Mercato del lavoro nel vicentino, Marina Bergamin (Cgil): “stiamo timidamente uscendo dalla crisi ma aumentano le difficoltà per i lavoratori sul piano personale, familiare e sociale”

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Veneto Lavoro ha recentemente fornito gli ultimi dati sul mercato del lavoro che consentono di fare un’analisi dell’intero 2017, suddiviso anche per Centri per l’Impiego, ovvero per le zone di Arzignano, Bassano, Lonigo, Thiene-Schio, Valdagno e Vicenza. In sintesi: il mercato del lavoro ha ripreso a muoversi, lo confermano sia le assunzioni che le cessazioni, in tutte le 6 zone della provincia di Vicenza; si conferma minoritario il numero dei contratti a tempo indeterminato; ancora notevole il numero di disoccupati iscritti presso i Centri per l’impiego. Necessario un cambio di passo. Responsabilità di tutti.

Premessa: i numeri sotto riportati non si riferiscono a persone ma a contratti registrati: le persone che possono aver avuto anche più contratti nel corso dell’anno.

I dati di tutte sei zone del vicentino confermano un trend ormai molto chiaro, già visto nei trimestri precedenti:

Il mercato del lavoro ha ripreso a muoversi. A livello provinciale il numero dei contratti stipulati è superiore del 17% rispetto a quelli del 2016 (con Valdagno al +23%, Bassano + 22%, Arzignano +21%, Thiene-Schio + 17%, Vicenza + 12,8%, Lonigo + 12,6%).
Sono più uomini (68.995) che donne (53.830), ovviamente più italiani (91.790) che stranieri (31.040).
Il saldo provinciale tra assunzioni (122.825) e cessazioni (116.795) è positivo per 6.030 unità ed è buono in tutte le zone.
Purtroppo si consolidano i contratti a termine: solo il 13% delle assunzioni è a tempo indeterminato (14,5% a Vicenza, 14% a Bassano). Va ricordato che queste assunzioni sono senza art.18, ma con tutela crescente, ovvero con il solo risarcimento economico in caso di licenziamento ingiustificato.
La somma tra tempo determinato e lavoro somministrato arriva all’81%.
Resta ad un mediocre 6% il contratto di apprendistato.
Molti ancora i part-time (31%) e il lavoro a chiamata.
Stabile il lavoro parasubordinato, alto il numero dei tirocini extracurricolari (9.540).

Considerevoli anche le cessazioni, dovute in larga parte al fine termine dei contratti a tempo determinato (78.035 pari al 67% del totale), in crescita le dimissioni (21% del totale: segno che i dipendenti hanno ripreso a ‘cambiare lavoro’), mentre i licenziamenti individuali e collettivi rappresentano solo il 5,5% delle causali.
Dimissioni, pensionamenti e decessi sono stazionari.

Lo stock dei disoccupati immediatamente disponibili al lavoro, a Vicenza, in data 30.9.2017 era 44.825 (di cui 15.380 a Vicenza e dintorni) di cui almeno 16.635 in lista da più di due anni.

Commento: dai dati si evince che stiamo timidamente uscendo dalla crisi ma che aumentano i lavoratori in possibili difficoltà (part-time involontario, contratti a scadenza…) con conseguenze sul piano personale, familiare e sociale.
Come Cgil riteniamo che questa strada sia ingiusta e pericolosa. Un buon lavoro (buone produzioni e buoni servizi) si ha solo con buoni lavoratori: motivati, formati, fidelizzati. Investimenti, ricerca e innovazione, formazione continua sono fondamentali anche per la nostra provincia.
Questa è una sfida che deve vedere impegnati tutti: sindacato, imprese, Istituzioni.

Marina Bergamin, Responsabile dipartimento mercato del lavoro Cgil Vicenza