Francesco Di Bartolo candidato sindaco M5S di Vicenza: lo raccontano il video integrale e il pentastellato “vigile” Giuseppe Di Maio

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Mattinata di presentazione del candidato del Movimento 5 Stelle nella saletta delle conferenze stampa Giovanni Chiesa di palazzo Trissino. L’avvocato Francesco Di Bartolo accompagnato da un manipolo di militanti pentastellati rende nota alla stampa la sua elezione a portavoce del Movimento a Vicenza. La procedura della sua elezione è esposta dal senatore uscente Enrico Cappelletti, che sottolinea orgogliosamente la peculiarità dell’elettorato M5S a fronte degli occasionali avventori alle primarie degli altri partiti, pronti a magnificare le cifre dei partecipanti, ma poco attenti alla loro qualità.

In fin dei conti, dice, i voti espressi durante la nostra elezione sono del tutto equivalenti a quelli di grandi elettori che hanno espresso il loro voto in rappresentanza di almeno 800 iscritti nei meetup vicentini. Il consigliere Ferrarin si augura da oggi una larga partecipazione popolare alla politica e un rinnovato spirito civico, spirito che negli anni del mandato Variati è andato man mano scemando, espulso di fatto dalle istituzioni a causa di una politica poco attenta ai bisogni dei cittadini. La sua collega Zaltron, ora candidata per il M5S all’uninominale, annuncia che la lista completa dei consiglieri sarà presentata appena dopo il risultato delle elezioni per il rinnovo del parlamento nazionale, e sarà composta di elementi con origine mista: dall’attivismo pentastellato, e da autorevoli figure della società civile. Entrambi avvertono che la giunta a 5 stelle non farà alcuna alleanza se non con la popolazione di Vicenza, e si avvarrà dell’aiuto di altre forze politiche solo nelle coincidenze di programma. L’attivista Chimetto, in aperta opposizione all’ordinanza Variati, denuncia la scorrettezza polemica delle forze politiche sulle categorie pretestuose di fascismo e antifascismo, un argomento ossessivo della campagna elettorale che però evita di mettere all’indice il dato vero della violenza antidemocratica di entrambe gli schieramenti. E infine l’avvocato Di Bartolo, che esordisce apprezzando il lavoro di chi l’ha preceduto come portavoce, sottolineando che i consiglieri Zaltron e Ferrarin sono stati l’unica vera opposizione in città. Espone in seguito un programma amministrativo attento all’ambiente, un programma che darà finalmente risposte alle necessità delle periferie a cui le amministrazioni precedenti non hanno dato soddisfazione. Indica nella trasformazione della Biblioteca civica come luogo di aggregazione sociale e civile, uno dei motori culturali irrinunciabili della città, e caldeggia infine azioni indirizzate all’internazionalizzazione di Vicenza. Nel dibattito che segue il Di Bartolo difende il suo passato professionale e politico sempre attento alla difesa dei deboli; risponde che allo stesso modo del M5S nazionale, presumibilmente nell’ultima settimana di campagna elettorale, renderà pubblica la composizione della giunta che lo aiuterà nell’esercizio esecutivo. Dichiara la sua attenzione nella difesa del verde e di approvare la prosecuzione del progetto del parco della Pace, ma s’intrattiene sulla spinosa questione della presenza straniera a Vicenza. L’Italia, dice, attraversa ormai un marcato declino demografico, ma non si può importare mano d’opera senza governarne il flusso, senza riformare il mercato del lavoro, senza garanzie economiche e sociali. Il nostro paese non era il luogo del razzismo, ma può diventarlo se si lasciano le periferie urbane sole ad attutire l’urto della contraddizione. E’ dunque necessario potenziare le forze di polizia, è necessaria un’educazione alla legalità, una popolazione attiva che collabori con le forze sul territorio.
di Giuseppe Di Maio