Polemiche su Mose e cambiamenti climatici: è scontro politico con Finco, Berti, Fracasso, Bottacin

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“In questi giorni, in cui si dovrebbe solo mostrare un po’ di intelligente rispetto, alcuni esponenti politici, come la ex consigliera regionale Alessandra Moretti e i vertici del M5S, hanno rispolverato un loro vecchio cavallo di battaglia e, per il mancato funzionamento del Mose, stanno attaccando da ore il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, addirittura rispolverando vecchie foto di 15 anni fa, che mostrano Zaia e l’ex Governatore Giancarlo Galan insieme. Peccato che le loro accuse fossero già state smentite dal diretto interessato e anche dai magistrati che hanno completamente escluso il Governatore da ogni responsabilità. Ancora una volta i colleghi, che avrebbero fatto meglio a studiare un po’ la storia giudiziaria della nostra regione, hanno perso una buona occasione per tacere».

Questa la posizione del Capogruppo della Lega a palazzo Ferro Fini, Nicola Finco, in risposta “agli attacchi ingiustificati rivolti al Presidente Zaia sulla gestione del Mose”.

“Ricordiamo ad Alessandra Moretti e al M5S che il Mose è un’opera statale e che la gestione dei costi dipende quindi dal Governo – sottolinea il consigliere regionale – ricordiamo inoltre che, mentre Luca Zaia è stato sollevato anche da ogni sospetto e che, anzi, nelle intercettazioni tra indagati lui fosse definito come un ostacolo alla macchina delle tangenti, perché ha sempre cercato di bloccare questi comportamenti esercitando un ferreo controllo, a finire coinvolti nell’inchiesta sono stati esponenti di Forza Italia e del Partito Democratico. Due nomi su tutti, l’ex sindaco Orsoni e l’ex responsabile amministrativo del PD, Giampietro Marchese, il quale ha confermato il sistema di finanziamenti illeciti relativi al Mose e ha patteggiato 11 mesi di reclusione”.

“Per contro – continua Finco –  tra gli esponenti politici della Lega, non risultano indagati, né arrestati, né tantomeno condannati. La strumentalizzazione politica di una tragedia che Moretti e il Movimento 5 Stelle stanno portando avanti è da sciacalli”.

“Piuttosto – conclude Nicola Finco – vorrei chiedere ad Alessandra Moretti cosa ha fatto lei per il Veneto nei dieci anni di politica in cui ha rivestito ruoli di consigliere regionale, parlamentare ed europarlamentare”.


“Quello che vogliamo è una manovra emendativa da 100 milioni di euro, subito. Somma da poter destinare a tutte le emergenze ambientali che oggi stanno uccidendo i veneti: Pfas, discariche abusive, acque alte, inquinamento record”. È quanto ha chiesto sul tema dell’emergenza a Venezia nel corso della seduta consiliare odierna il Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto Jacopo Berti che ha aggiunto: “La rivista scientifica Nature ci dice che nel 2050 massimo 2100, Venezia, Caorle, Jesolo e tutta l’alta costa adriatica non esisteranno più. Il problema non è solo ambientale, stiamo parlando di sopravvivenza delle persone. Ricordo al presidente Zaia gli investimenti sulla Superstrada Pedemontana Veneta: quando è stato il momento di trovare 330 milioni di euro per salvare i costruttori inadempienti della Pedemontana Veneta, il governatore in un pomeriggio ha istituito una tassa di scopo. Tutto questo per costruire un nastro d’asfalto. Adesso che le persone muoiono, è stata distrutta una città, e Salvini ha chiesto un miliardo di euro al Governo centrale, penso che il Veneto possa fare un decimo di quello che chiede Salvini a Roma, mettendo 100 milioni di euro. Zaia, possiamo mettere un terzo di quello che è stato messo per la Pedemontana in un pomeriggio?”.

Berti ha concluso con un annuncio: “Possiamo dare un segnale concreto, dimostrare che abbiamo capito l’emergenza che sta mettendo in ginocchio il nostro territorio. La gente muore, siamo la regione più inquinata d’Europa, lo dice la scienza, finiremo sott’acqua: invertiamo questo trend e spostiamo questi soldi, che evidentemente ci sono. Apriamo una discussione su questo: si tratta di un’emergenza oggettiva. Mi rivolgo ai Capigruppo di maggioranza, al Presidente Ciambetti, se c’è la volontà di fare questo per i veneti, noi siamo qui per farlo, ma se dobbiamo rimanere qui dentro per farci bocciare tutti i nostri emendamenti come successo fino all’alluvione, annuncio che il Movimento 5 Stelle non continuerà a far parte di questa discussione”.


“Il Veneto deve essere alla testa delle Regioni che affrontano il tema dei cambiamenti climatici senza pregiudizi, perché ha dimostrato di essere più vulnerabile delle altre. Bisogna assolutamente contrastare riscaldamento globale e aumento anidride carbonica. Siamo disponibili a ritirare tutti gli emendamenti se la Giunta ci propone una manovra su sicurezza del territorio e contrasto ai cambiamenti climatici con un importo a sette zeri”.

È quanto ha detto il Capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso, nel corso del suo intervento oggi in Aula nel corso della sessione di bilancio prima di esporre, insieme agli altri Consiglieri, un cartello in segno di protesta con la scritta “‘Rabbia alta’ e la mappa elaborata dall’organizzazione Climate Central in cui si evidenzia lo stato delle coste venete al 2050, in buona parte sommerse, se non verranno presi seri provvedimenti di contrasto ai cambiamenti climatici”.

Il Capogruppo Fracasso, inoltre, è intervenuto brevemente sulla polemica relativa al Mose: “L’indignazione di Zaia è irricevibile: cosa ha fatto in due mandati il Presidente della Regione affinché si accelerassero i lavori? Quali iniziative ha intrapreso nei confronti del Governo? Il giudizio sulla sua azione è politico, non giudiziario. E non può essere che negativo”.


“La situazione è molto più complessa e grave di quanto non si pensi: l’emergenza non è per nulla finita, anzi stiamo per affrontare una nuova fase drammatica”. L’assessore Gianpaolo Bottacin intervenendo in aula nel corso del dibattito sulla manovra finanziaria 2020 della regione Veneto ha fatto il punto della situazione “sull’evoluzione degli scenari metereologici tutt’altro che rassicuranti in questo fine settimana”.

L’assessore, commentando il dibattito in corso nel Consiglio regionale ha parlato di “film surreale, in cui qualcuno racconta che la Lega ha bocciato tutti gli emendamenti per affossare la lotta ai cambiamenti climatici: affermare che la Giunta non ha stanziato fondi in materia ambientale è totalmente falso, come è falso, e i numeri lo stanno a dimostrare, che ci siamo disimpegnati dalla difesa del territorio. Ho detto, e ripeto, sui cambiamenti climatici la Giunta regionale negli ultimi tre anni la Regione ha investito 965 milioni di euro, 710 milioni nel 2017 e nel 2018 più 255 milioni quest’anno, quindi quasi un miliardo di euro” Bottacin poi ha ricostruito quanto accaduto in questi giorni: “L’unità di crisi per l’emergenza in realtà era stata resa operativa sin da giovedì della settimana scorsa perché le previsioni metereologiche delineavano scenari pericolosi non solo per Venezia ma per l’intero territorio veneto”. Entrando poi nel merito di quanto accaduto a Venezia il 12 novembre “rammento a tutti che solo alle 21.45 le previsioni hanno iniziato a segnalare una punta di marea eccezionale, aggravata poi da venti di forza inusitata. Prima di quell’evoluzione imprevista, in precedenza si era sempre ipotizzato il tetto di 145 cm, ondata indubbiamente elevata ma gestibile. Detto questo, sicuramente Venezia è stata ferita ma con essa anche l’intero litorale adriatico fino al Polesine, ma anche il territorio e soprattutto gli ambiti montani hanno vissuto momenti drammatici”.

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