Nuova università, fine lavori entro l’estate. Rucco: “lavoriamo a Vicenza città universitaria”. Fortuna: “ingegneria prima in Italia”

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università sopralluogo
università sopralluogo

Ancora pochi mesi e il cantiere dell’università sarà concluso: giusto in tempo perché la Provincia di Vicenza possa consegnare l’intero complesso del polo universitario alla Fondazione Studi Universitari che lo potrà utilizzare per l’anno accademico 2020-2021.

E’ questo il cronoprogramma illustrato questa mattina al presidente della Provincia Francesco Rucco in sopralluogo al cantiere di viale Margherita accompagnato dalla vicepresidente Maria Cristina Franco, dal consigliere provinciale con delega all’edilizia scolastica Cristina Balbi e dal presidente della Fondazione Studi Universitari Silvio Fortuna. A fare da guida Andrea Turetta, ex dirigente della Provincia che ha seguito il progetto dell’università dalla nascita, il direttore dei lavori Andrea Leonardi e il responsabile del procedimento Giacomo Oliviero.

L’edificio, progettato dal noto architetto Adolfo Natalini recentemente scomparso, contiene aspetti di notevole pregio architettonico. Al piano terra si contano 3 aule da 250 persone e una da 330. Al primo piano 8 aule e laboratori, al secondo e ultimo piano laboratori e sale di servizio. Ogni stanza è dotata di controsoffitto con pannelli ad alto assorbimento acustico e illuminazione a led. Il tetto è ventilato interamente realizzato in legno e con copertura in alluminio, la facciata è ventilata in materiale ceramico e presenta un brevetto internazionale che la rende autopulente e fotocatalitica, capace cioè di ripulire l’aria inquinata. Degne di nota anche le balaustre interne e i parapetti delle due grandi scalinate in lastre di vetro trasparenti, che danno agli spazi interni caratteristiche di leggerezza e grande profondità.

I lavori attualmente in esecuzione riguardano le sistemazioni esterne, alcune finiture interne e l’impianto di raffrescamento e ricambio aria. Si stanno inoltre eseguendo sul fabbricato accorgimenti tecnici, tra cui la fibra ottica per le connessioni, suggeriti dalla Fondazione e recepiti dalla Provincia che renderanno gli ambienti scolastici all’avanguardia, con l’obiettivo di far attestare il polo di Vicenza tra le sedi con i più altri standards di tecnologia didattica nel panorama dell’università italiana.

“Siamo il primo dipartimento di ingegneria d’Italia -afferma Fortuna- tanto che il Ministero ci ha assegnato 8milioni di euro per la ricerca avanzata nel campo dei materiali e delle attività sostenibili. Realizzeremo un laboratorio di informatica da 100 postazioni, tra i più grandi d’Europa. I corsi universitari che proponiamo sono in linea con quanto richiede il mercato del lavoro, con il risultato che siamo leader in Europa per l’occupazione: i nostri ingegneri trovano lavoro entro un mese dalla laurea e anche per i laureati in economia la prospettiva è simile.”

Un’eccellenza riconosciuta in Italia e all’estero, tanto che la popolazione scolastica è in costante aumento e si prevede che gli attuali 4.500 studenti diventino 8.000 nel 2028, corrispondenti ad una ricaduta economica sul territorio di 40milioni di euro all’anno solo di spesa corrente.

“Una volta completato anche questo secondo edificio -commenta Rucco- Vicenza avrà a disposizione un polo universitario moderno, confortevole, in grado di rispondere da un lato ai giovani che vengono qui a formarsi, dall’altro agli imprenditori che cercano qui nuova linfa per le loro aziende. Fatta l’università, sarà necessario lavorare a “Vicenza città universitaria”, per dare risposte concrete in termini di ricettività e servizi ad una popolazione universitaria che è sempre più numerosa.”

Una sfida che Provincia, Comune e Fondazione sono pronti ad affrontare assieme.

“L’università -sottolineano Maria Cristina Franco e Cristina Balbi- completa un’offerta formativa che già dalle superiori si attesta tra le più complete e d’avanguardia. Stiamo investendo come Provincia 23 milioni di euro per rendere più sicuri e più accoglienti i nostri edifici, ma stiamo anche lavorando sulla programmazione perché sempre più la formazione e le conoscenze rispondano alle esigenze del territorio. L’aumento delle iscrizioni negli istituti tecnici, prima, e nelle facoltà scientifiche, poi, non è casuale e gli stessi risultati in termini di occupazione dicono che siamo sulla strada giusta.”