I nomi di Vicenza: chiesa di San Faustino, perché si chiama così?

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San Faustino Vicenza

Domani, 14 febbraio, si festeggia San Valentino, considerata la festa degli innamorati. Il giorno dopo, sabato 15 febbraio, si celebra invece San Faustino, considerata la festa dei single che cercano l’anima gemella.

A Vicenza, dove ora c’è il cinema Odeon, c’era la chiesa altomedievale di San Faustino e Giovita, costruita attorno al 971. Dentro questa chiesa i fabbri elessero l’altare del proprio patrono Sant’Eligio.

Faustino e Giovita erano due nobili bresciani che divennero soldati e cavalieri, poi si convertirono al cristianesimo e furono martirizzati. Secondo la leggenda l’imperatore Adriano ordinò che fossero divorati dalle tigri del Colosseo, ma le fiere non li sfiorarono nemmeno, allora si ordinò di scorticarli e bruciarli, ma le fiamme non li lambirono. Allora furono messi su una barca e lasciati naufragare, ma tornarono indietro. Furono di nuovo dati in pasto alle belve, ma di nuovo gli animali si rifiutarono di aggredirli. Infine furono decapitati.

Secondo Francesco Barbarano, al centro della chiesa vi era un sepolcro riservato ai fanciulli che morivano prima di raggiungere l’età della ragione.[21] Qui accanto ai fanciulli, fu tumulato su sua richiesta anche Gellio Ghellini – che fu parroco della chiesa nei primi anni del Seicento – in quanto “amator dell’innocenza”.

Nel 1807, in base ai decreti napoleonici, la parrocchia di San Faustino fu soppressa, in parte incorporata in quella di Santo Stefano e in parte in quella dei Servi. La chiesa fu sconsacrata e quasi completamente spogliata di tutte le opere d’arte che possedeva; gli altari vennero spostati in altre sedi, come l’altare maggiore, opera di Orazio Marinali del 1684, che fu portato nella nuova chiesa parrocchiale di Villaverla. Passato al demanio comunale, l’edificio venne utilizzato come magazzino – nel 1843 lo era per il legname di costruzione della Rua – nonostante i tentativi dei fedeli di poterlo riaprire quanto meno come oratorio.

Questa istanza trovò risposta dopo il 1858, quando venne ceduto alla Società del Mutuo Soccorso fra gli artigiani vicentini, che lo utilizzava per adunanze e cerimonie religiose. Nel 1861 l’architetto Giovanni Miglioranza, su incarico della Società, disegnò un nuovo altare e il vescovo Farina nel 1864 vi autorizzò le cerimonie religiose. Qualche decennio più tardi però, nel 1898, considerando che da tempo nella ex chiesa “si compivano atti e si tenevano assemblee del tutto profane e affatto ripugnanti alla santità di un luogo consacrato al culto della religione” la Curia vescovile vi vietò ogni funzione religiosa e l’edificio venne definitivamente adibito soltanto a sala conferenze; l’altare del Miglioranza e gli altri arredi furono trasferiti alla chiesa del Patronato Leone XIII.

Dal maggio 1907 divenne sala cinematografica, il cinema Odeon

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