Dopo la prima, a volte contraddittoria, deposizione di Antonio Sica, ispettore di Banca d’Italia (video in copertina), con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia e in aula B invece che C, inizialmente indisponibile, è toccato, poi, nella ritrovata aula C semivuota del cosiddetto mega processo BPVi all’altro ispettore Vincenzo Cantarella (video a seguire) “balbettare”, dietro un’apparente sicurezza, improbabili certezze sul buon operato di Via Nazionale davanti al collegio giudicante (presidente Deborah De Stefano, giudici latere Elena Garbo e Camilla Amedoro) e all’accusa (pm Gianni Pipeschi).
Come, poi, sarà chiaro anche con Alberto Mossetti, ex responsabile del Controllo (?) di gestione della fu Banca Popolare di Vicenza (di seguito il video), tutti sapevano tutto ma nessuno se ne rendeva conto: “una cosa è sapere cosa ognuno faceva (di sbagliato sottintendeva ma anche no tra baciate e quant’altro l’ex dirigente, ndr), di fatto piccola cosa rispetto all’universo banca, altra è avere coscienza della materialità della sommatoria dei singoli comportamenti, evidente e dirompente solo dal 2015 in poi“.
Gli avvocati, soprattutto quelli indigeni, degli imputati, guidati dallo sguardo soddisfatto di Enrico Ambrosetti che, rivolto a Zonin, gli sussurrava “tutto bene oggi“, sorridevano alla fine di quel ripetuto “tutti sapevano ma nessuno capiva… (da via Nazionale a Roma a via Btg Framarin a Vicenza)“, assolutorio per loro, ma una condanna ripetuta per chi, i soci, nella serietà dei controllati e nell’efficienza dei controllori aveva risposto così tanta fiducia da perdere tutto.
Vedete i nostri video delle tre deposizioni e controllate se la nostra estrema sintesi è condivisibile..
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