Il sindaco Luigi Brugnaro è intervenuto questo pomeriggio al seminario “Eugenio Miozzi, l’ingegnere del ‘900 a Venezia”, che si è tenuto in occasione del 40esimo anniversario dalla sua scomparsa nell’aula magna dell’Ateneo Veneto in campo San Fantin. L’incontro, moderato dallo scrittore e giornalista Alberto Toso Fei e promosso dall’Ordine, la Fondazione e dal Collegio degli Ingegneri della Provincia di Venezia, è stato aperto dai contributi tra gli altri di Mariano Carraro e Maurizio Pozzato, rispettivamente presidenti dell’Ordine e del Collegio degli Ingegneri di Venezia e di un rappresentante dell’Ateneo Veneto.
Tra le tante opere di rilievo realizzate a Venezia dall’ingegnere Eugenio Miozzi ci sono il Ponte della Libertà e il Ponte degli Scalzi, oltre che quello dell’Accademia e i Tre Ponti. La sua “firma” portano anche l’autorimessa di Piazzale Roma e i palazzi del Cinema e del Casinò al Lido.
“Dovremmo ascoltare con più rispetto tecnici e ingegneri – ha dichiarato il sindaco Brugnaro – dando loro maggiore spazio e potere decisionale. La storia dell’ingegner Miozzi è stata una storia di ponti, dibattendo sui grandi temi di cui si discute purtroppo ancora oggi senza arrivare a soluzioni. Per questo chiedo agli ingegneri di tutto il mondo di portare il loro contributo per la difesa e la salvaguardia di Venezia per i prossimi cento anni, senza ragionare solo su base emergenziale. In questa direzione va la mia richiesta all’Onu di aprire un’Agenzia internazionale per lo studio dei cambiamenti climatici e la salvaguardia dell’ambiente, perché se salviamo Venezia salveremo il mondo. Qui stiamo toccando con mano le conseguenze di problemi globali. Tutti temi su cui Miozzi – ha continuato il primo cittadino – ha fornito il suo contributo dimostrando grande coraggio. Al tempo vennero realizzate opere importantissime in tempi brevi, dimostrazione che le troppe ‘incompiute’ di oggi sono causate da un dibattito continuo che non si arresta mai. E’ giusto esprimere la propria opinione, ma non mettere continuamente in discussione i progetti, perché altrimenti si blocca tutto. Ripartiamo dalla tecnica e dalla matematica – ha concluso – La nostra è stata una generazione che ha avuto troppa paura di sbagliare, ripartiamo dal coraggio e dalla passione di Miozzi”.
Il primo approfondimento del seminario è stato curato dal nipote di Miozzi Davide Croff, con il suo ricordo “Mio nonno: l’ingegnere delle grandi visioni”, seguito dall’intervento dell’ingegnere Marco Baldin “Eugenio Miozzi: la vita e le opere”. Sono seguite poi le proiezioni del video “Il genio dei ponti”, curato dal regista Tiziano Biasioli, e di filmati storici dell’Istituto Luce, nonché la relazione di Gianluca Pasqualon, dell’Ordine Ingegneri Venezia, intitolata “Eugenio Miozzi: il coraggio delle scelte innovative”. Guido Zucconi, docente dell’Università Iuav, ha dialogato con Clemens Kusch, professionista, su “La Venezia di Eugenio Miozzi” prima di una tavola rotonda che ha coinvolto il filosofo, ed ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il vicepresidente del Consiglio Nazionale Ingegneri Gianni Massa, la docente Iuav Maura Manzelle e Roberto Scibilia, dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia.
Ingegnere capo emerito del Comune di Venezia, uomo di grande cultura, tecnico innovatore, Eugenio Miozzi fu pioniere dell’impiego del calcestruzzo. Contribuì così allo sviluppo e al progresso delle costruzioni stradali, guadagnandosi la fama di abile costruttore di ponti. Innovatore, perfezionò il metodo di autocompressione delle volte di Eugéne Freyssinet e, per primo in Italia, sperimentò la pretensione del ferro nelle strutture in cemento armato. A Venezia appena quarantenne, assunse la direzione dell’Ufficio tecnico comunale, che resse per oltre 20 anni. “Eugenio Miozzi fu un convinto assertore della valenza sociale della professione di ingegnere, che onorò come uomo, come professionista e come amministratore pubblico”, si legge nella sua biografia.