati e la gente cominciava ad ammalarsi, anche molto seriamente, andando al pronto soccorso per difficoltà respiratorie? Adesso sono arrivate queste presunte centraline dell’Arpav? Dopo due anni abbondanti di lavori di scavo della galleria in Vallugana? Quella centralina che ci viene detto che rileva valori nella “norma” se paragonati a Vicenza, la quarta città più inquinata d’Italia? Una valle incontaminata come la Vallugana che presenta valori di inquinamento costanti così elevati?
Cosa pensa la Regione in proposito? È normale che la qualità della nostra aria sia stata compromessa così tanto? Chiuderanno il traffico come fanno a Vicenza? Il monitoraggio con la centralina ARPAV è durato solo 40 giorni. 40 giorni sono rappresentativi su 2 anni abbondanti di lavori anche considerando i giorni di pioggia e l’arrivo degli idranti?
Visto che il materiale di scavo l’abbiamo già fatto analizzare (sempre autonomamente, ovviamente!) e sappiamo che contiene quantitativi molto elevati di metalli, molto nocivi per la salute, che ci respiriamo in grandi quantità tutti i giorni, l’ultima cosa che ci rimane di conoscere è la natura dei fumi che fuoriescono per ore dalla galleria a seguito delle esplosioni e che rimangono ad aleggiare eternamente nella nostra valle (ahimè in Vallugana è assente il ricircolo di aria…) Di questo la Regione è in grado di fornirci ragguagli? Perché l’odore che permane è acre, irrespirabile e poco rassicurante.
Altra domanda per la Regione: la concessione di variante del cantiere Vallugana il Ministero dell’Ambiente l’ha autorizzata per consentire loro di rispettare il “cronoprogramma” (alla data odierna già disatteso) e in virtù del fatto che, sapendo che la Vallugana non poteva sopportare lavori così invasivi (rif. Studio di Impatto Ambientale) che i disagi arrecati ai residenti sarebbero stato limitati a 20 mesi (fino a settembre 2020). Ora che dalle ultime dichiarazioni ufficiali della Regione la conclusione della galleria si sposterà di qualche anno in avanti, vorremmo sapere se comunque a settembre 2020 il cantiere in Vallugana verrà chiuso oppure no.
La struttura di progetto della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) comunica in una nota quanto segue
Con soddisfazione apprendiamo del provvedimento del GIP del Tribunale di Vicenza che ha autorizza il concessionario a proseguire i lavori in Galleria Naturale – lato Malo.
Il GIP ha aderito alla richiesta di riprendere i lavori nell’area del cantiere della Galleria naturale di Malo di Pedemontana Veneta, dove avvenne l’incidente mortale nel 2016, presentata dalla SPV Spa, ai fini della messa in sicurezza.
Questa decisione è importante non solo per lo sblocco della situazione, ricordiamo ferma dal 2016 sul lato di Malo, ma anche per le affermazioni del perito del Giudice, prof. Genevois, riportate nel provvedimento stesso, che valida in toto il sistema tecnico di ancoraggio proposto, in base alle risultanze delle prove effettuate.
Quindi è sancito che il sistema di ancoraggio (chiodi) che il costruttore ha proposto di impiegare per la messa in sicurezza della galleria è del tutto adeguato.
Si ricorderà che il concessionario, tra il novembre 2018 e l’aprile 2019, ha sviluppato 7 campi di prova per testare direttamente la migliore soluzione di chiodi in acciaio e betoncini e scegliere la più affidabile.
Tra queste, alcune soluzioni non sono risultate soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda i bulloni di ancoraggio, che hanno mostrato una scarsa tenuta, mentre due soluzioni – in particolare – si sono risvelate adeguate. Una di queste ultime è stata scelta dal concessionario, proposta per la prosecuzione dei lavori ed evidenziata nella richiesta di dissequestro, corredata da tutte le idonee certificazioni sui chiodi, sia per la barra che per la testina.
La Struttura di progetto della Regione, che opera l’alta sorveglianza sulla realizzazione dell’opera, valuta molto positivamente che il consulente del GIP abbia riportato nella sua relazione alcune conclusioni che sono in linea con quanto i tecnici ed i collaudatori dell’opera avevano già rappresentato.
Il fatto di oggi segue quello di minore portata che già era stato notificato il 7 novembre, relativo alla riduzione delle aree di sequestro dei depositi di materiale adiacenti al costruendo casello di Malo. In questo caso i consulenti hanno campionato i materiali, prelevati e conservati in altro ambito protetto, permettendo quindi il dissequestro e la ripresa completa dei lavori anche in quella tratta.
Ciò permetterà di procedere più speditamente nel completamento del casello stesso, oggetto della prossima apertura al traffico.