S’i’ fosse senatore arderei… Trenitalia, s’i’ fosse INSIEME candidato e elettore “le promesse vecchie e laide lascerei altrui”

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E’ da ieri, martedì 20 febbraio, che, da possessore di una Carta Freccia Trenitalia, provo tramite il sito e da computer da tavolo a usufruire di un viaggio per lo specifico sulla tratta Roma – Padova per domenica 25 febbraio (sabato dopo il gazebo in contrà Cavour devo andare dai miei a Roma, lunedì ho un impegno elettorale a Vicenza come candidato al Senato di Insieme) ma cambiando tratta e data il problema a cui sto per accennarvi permane.

Dopo aver seguito tutta la procedura ed avendo più “punti” di quanti ne occorrano appare un assurdo messaggio che, se da un lato, dà al transazione e la prenotazione come eseguite (“La richiesta del premio è stata correttamente eseguita. Verifica il tuo estratto conto“), dall’altro comunica in via preliminare che c’è un errore (“codice di errore 23“).
Dopo aver fatto varie verifiche sulla correttezza della procedura seguita (si sa, ad una certa età…), mi accorgo che forse l’età maggiore è del sistema di prenotazione online di Trenitalia, storicamente farraginoso e lento come chi lo utilizza ben sa a sue spese, di tempo e stress.
Chiamo il call center (a pagamento), l’operatrice cortesemente, ma pensando di avere davanti un “grullino” (grullino, non grillino per carità sennò Di Maio con la sua cultura “esagerata” si offende), prova a prenotare dalla sua postazione e subito dopo dice soddisfatta “tutto ok!“, ma poi si accorge che ok non è, ammette che il problema esiste da prima che telefonassi e mi invita, dopo qualche mio mugugno per timore che nel frattempo si esauriscano i posti disponibili, a riprovare o a chiamare oggi, 21 febbraio.

Trovo, quindi, il tempo nel pomeriggio di oggi, seguo di nuovo la procedura on line ma con gli stessi problemi, all’ennesima chiamata (a pagamento” del Call center che farà business per Trenitalia “aprendo” la risposta, facendo partire gli scatti ma non rispondendo) un operatore, (il n. A602, cortese anche lui ma… “incredulo” imita la sua collega del giorno prima, in tutto e per tutto anche come esito negativo, e, alle mie rimostranze (non riesco avere il biglietto dovuto e pago telefonate oltre a perdere tempo), mi dice: “non posso farci nulla, faccia un reclamo“.
Evito commenti sulla tecnologia del software di Trenitalia e, prima di compilare il reclamo, da vecchio ingegnere faccio una verifica entrando sul sito con i miei dati per controllare quando ho fatto la prima richiesta di biglietto omaggio con i punti di Carta Freccia (verifica facile perché, leggo, nello stesso accesso, alle 13.01 del 20 febbraio, avevo comprato con dei soldi veri il biglietto di andata sulla tratta inversa, quello sì andato a buon fine).
E qui ho un’enorme sorpresa: mi lamentavo di non essere riuscito ad avere il biglietto con i punti e, invece, nella sezione dei viaggi prenotati, ne trovo addirittura… DIECI!
Tutti in omaggio, senza aver defalcato i punti per l’unico che avevo diritto ad avere e con un doppio dubbio amletico che mi assale, di quelli che non hanno di fronte alle coperture economiche delle loro promesse elettorali mirabolanti i candidati di centro destra della serie “eleggimi e ti regalo il mondo, a gratis!“) e che chiedo a Trenitalia di risolvere, magari cambiando anche fornitore del software: come farò a occupare tutti i posti assegnatimi in 10 viaggi per Padova da Roma di cui tre alle 16.35, quattro alle 17.30 e altri tre alle 17.50?

Se ci riuscirò sarò Senatore per meriti scientifici per aver dimostrato che la sovrapponibilità di spazio e tempo è regola per i softwaristi di Trenitalia oppure senatore lo diventerò… INSIEME per meriti divini per aver annullato ogni distinzione di spazi e di tempi.

Ma se mai dovessi diventare senatore (tranquilli, ho tempo) parafraserei il sonetto di Cecco Angiolieri S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo…») in questo modo: «S’i’ fosse senator, ardere’ Trenitalia…».

Ma se Angiolieri conclude «S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: le vecchie e laide lasserei altrui.», io oggi vi dico: «S’i’ fosse Giovanni elettore, com’i’ sono e fui, premierei le promesse vere: le vecchie e laide lasserei altrui.»