Achille Variati perde solo se vince Francesco… Rucco o Di Bartolo. O se si riconverte alla discontinuità Otello Dalla Rosa

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In molti dicono, anche dentro le mura di palazzo Trissino, che Achille Variati abbia perso la testa da quando il sindaco da lui designato, Jacopo Bulgarini d?Elci, ha perso ignominiosamente le primarie ?con? Giacomo Possamai, l?amico suo e di Angelo Guzzo ergo del Pd in do minore del sindaco uscente, e ?contro? Otello Dalla Rosa, il propugnatore della discontinuità col potere decennale del sindaco democristo, che tanto ha detto ogni altro giorno, poco ha fatto di quello che aveva promesso, molto ha dato a chi da lui o Lia Sartori questo si aspettava e quasi tutto ha tolto a Vicenza, dalla Fiera ?delocalizzata? a Rimini alla dignità dei soci BPVi sacrificata sull?altare della compiacente cecità sua e dei suoi alfieri di fronte all’operato di Gianni Zonin & c.

Ma dopo l?iniziale sbandamento post primarie, evidenziato anche dal niet delle sue stesse truppe al Fondo immobiliare di Investire sgr, il prode Achille in due mosse ha provato a far capirem, a chi di lui teme anche l’ombra, che lui ancora ci sarebbe.

Dopo aver ammiccato alla scelta sartoriana, a casa di Silvio Berlusconi, come candidato di Forza Italia e Lega (ex) Nord di Mantovani, da lui prescelto come membro del cda di Ipab di Vicenza, ruolo per la cui designazione il candidato di centro destra aveva sottoscritto il programma politico della giunta di centrosinistra, Variati ha piazzato alla segreteria cittadina dei resti del Partito Democratico, quella che compilerà la lista dem per le amminsitrative, il suo fidatissimo Federico Formisano, che, solo pochi mesi fa, aveva sentenziato la fine prematura della candidatura di Otello Dalla Rosa che aveva osato dare sei meno al sindaco uscente inneggiando coraggiosamente, lui subito uscito dal Psi dopo il crac craxiano, alla discontinuità.

Discontinuità ora affossata, anche grazie alla mediazione (diktat?) di Formisano, a sinistra dal dem-guzzo-variatiano Possamai, che frena Coalizione Civica, ora in rotta verso i 5 Stelle, e strizza l’occhio ai catto-Udc di Guarda, Cavazza e Pecori, e a destra dal pupillo di Achille, Bulgarini, che è ricordato a sinistra per aver detto “non posso di certo essere definito proprio io di simpatie di centro sinistra” e che ha ricordato come sia finita la sua stagione di impegno nell’amministrazione “diretta”, facendo supporre, per contrasto, una sua predestinazione a un ruolo “indiretto”, che so, in qualche museo o para museo, nella prossima amministrazione, se sarà vincente il centro sinistra.

Bocciata la discontinuità sia da Mantovani sia dalla gabbia messa intorno a Dalla Rosa, che ha vinto le primarie dichiarando di voler innovare da sinistra, tornano i dubbi sullo smarrito senno, politico, di Variati la cui vanità di voler sopravvivere a se stesso sarà di sicuro attaccata, nel segno della discontinuità anche verso la sua contiguità con i residui poteri forti locali, da Francesco Rucco, espressione delle civiche di centro destra e di FdI AN, ribelli contro le vecchie spartizioni a tavolino di Forza ItaliaLega Nord, e da Francesco Di Bartolo, che da pentastellato, sia pure tardivamente convertito, si ciba di discontinuità a tutto tondo.

Facile, a questo punto, prevedere che saranno i due Francesco a battere il non più sempiterno Achille Variati, predicando il loro verbo agli uccelli vicentini che vorranno riscoprire il piacere di volare verso il futuro…

Otello Dalla Rosa, partito con i favori del pronostico per la sintesi plastica di modernità e esperienza che rappresentava, non vuole che Vicenza torni a dieci anni fa?

Si liberi allora rapidamente, tanto più dopo la disfatta del centro sinistra alle politiche, della sua gabbia, di latta, dorata. 

Ci lasci dentro gli alleati di oggi, che lo hanno insultato a primarie concluse, e voli, libero, con alleati sinceri alla rincorsa degli uccelli in fuga.

Ora o mai più.