Sicurezza stradale, Guadagnini (SV): “Una miniriforma del Codice per contrastare la strage di ciclisti”

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“Altri paesi europei lo hanno già fatto: l’Italia si conformi e detti nuove regole per porre fine alla strage di ciclisti sulle nostre strade”. Così il Consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, alla quale hanno partecipato i rappresentanti dell’A.I.M.A.N.C, l’Associazione Italiana Magistrati Avvocati Notai Ciclisti che nel corso dell’Assemblea generale tenutasi a Urbino lo scorso 14 settembre hanno sottolineato la gravità del fenomeno e formulato una serie di proposte.

Il Vicepresidente A.I.M.A.N.C., Francesco Bellin, di Bassano del Grappa, in particolare, ha illustrato la proposta di modificare due articoli del Codice della Strada, ovvero il n. 149, che disciplina la distanza di sicurezza tra veicoli, inserendo il comma 2-bis, per affermare che durante la marcia i veicoli devono mantenere una distanza laterale dai ciclisti di almeno 1,5 metri; e il n. 182, che regola la circolazione dei velocipedi: in questo caso verrebbe modificato il comma 1, consentendo i maniera chiara ai ciclisti di poter procedere affiancati in numero non superiore a due. E tutto ciò sulla scorta di esperienze già messe in atto in Giappone, in Spagna, nei paesi del Nord Europa e in Australia, laddove è prevista una linea di sosta al semaforo davanti a quella degli automobilisti destinata a favorire i ciclisti:

“Paesi nei quali la sensibilità nei confronti dell’utente debole della strada appare maggiore rispetto all’Italia – ha puntualizzato il Consigliere Guadagnini che ha aggiunto – i dati Istat confermano che nel 2017 ci sono stati 17.521 incidenti, di cui 254 mortali, e anche se nel 2018 il dato appare in calo, rimane comunque un valore allarmante. La legislazione attuale va aggiornata: in Parlamento giace una proposta di legge finalizzata a una mini-riforma del Codice della Strada in questo senso, ma al momento non viene affrontata, ed è grave perché si parla di tutelare gli appassionati di ciclismo, numerosissimi lungo le nostre strade, e in particolare i minori, e di incentivare una modalità di fruizione della strada destinata ad incrementare una forma di turismo come quello a due ruote. I ciclisti devono essere tutelati, anche con nuove regole, chiare e non ambigue, analoghe a quelle in vigore negli altri paesi europei”.

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