Preghiera dell’Alpino senza le armi, Gianni Padrin: tanto chi ha distrutto l’Italia o la Grecia o… le nostre banche non ne ha avuto bisogno!

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Gentile direttore, ho letto molte lettere pubblicate da Il Giornale di Vicenza, alcune giuste, ma la maggior parte sembrano scritte da arrampicatori sugli specchi. Pur di benedire le armi all’interno di una preghiera, tirano per la collottola citazioni che centrano come i cavoli a merenda, o peggio citando frasi perfino dell’Antico Testamento.

Ricordo che la Bibbia antica è una serie di libri storici, pseudofilosofici e pseudo religiosi “ambientati” e poi scritti nel millennio P.C. (post Christum dopo Cristo), dove non c’era tanta mentalità di pace, di accordi internazionali, di riflessione, di filosofia della vita o di genialità diplomatica.

In realtà neanche oggi, quando “l’ignorare” sembra lo sport più in voga. Oggi che avremo la possibilità di essere migliori dei baluba o dei Neanderthal, invece abbiamo menti scarse, e ricercatori di far guerre o meglio ancora di farle fare agli altri, pur di vendere le vecchie armi obsolete con tangenti che girano come i bruscolini all’insegna di una guerra che tira l’altra. Neanche a far apposta il giorno del Santo Natale la prima lettura in chiesa a Lerino “..come sono belle le notizie dei messaggeri che portano notizie di Pace…” toh… ma parlano di Pace, non di sangue e guerre!

Consiglio di studiare molta Storia con la S maiuscola e ripassare molto bene anche il Nuovo Testamento, dove c’è scritto molto bene che le armi NON sono ne benedette da nessuno, né auspicate come mezzo per fare pace, né come strumento di progressione sociale, né che portino regali e benefici a tutti se non ai venditori di armi o ai pochi vincitori, che non hanno mai messo piede in battaglia e mai lo metteranno. Manderanno come sempre il solito popolame che ignora a buttar vita e sangue, indorando il “pillolone” con frasi mirabolanti, dette da papa-re o da re che fanno finta di essere in contatto con Dio, o da frasi che abbiamo sentito nel ventennio fascista di Mussolini, finite nei libri di marketing o usate dal ministro della propaganda nazista di Hitler. Oppure manderanno droni con bombe “intelligenti”, talmente intelligenti che di solito fanno stragi di civili.

La frase latina “Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum(..dunque, chi aspira  alla pace, prepari la guerra) di Vegezio, bisogna anch’essa considerarla sotto vari aspetti, quello storico (IV° secolo a.C., tempus di guerre una dietro l’altra fra Romano-Latini e tutti quelli attorno), quello politico, di opportunità, di pressioni di altri personaggetti, fra i quali ed in special modo le “strane voglie” dei venditori di armi, sempre pronti a comprare militari e politicanti sempre numerosi e determinati ad innalzare il loro “basso salario”, mentre i veri politici vorranno ben altro.

Ricordo che i nostri Padri della Patria, ancora con le pezze al culo e le scarpe con i buchi, hanno scritto nella Costituzione: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa… Ricordo che Gesù Cristo contestava parecchie robe dei “padri ebrei”, in particolare l’ipocrisia dei Sepolcri imbiancati dei Farisei e degli Zeloti, sempre in attività con il pugnale sotto il vestito, come Barabba. Gesù e Giovanni erano Esseni, che ripudiavano armi e guerra, e l’unica cosa che Cristo fece di “violento” fu rovesciare e scaraventare a terra i banchi degli “imbrattatori” di falsi metodi per onorare il tempio.

La mia seconda lettera al direttore (del GdV, ndr), scritta ormai 20 anni fa, contestava proprio l’esistenza dei cappellani militari e la lettera fu molto apprezzata. Cornelio Nepote di Ostiglia scrisse “Paritur pax bello”, cioè “la Pace si ottiene con la guerra”, mentre l’avvocato Cicerone, suo buon conoscente “Si pace frui volums, bellum gerendum”, cioè “Se vogliamo godere della Pace, bisogna fare la guerra”. Saranno stati tanto intelligenti e famosi per altro, ma qui si sono dimostrati autentici cialtroni, a dir poco; ma sappiamo quali erano le loro intenzioni e come volevano ottenerle.

Ricordo che sul portone d’ingresso della fabbrica nazista di munizioni DWM c’era proprio scritto quella frase tanto poco Natalizia e di Pace, da cui nacque la cartuccia parabellum (Prepara la guerra, ndr), che è ben nota con le tante “sorelle” per aver distribuito milioni di fiori, color rosso sangue… sulle bare dei morti e feriti da loro provocate.

Rockefeller sul letto di morte disse di morire contento perché non c’era stata guerra in quel secolo o in quello precedente, che lui o i suoi figli non avessero voluto. Aggiungo che ci sono personaggetti politicanti che hanno il ruolo di aizzatori dell’Odio, e questo è evidente che lo fanno perché, magari con la corona in mano o il presepio davanti, sono pagati con rubli russo-nazi, aiutati da pseudo giornalisti divulgatori, anche loro sempre più presenti a sparlare degli altri in tutte le trasmissioni per popolame.

Durante la prima guerra mondiale i soldati si andavano ad ammazzare, con dietro la schiena le mitragliatrici puntate contro chi non voleva farsi ammazzare dalle mitragliatrici e dai mortai nemici, nonostante il cordiale e grappe in quantità… Detto in napoletano “pè fàmme mejio capì, ma a vuia, sevvulite fà tanto o bel suldatino, apperchè nun ciannate avvuia in guerra?!” (per farmi meglio capire, ma voi, se volete fare tanto il bel soldatino, perché non ci andate voi in guerra?!).

Non mi sembra che anche il maestro dei migliori canti dei nostri monti, Bepi de Marzi o altri compositori o Giulio Bedeschi o Mario Rigoni Stern, abbiano parlato bene delle armi, eppure anche loro erano alpini o imbevuti di “alpinismo patrio”.

Mi è piaciuta molto la lettera di Sergio Serafin che “gli alpini d’oggi non toccano le armi dai tempi della naja e non difendono i confini italici, mentre giustamente si dedicano a molti compiti pacifici… ora hanno altri strumenti per chiedere la benedizione… quindi la frase delle armi è anacronistica e sarebbe bene sostituirla…” con una più pacifica e realistica.

Chi ha distrutto l’Italia e l’ha ridotta in questi termini o chi ha voluto distruggere la Grecia o vuol distruggere la Libia o l’Argentina o qualche paese povero, per ciucciargli il sangue, non ha avuto bisogno di armi, come è stato per chi ha voluto distruggere le nostre banche per poi regalarle a un euro…!

Il video “Ho ho spezzato il mio fucile” di Alberto Trevisan chiarisce tante cose. Anche il Bonaparte Napoleon usò la frase di Vegezio, invertendo i termini della locuzione… infatti non voleva alucna pace e fece un milione di morti nelle sue varie battaglie idiote per la Libertè, Egalitè e Fraternitè… E invece si ottengono i fiori dal letame (De Andrè).

Gianni Padrin, Alpino dell’8° 83 Feltre, truffato degli sbanchieri, avvelenato da acquedotti ai Pfas & c…