Referendum su taglio parlamentari, on. Diego Zardini (PD): voterò Sì per confermare la riforma con i correttivi attuati e da attuare

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Referendum sul taglio dei parlamentari
Referendum sul taglio dei parlamentari

Contenendo l’infodemioa sul coronavirus sdiamo altro spazio altre risposte “venete”al nostro “appello” a parlare della chiamata del “popolo” alle urne referendarie per il 29 marzo per confermare o meno il taglio dei parlamentari dopo che la richiesta, firmata da 71 senatori e depositata il 10 gennaio 2020, è stata dichiarata dalla Cassazione conforme all’articolo 138 della Costituzione: “Referendum sul taglio dei parlamentari il 29 marzo ma se ne parla poco: VicenzaPiu.com pronto a raccogliere le varie posizioni“.

Oggi è la volta dell’On. Diego Zardini, eletto per il Pd nella circoscrizione Veneto 2, a rendere nota e motivare la sua decisione di voto per il referendum.

On. Diego Zardini (Pd)
On. Diego Zardini (Pd)

Lasciamo piena libertà di voto a chi ha idee e sensibilità differenti. La mia posizione è quella assunta dal Partito democratico nazionale di conferma della riforma costituzionale che abbiamo votato in Parlamento. La riforma riduce pesantemente la rappresentanza dei cittadini italiani e bisogna essere consapevoli che quindi i territori, specie quelli marginali, avranno maggiori difficoltà a farsi ascoltare nella platea pubblica nazionale. L’Italia sarà tra i Paesi europei con il minor rapporto di rappresentanti rispetto alla popolazione.

Tuttavia, il Pd è riuscito ad approvare una serie di correttivi e di bilanciamenti per quanto riguarda le elezioni di secondo livello del Presidente della Repubblica e dei giudici della Corte Costituzionale. In questo modo siamo riusciti a rendere più organica e coerente la riforma.

Rimane irrisolto, tuttavia, il nodo del bicameralismo perfetto che non è stato affrontato. Il Senato continuerà a svolgere le medesime funzioni della Camera, pur essendo eletto da un elettorato differente, in quanto l’età minima per esercitare il diritto di voto per il Senato è di 25 anni e non di 18 come per la Camera. Grazie a un nostro intervento l’elettorato passivo e attivo vengono parificati sia per la Camera che per il Senato. Significa che i cittadini che hanno compiuto 18 anni potranno votare ed essere eletti alla Camera e quelli che hanno compiuto 25 anni potranno votare ed essere eletti al Senato.

L’augurio è che in futuro si possano creare le condizioni politiche per un superamento del bicameralismo perfetto e per la specializzazione del Senato come camera delle regioni e delle autonomie.

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