Acqua alta a Venezia e Mose, i commenti politici: Bizzotto, Zanoni, Fantò, Conte, Zanettin, Azzalin, Dalla Libera e Barison

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“La drammatica ondata di maltempo che ha investito Venezia, città patrimonio dell’umanità, impone un intervento urgente da parte dell’Europa che, attraverso l’attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo e di tutti i possibili strumenti finanziari straordinari previsti per emergenze di questo tipo, metta velocemente a disposizione tutte le risorse necessarie per aiutare la città e i veneziani. Non c’è un minuto da perdere perché, come ha detto il Governatore del Veneto Luca Zaia, stiamo parlando di una devastazione apocalittica e totale, con l’80% della città di Venezia finita sott’acqua e con danni ingentissimi e incalcolabili al tessuto economico e ad un patrimonio storico, culturale e architettonico unico al mondo”.  Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, che in Europa ha già seguito la mobilitazione del FSUE per l’alluvione in Veneto del 2010 e per la tempesta Vaia del 2018.


Ieri notte in Consiglio Regionale stavamo discutendo la legge di stabilità relativa al Bilancio Regionale 2020 quando verso le 22 l’acqua ha iniziato, per la prima volta nella storia del Consiglio regionale del Veneto, ad allagare l’aula consigliare con il conseguente fuggi fuggi di tutti i consiglieri, assessori, funzionari, addetti al servizio legislativo e tanti altri.

Qualcuno potrebbe pensare che tutto ciò non fosse prevedibile, non è così! I numerosi e precisi bollettini sull’acqua alta e soprattutto  le sirene in azione ci dicevano solo una cosa: evacuare Palazzo Ferro Fini. E invece il Presidente del Consiglio e i rappresentanti della Lega hanno voluto proseguire ad oltranza creando una serie di disagi aggiuntivi comprese le gravi difficoltà degli addetti ai servizi di trasporto via acqua che hanno dovuto azzardare anche manovre pericolose.

Intanto le acque invadevano tutto il piano terra di palazzo Ferro Fini defluendo come un torrente (il rumore era proprio quello) nelle zone più’ basse come la sala mensa, la Sala del Leone, la sala Giunta, le cucine, la guardiola e purtroppo l’aula consigliare: l’aula dell’assemblea legislativa del Veneto.

Andavano sott’acqua tutti gli arredamenti, tappeti, seggiole ed in particolare molti apparecchi elettrici come le prese e i ventilconvettori.

L’alta marea, che ieri ha raggiunto 1,87 centimetri, a Venezia è dovuta tra i tanti fattori anche a quello dei cambiamenti climatici, con l’innalzamento dell’acqua dei mari, dovuta allo scioglimento dei ghiacciai a causa del surriscaldamento globale.

Ironia della sorte l’aula consigliare si è allagata due minuti dopo che la maggioranza Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia aveva bocciato i nostri emendamenti per contrastare i cambiamenti climatici.

Bocciati o respinti gli emendamenti che chiedevano finanziamenti per le fonti rinnovabili, per le colonnine elettriche, per la sostituzione degli autobus a gasolio con altri più efficienti e meno inquinanti, per la rottamazione delle inquinantissime stufe, per finanziare i Patti dei Sindaci per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), per ridurre l’impatto della plastica, ecc.. Tutti emendamenti presentati perché il bilancio di Zaia non contiene alcuna azione concreta per contrastare i cambiamenti climatici.

Non c’è immagine più significativa dell’acqua che allaga l’aula consigliare e fa fuggire i rappresentanti del Popolo veneto, per illustrare tutta l’inconsistenza e la nullità politica dell’attuale misera azione amministrativa di questo governo veneto guidato da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Completa questo quadro deprimente l’assenza, ormai abituale, di Zaia durante i lavori del Consiglio (non si è mai visto né ieri né lunedì) perché intento a darsi arie per la sua nuova proposta di legge sulla bandiera del Veneto. Il capoluogo del Veneto annega nelle acque e Zaia che fa? … pensa alla bandiera col leone del Veneto.

In compenso lo vedremo ancora lottare “pancia a terra” per la “partita” dell’autonomia del Veneto o meglio far finta di lottare perché, se ci riflettiamo, chiedere le 23 materie e dire o “così o niente” è il miglior modo per far fallire ogni intesa per l’autonomia.

Ben sa Zaia che dopo l’area Unesco del Prosecco, le Olimpiadi a Cortina (un governatore tutto “panem et circenses”) gli resta solo l’obiettivo propagandistico dell’autonomia e senza di questa si ritroverebbe senza argomenti e dovrebbe finalmente occuparsi di cambiamenti climatici e sanità, materie che, visti l’impegno e i risultati,  dubitiamo fortemente sia  in grado di affrontare. Perciò chi glielo fa fare di disfarsi dell’ultimo specchietto per le Allodole da usare con troppi distratti e creduloni cittadini veneti?

Gli stessi cittadini veneti che farebbero bene a  pensare ai 7 miliardi di euro  buttati su un Mose oggi ancora non funzionante: non ci resta che piangere. Se gli elettori del Veneto continuano a chiudere gli occhi la Lega di Zaia ci porterà tutti sott’acqua.

Andrea Zanoni consigliere regionale Pd


I socialisti del Veneto si stringono attorno alla città di Venezia e ai suoi cittadini colpiti dal maltempo che ha provocato danni ai beni artistici e architettonici della città.
Ci ritroviamo per l’ennesima volta a contare i danni e a fronteggiare l’emergenza. Ciò è inammissibile.
Serve un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio, è necessario avviare l’iter della legge speciale per Venezia.
Intanto però, i socialisti chiedono che il comune di Venezia sospenda momentaneamente le imposte ai cittadini e alle attività commerciali che hanno subito danni in queste ore.

Luca Fantò Segretario regionale PSI del Veneto


“La situazione a Venezia è drammatica e per questo servono risposte immediate, anche da parte dell’Ue. Per questo, chiedo a Bruxelles di attivare RescEU, il meccanismo di protezione civile europeo istituito proprio per rispondere in maniera rapida a emergenze come quella a Venezia. In secondo luogo, il governo italiano cominci a istruire le pratiche per ottenere il sostegno del Fondo di solidarietà europeo, che, viste le lungaggini burocratiche, potrà tornare utile più avanti. Venezia è un patrimonio dell’umanità. L’Ue dia il suo contributo a salvare vite umane e a far fronte ai danni ingenti causati dal maltempo. Da parte mia sono vicina a Venezia, ai veneziani e a tutte le località del litorale che sono state altrettanto flagellate dal maltempo con danni ingenti che riguardano il territorio, gli esercizi commerciali e, più in generale, gli operatori economici oltre che i cittadini e le loro abitazioni. A loro tutta la mia partecipazione e la mia solidarietà oltre alla mia personale disponibilità a farmi carico per le necessità in ambito europeo”. Lo dice la veneziana Rosanna Conte, eurodeputata della Lega.


Pierantonio Zanettin, deputato di Forza Italia, sottolinea che “dopo l’eccezionale acqua alta
che ieri ha colpito Venezia e Chioggia, con danni gravissimi, tutti invocano interventi decisivi e si torna a parlare del Mose. Il ‘Corriere della Sera’, edizione online, si chiede: ‘perche’ il Mose non funziona?’. Mi permetto di azzardare una risposta – afferma in una nota -: perche’ i

lavori sono sostanzialmente fermi”.

Quando nel 2014 e’ iniziata la procedura commissariale anti corruzione, continua ZANETTIN, “il Mose era completato all’87 per cento. A distanza di cinque anni siamo forse arrivati al 93 per cento. Il Mose potra’ difendere Venezia, ma prima bisogna completarlo. Le risorse necessarie per finire i lavori ci sono”.

Quindi, il deputato azzurro conclude: “A fronte di questo sostanziale blocco dell’opera, si ponga fine con effetto immediato alla procedura di commissariamento voluta da Anac, le cui ragioni sono certamente venute meno, e si nomini un commissario straordinario come avvenuto per il Ponte Morandi di Genova.

Al ministro De Micheli ricordo che a Venezia manca anche il provveditore alle Opere pubbliche,
competente per Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige. Anche la sua nomina aiuterebbe il completamento dell’opera”.

“La costa veneta è stata devastata, ancora una calamità disastrosa a distanza di un anno dall’uragano Vaia. Zaia e la sua Giunta riusciranno a comprendere la gravità dei cambiamenti climatici, vera emergenza regionale? Nel bilancio in corso di approvazione non è stato stanziato neanche un euro, ma la prevenzione non si fa con gli slogan: la Regione deve essere in prima fila, metta subito delle risorse straordinarie anziché limitarsi a chiedere l’intervento di Roma e Bruxelles, altro film già visto”.

Le parole sono del consigliere regionale del Partito Democratico, Graziano Azzalin, che informa “questa mattina ho effettuato un sopralluogo nel Delta del Po, flagellato dal maltempo, e ho trovato un quadro apocalittico: le cavane dei pescatori, appena riparate dall’ultimo fortunale, sono state distrutte dalle mareggiate e dal vento. Il settore ittico, che è il cuore dell’economia di quest’area, rischia di subire un colpo tremendo. Sono eventi di una portata enorme, ma non eccezionali perché si ripetono sempre più spesso”.

“È giusta la decisione di attivare l’Unità di Crisi e chiedere lo stato di calamità, in modo che le attività possano ripartire, rimborsando chi ha subito i danni – osserva l’esponente Dem –  però occorre guardare anche in prospettiva per evitare che simili disastri diventino all’ordine del giorno. Finora è stato fatto poco o niente, pensiamo alle lagune, dove la Regione non investe dai 10 anni e ha azzerato i finanziamenti. Abbiamo un territorio che è quasi completamente sotto il livello del mare e il sistema lagunare, al largo del Delta, è la prima difesa naturale, che dobbiamo saper preservare, ma per farlo serve una manutenzione costante”.

“Ieri ho vissuto in prima persona il dramma di Venezia – prosegue Azzalin – oggi anche il Sindaco Brugnaro dichiara che è una città più sensibile delle altre ai cambiamenti climatici. Gli unici che si ostinano a non capirlo sono Zaia e la sua Maggioranza, che in bilancio hanno bocciato tutte le nostre proposte per contrastare questa enorme emergenza. Adesso chiediamo con forza di riaprire la partita, perché i soldi non ci possono essere solo per le Olimpiadi. E se per farlo servirà più tempo, pazienza”.

“E’ assurdo fare maratone come quella di ieri – conclude Graziano Azzalin – quando sapevamo dell’allerta acqua alta da ore, mettendo anche in pericolo il personale di palazzo Ferro Fini, per il gusto di arrivare primi e lanciare la prossima campagna elettorale del Governatore”.


“Siamo sconvolti. La seduta del Consiglio Regionale che stava lavorando per approvare il Bilancio della Regione, è stata interrotta ieri sera alle 22.30 per la marea che ha invaso tutto e ci ha costretto a salire ai piani alti di palazzo Ferro Fini per trovare scampo dall’acqua alta”.

Ne danno notizia i consiglieri regionali dell’Area civica, Veneti Uniti, Pietro Dalla Libera e Massimiliano Barison, che aggiungono “non è possibile che Venezia, la città che il mondo intero ci invidia per la bellezza e il patrimonio artistico, sia in balia dell’acqua e priva di efficaci difese di fronte a un’emergenza del genere”.

“Sto male se penso ai danni incalcolabili inferti alla nostra meravigliosa Venezia – afferma in particolare il consigliere Barison – le attività commerciali in ginocchio, il gioiello architettonico della Basilica di San Marco, patrimonio mondiale della cultura Unesco dal 1987, allagato di un metro, l’immagine di una città prostrata e impotente. Nonostante siano stati spesi oltre 5 miliardi per il Mose, ci troviamo a dover affrontare danni inestimabili”.

“Ora basta sconti – concludono Massimiliano Barison e Pietro Dalla Libera – passata l’emergenza, pretendiamo con fermezza dal Governo di sapere se e quando entrerà in funzione il Mose, perché è inaccettabile assistere a continui rinvii mentre la città più bella al mondo, patrimonio dell’umanità, affoga nell’acqua causando tragedie umane e danni economici, artistici e di immagine incalcolabili”.

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