Camera vuota anche sul tema banche, uno spettacolo sconfortante: l’on Zanettin motiva, giustifica e perdona ma… non troppo

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Camera dei deputati semi vuota
Camera dei deputati semi vuota

Oggi sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo di Goffredo Buccini dal titolo  “si parla delle banche del sud, la Camera è vuota; uno spettacolo sconfortante”. Vicenzapiu ha individuato , tra i pochi deputati presenti, seduto in prima fila  l’On. Pierantonio Zanettin, il decano dei parlamentari vicentini.

Lo abbiamo intervistato per capire il motivo della sua presenza, che in questa occasione ha salvato “l’onore” della rappresentanza parlamentare della nostra provincia.

Zanettin interviene alla Camera sul Fir (Fondo indennizzo risparmiatori)
Zanettin interviene alla Camera sul Fir (Fondo indennizzo risparmiatori)

On. Zanettin, ci spiega innanzitutto la sua presenza nell’aula semivuota?

Molto semplice, la seduta era convocata con all’ordine del giorno la discussione generale sul decreto legge sulla Banca Popolare di Bari. Peraltro VicenzaPiu.com ha pubblicato il testo integrale del mio intervento, che ha avuto luogo lunedì scorso.

Ho parlato della Banca Popolare di Bari, ma anche delle Popolari venete.

L’articolo del Corriere della Sera sulla Camera vuota ha stigmatizzato per l’ennesima volta lo spettacolo sconfortante dell’Aula di Montecitorio  vuota in occasione di un importante dibattito politico.

Siamo di fronte all’ennesimo articolo che fomenta l’antipolitica e il populismo.

Mi stupisco che un quotidiano serio come il Corriere della Sera si sia prestato a questa polemica di stampo “grillino”. In realtà il  lunedì pomeriggio alla Camera hanno tradizionalmente luogo le discussioni generali dei provvedimenti, che saranno votati nei giorni successivi.

Non c’è nulla da stupirsi se sono presenti solo i parlamentari che sono iscritti a parlare sul provvedimento.

Come noto al vostro quotidiano, io mi occupo di banche ed ero presente a quella discussione proprio perché intendevo fare il mio intervento in aula. A me capita spesso di essere presente il lunedì pomeriggio perché intervengo spesso in discussione generale.

Ma non ha alcun senso additare al pubblico disdoro gli assenti

Se mi consente onorevole Zanettin, molti suoi colleghi parlamentari paiono non onorare il ruolo che rivestono, tra assenteismo e carenze culturali impietosamente registrate nei filmati delle “Iene”.

Come spesso accade fa notizia ed audience solo il peggio. A me talvolta è capitato di essere intervistato appunto dalle “Iene”. Credo di aver risposto decorosamente alle loro domande e così non sono mai stato mandato in onda.

In realtà come in tutti gli  ambienti, ci sono soggetti non all’altezza del ruolo che rivestono, forse oggi  più che in passato, ma anche tante persone impegnate a dare il meglio di sé per risolvere qualche problema del paese.

Ma  è giusto percepire il compenso  senza essere presenti in aula e senza dare un minimo di contributo legislativo?

Come credo sia noto solo una parte della indennità parlamentare è fissa, mentre una parte significativa di essa varia notevolmente in relazione alla presenza in aula alle votazioni e in commissione.

Peraltro  l’attività e  l’operatività di ciascun parlamentare è monitorata ormai in ogni dettaglio. Basta consultare il sito della Camera dei Deputati o Openpolis.

I cittadini possono così giudicare come si comportano in Parlamento i loro rappresentanti e verificare se hanno meritato la loro fiducia.

Tutto giusto quanto osserva l’on. vicentino, che di certo non ha problemi di assenteismo, ma proprio dai dati di Openpolis emerge uno spaccato, di fatto sottinteso dallo stesso Zanettin, di assenteisti: se poi lo siano per pigrizia, minor competenza e, quindi, capacità propositiva del passato o per lo svuotamento di fatto dei poteri delle due Camere con governi che da tempo legiferano a base di decreti e voti di fiducia, per giunta con tempi dilatati dai perenni conflitti all’interno delle maggioranze che si susseguono, è tutto da valutare.

“Lo stallo parlamentare dell’attuale fase politica emerge anche analizzando la produzione legislativa dell’aula. Al 22 gennaio sono stati solamente 4 i voti finali in parlamento: 2 su decreti in scadenza (il decreto Alitalia e il decreto sul sistema creditizio del mezzogiorno) e 2 su ratifiche di trattati internazionali…”: parola di Openpolis.