All’on. Pierantonio Zanettin, avvocato, stimato componente della Commissione Giustizia della Camera ed ex componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura che da un anno ospitiamo, vista la sua disponibilità, per parlare di banche e risparmio, chiediamo un parere su quanto sta accadendo nei processi celebrati a Vicenza ed a Treviso per i crac delle popolari venete.
On. Pierantonio Zanettin, sta seguendo gli sviluppi dei processi?
Come socio storico azzerato delle due banche e come parlamentare del territorio sono molto interessato ai due procedimenti penali, che seguo attraverso i media, ed in particolare attraverso il vostro sito.
Che idea si è fatta?
I due processi stanno vivendo dinamiche assai diverse tra loro. Il processo BPVi celebrato avanti il Tribunale di Vicenza sta procedendo a spron battuto ed entro un anno al massimo è attesa la sentenza, in tempo per evitare la prescrizione dei reati.
Il processo di Treviso, per il crac Veneto Banca, ha avuto invece una svolta clamorosa. La pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione per tutti gli indagati, ad eccezione dell’ ex Amministratore Delegato Vincenzo Consoli.
Tutti i commentatori concordano sul fatto che appare impensabile che Consoli possa essere considerato l’unico responsabile di quanto accaduto per cui immagino che una soluzione di questo tipo difficilmente potrà reggere in un giudizio avanti la Corte di Cassazione.
Pochi giorni fa Panorama è uscito con una copertina con la foto di Gianni Zonin ed un titolo assai emblematico: Crac Bancari IMPUNITI. On. Zanettin, dobbiamo davvero rassegnarci a processi che sfociano in una bolla di sapone?
Bisogna essere sinceri e spiegare ad un’opinione pubblica disorientata che la legislazione in materia finanziaria è particolarmente complessa e la risposta non possono essere solo il processo penale o la galera per gli amministratori.
I crac bancari veneti hanno avuto luogo in un contesto di crisi economica e bancaria generale, nella quale non è sempre così agevole chiarire le responsabilità individuali.
La responsabilità penale inoltre è personale e presuppone la coscienza e la volontà di chi agisce, che va accertata caso per caso.
Nel processo contro Gianni Zonin ed i vertici della Banca Popolare di Vicenza si sono costituiti parte civile oltre 8200 soci.
Ma era evidente fin da subito che questi soci non avrebbero ottenuto alcun ristoro economico da quel processo, qualunque fosse l’esito.
Non a caso la politica ha dovuto dare una risposta al loro dramma sul piano normativo, istituendo il Fondo Indennizzo Risparmiatori.
Vuol dire che secondo lei Gianni Zonin finirà assolto, come sostengono alcuni osservatori? Qualche giorno fa VicenzaPiu ha denunciato la lotta impari dei PM con stuoli di avvocati e testimoni timidi.
Non intendevo dire questo.
Non sono assolutamente in grado di sapere se Gianni Zonin finirà assolto o condannato; bisognerebbe conoscere tutte le carte del processo e quindi evito accuratamente di esprimere giudizi affrettati.
L’opinione pubblica deve comunque avere fiducia in quella che sarà la decisione del collegio giudicante, che so composto di magistrati di assoluto valore e grande equilibrio.
Credo che vada sottolineato piuttosto come il nostro tribunale abbia retto benissimo alla prova di questo maxi processo. Alla vigilia dubitavo che ce l’avremmo fatta, tant’è che avevo presentato una interrogazione al Ministro della Giustizia per sollecitare dotazioni informatiche e di personale aggiuntive.
E’ doveroso ora riconoscere ai vertici del tribunale e della procura di Vicenza, che il processo si sta celebrando con assoluta regolarità e corre senza intoppi verso la sua conclusione, evitando la prescrizione dei reati. Questo sarà comunque un successo della nostra comunità.
A proposito: ci sono notizie della commissione parlamentare di inchiesta sulle banche?
La commissione non è mai stata convocata e sembra che se ne siano perse le tracce. La nuova maggioranza giallorossa mi pare distratta da altri temi ed appare intenta a litigare al proprio interno su ILVA e legge di bilancio. E’ un peccato, perché molti degli interrogativi, che lei, direttore, quasi quotidianamente mi pone, potrebbero essere approfonditi in quella sede.
Caro onorevole Zanettin, lo so che lei non può dirlo forte ma mi permetta di interpretare il suo pensiero esponendo il mio.
Non mi meraviglierei se alla base dei rinvii ci fosse il “sistema” intorno a Bankitalia che le inchieste preferisce deviarle su un’Elena Boschi qualunque, con tutto il rispetto per l’ex ministra, come nella precedente commissione, o non farle proprio, come appare dalle sue preoccupazioni per la nuova commissione, per giunta dotata di facoltà molto più ampie.
Ma, se l’obiettivo del sistema Banca d’Italia fosse veramente quello di limitarsi a dare in pasto al “popolo” dei risparmiatori azzerati (e di nuovo azzerabili in futuro se non si cambia… sistema) il brodino di un paio di processi, di cui il secondo fortemente ingiusto contro un manager che ha osato sfidare Bankitalia e le sue manovre per uccidere Veneto Banca e nascondere gli sconquassi della BPVi, la “yes Bank” di via Nazionale, beh, non so cosa faranno gli altri (anzi lo so), ma noi, ne sia sicuro, continueremo a scavare.
Fino a trovare la verità completa o, almeno, una parte chiave. E, se non la troveremo o non ce la faranno trovare, almeno l’avremo cercata.
Sarebbe meno difficile se trovassimo l’aiuto non solo di lei, on. Zanettin, ma di qualche altro parlamentare che abbia il coraggio di venire allo scoperto e rialzasse la schiena per meritarsi la fiducia degli elettori.