Prescrizione, Zanettin, Forza Italia e gli… Orazi e Curiazi

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Zanettin, Zuin, Morrone e la prescrizione
Zanettin, Zuin, Morrone e la prescrizione

Forza Italia ha lanciato una mobilitazione nazionale contro il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Oggi presso la sede regionale di Padova ha avuto luogo una conferenza stampa presieduta dal coordinatore regionale on. Michele Zuin, cui hanno presenziato come relatori l’on. Pierantonio Zanettin e l’avv. Gianni Morrone, presidente della Camera Penale di Padova.

Vicenzapiu ha chiesto all’avv. Pierantonio Zanettin, deputato vicentino, di cui è noto il costante impegno sui temi della giustizia, di riassumere i termini della battaglia politica che si è svolta questa settimana alla Camera dei Deputati.

Martedì scorso – ci ha risposto il parlamentare – è giunta in aula la proposta, a prima firma dell’on. Enrico Costa, che prevedeva la sospensione del blocco della prescrizione, introdotto dalla riforma Bonafede ed entrato in vigore il 1 gennaio di quest’anno. Il provvedimento era in quota opposizione, ma il governo lo ha rinviato in Commissione.

La maggioranza poteva ovviamente bocciare il provvedimento, se non lo condivideva, assumendone la responsabilità politica. Il rinvio in commissione costituisce invece un vulnus democratico alle prerogative dell’opposizione, che ci ha indignato.

Ora cosa intendete fare?

Naturalmente proseguirà la nostra azione nelle sedi parlamentari, ma contemporaneamente inizieremo una mobilitazione della pubblica opinione, mediante conferenze stampa a livello locale, incontri con le categorie economiche e gazebo. Se il governo rimanesse sordo ai nostri richiami, è nostra intenzione anche iniziare una raccolta firme per un referendum abrogativo.

Oggi alla vostra conferenza stampa era presente anche l‘avv. Gianni Morrone Presidente della Camera penale di Padova; l’avvocatura quindi è a vostro fianco.

Ringrazio ancora l’avv. Morrone per aver accettato il nostro invito ed avere pubblicamente, nella nostra sede di partito, sostenuto le ragioni del garantismo giuridico.

L’intera avvocatura è schierata contro il blocco della prescrizione, così come tutta l’accademia italiana.

Martedì scorso in una sala adiacente al palazzo di Montecitorio, proprio in concomitanza del dibattito parlamentare, decine di professori universitari di diritto penale e procedura penale, di tutti gli orientamenti politici, sono intervenuti a sostegno della nostra battaglia.

Larga parte della magistratura si dichiara allarmata per le conseguenze di questa riforma, che si abbatte su Corti di Appello, già in sofferenza.

Lo stesso Presidente della Cassazione oggi, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha invocato correttivi, altrimenti anche la Suprema Corte si troverà in difficoltà.

Ma il ministro Bonafede ha promesso che a breve ci sarà una riforma del processo che consentirà di diminuire i tempi dei processi.

L’entrata in vigore del blocco della prescrizione era stata ritardata per un anno proprio perché il ministro Bonafede aveva promesso di varare nel frattempo la sua “riforma epocale”, ma guarda caso di questa riforma si sono perse le tracce. A questo punto sarebbe stato doveroso rinviare anche il blocco della prescrizione, come disponeva la nostra proposta di legge.

Che l’Italia sia il Paese delle mille riforme e contro riforme… monche, caro on. Zanettin, non è un fatto di oggi, ma, in questo siamo d’accordo con lei, affrontare il problema della prescrizione senza un quadro generale della riforma globale della giustizia, normativo e operativo, è folle.

E, per esperienza diretta di chi il tribunale lo frequenta spesso da “imputato” per reati di… libertà di stampa o da cronista del processo BPV, vedere

  • la giustizia amministrata, per carenza di giudici, da una numerosità abnorme di Got in un edificio nuovo come quello di Vicenza ma costruito forzando le norme, con impianti (dagli ascensori alle macchinette del caffè) malfunzionanti e con la struttura già “ammalorata”
  • certe decisioni, ad esempio quelle sui pignoramenti di cui ci omaggia, ogni altro giorno, la Donazzan, pur se anche lei condannata civilmente per lite temeraria, gestite da ufficiali giudiziari gentilissimi ma, per loro stessa ammissione, analfabeti di informatica
  • organici reali ridotti al minimo con procuratori capo reggenti mentre si svolgono processi come quello sulla BPVi e sui Pfas e giudici in frequente spostamento da una sede all’altra
  • più di tre mesi per certificare un cambio di direttore responsabile e altrettanto tempo per non avere una risposta a un’istanza che non carichi solo sul cronista il peso di fornire un servizio pubblico a chi vuol vedere il processo BPVi senza filtri di parte

… bene, anzi male, vedere tutto questo e molto di più rende quasi comica la discussione pro o contro la prescrizione. Perché in Italia, quella che è prescritta da tempo è la progettualità che parte dal buon senso.

Ma, evidentemente, impegnarsi a investire per far ripartire a velocità ragionevoli la macchina giudiziaria rafforzando gli organici con magistrati formati o da formare e con personale ausiliario al passo con i tempi che operino in strutture adeguate e funzionali fa meno audience delle disfide Tv tra gli Orazi e i Curiazi per determinare chi vincerà tra il ripristino della prescrizione (per gli avversari sinonimo di impunità) e per la sua cancellazione (per gli avversari il “fine processo mai”) dopo la sentenza di primo grado.

Se, bisogna dirlo, con le attuali norme sulla fine prescrizione non arriveranno, comunque, a processo il 70% dei casi, che continueranno, però, a rallentare l’amministrazione giudiziaria e che si prescriveranno prima del “debutto” in aula, l’unica certezza in questo quadro, che vincano gli Orazi romani contro i Curiazi di Albalonga, è che la sola norma pro o contro la prescrizione nulla cambierà nei grandi numeri e nella sostanza della Giustizia.

Amen?