Julian Assange e Wikileaks sotto processo a Londra, VicenzaPiù con i No all’estradizione in Usa: “la libertà di Assange è la nostra libertà”

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Mobilitazione per la libertà di Julian Assange:
Mobilitazione per la libertà di Julian Assange: "la libertà di Assange è la mia libertà"

Al coro di no contro l’estradizione di Julian Assange richiesta dagli Stati Uniti che lo accusano di spionaggio, “reato” per il quale il fondatore di Wikileaks, per noi “il” giornalista investigativo e anti potere per antonomasia, rischia 175 anni di carcere, si associa quello del direttore e della redazione di VicenzaPiu.com, che ben conoscono per esperienza diretta gli effetti degli attentati giudiziari alla libertà di stampa (ad esempio “Condanna di Mantovani a Coviello, Ossigeno per l’Informazione: ha un effetto raggelante e intimidatorio sull’intera categoria dei giornalisti“).

La nostra piccola… grande voce, insieme a quella di centinaia di migliaia di cittadini del mondo che anche sui social ne chiedono la liberazione, serva ad aggiungere risonanza ad un caso che attenta proprio ai massimi livelli alla libertà di stampa che ci pare assurdo che un tribunale europeo, per giunta quello dell’Inghilterra, che si vuole culla delle libera informazione, possa negare in base ad una legge l’Espionage Act che ci pare proprio nato a Washington per attaccare un giornalista che non ha rivelato segreti ai nemici.

Julian Assange, che è “rinchiuso” in aula un box di vetro senza poter parlare direttamente con i suoli difensori, ha “solo” consentito di rivelare gli eccessi del potere a grandi testate, guarda caso non portate in tribunale, come anche le statunitensi Guardian e New York Times, loro sì esempio della parte migliore della democrazia Usa.

La libertà di Assange è la nostra libertà.

Il direttore di VicenzaPiu.com

Mobilitazione pro Assange sotto processo a Londra

A cura di Luciana BorsattiOssigeno per l’Informazione

Il processo iniziato il 24 febbraio a Londra per l’estradizione negli Usa di Julian Assange è al centro  delle preoccupazioni delle organizzazioni internazionali che si battono per la libertà di informazione.

Il fondatore di Wikileaks rischia 175 anni di carcere perché è accusato da Washington di spionaggio, per aver diffuso – anche tramite grandi testate come il Guardian e il New York Times  – documenti riservati imbarazzati per la superpotenza a stelle e strisce.

Dopo le prime udienze in febbraio, il processo dovrebbe concludersi a maggio con una sentenza appellabile, mentre quella definitiva è attesa verso la fine del 2020.

Reporters Without Borders ha lanciato una raccolta di firme contro l’estradizione,  raggiungendo circa 50.800 adesioni.

DUNJA MIJATOVIC – Della vicenda parla, fra gli altri, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa.  “La possibile estradizione di Julian Assange – osserva – ha implicazioni per I diritti umani che vanno molto oltre il caso individuale. L’incriminazione solleva importanti interrogativi sulla protezione di coloro che pubblicano informazioni confidenziali nel pubblico interesse, compresi quanti denunciano casi di violazione dei diritti umani”. La”vaga” e lunga lista di accuse contro di lui, prosegue,  “preoccupano in quanto molte riguardano l’essenza stessa del giornalismo investigativo in Europe e non solo. Conseguentemente, permettere l’estradizioni di Julian Assange su queste basi avrebbe un effetto raggelante sulla libertà dei media”,  ostacolandoli – conclude – nel loro compito essenziale per le società democratiche.

HARLEM DESIR – Il  rappresentante per la libertà di stampa dell’OSCE, Harlem Désir, chiede al Regno Unito di non estradare Assange negli Stati Uniti.  “L’interesse pubblico di molte delle pubblicazioni di WikiLeaks nel 2010 dovrebbe essere tenuto presente, in quanto hanno contribuito a importanti rapporti investigative e giornalistici. Nel caso fosse estradato e condannato, aggiunge, “è’ essenziale considerare l’impatto sulla libertà dei media”.

IPI – L’ International Press Institute (IPI), una rete internazionale di giornalisti, firme important e dirigenti dei media, sottolinea inoltre, tramite il suo direttore per l’advocacy, Ravi R. Prasad, che il Regno Unito dovrebbe negare l’estradizione di Assange , in quanto “si è proposto come Paese leader nella lotta per la libertà dei media”.

IPI opposes move to extradite Julian Assange 

Prosecution under Espionage Act in U.S. raises significant press freedom concerns

L’IPI si oppone all’estradizione di Julian Assange

L’accusa ai sensi dell’Espionage Act negli Stati Uniti solleva importanti preoccupazioni sulla libertà di stampa

L’International Press Institute (IPI), una rete globale di redattori, dirigenti dei media e importanti giornalisti per la libertà di stampa, ha esortato oggi (24 febbraio 20’20 per chi legge, ndr) il Regno Unito a non estradare Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, negli Stati Uniti, che è accusato ai sensi dello US Espionage Act. Il caso di estradizione di Assange, che è attualmente detenuto nella prigione di Belmarsh, è iniziato oggi (24 febbraio, ndr) al tribunale della corona di Woolwich a Londra.

Assange rischia fino a 175 anni di carcere se condannato negli Stati Uniti “Il Regno Unito, che si è affermato come leader nella lotta per la libertà dei media, dovrebbe negare questa richiesta di estradizione alla luce della grave minaccia alla stampa rappresentata dall’accusa di Julian Assange ai sensi dell’Espionage Act negli Stati Uniti”, ha dichiarato il direttore dell’avvocato dell’IPI Ravi R. Prasad. “Questa accusa costituirebbe un precedente pericoloso che potrebbe essere abusato per molestare i giornalisti, criminalizzare il loro lavoro e impedire loro di dire la verità al potere“. Prasad ha aggiunto: “Esortiamo il governo degli Stati Uniti a far cadere tutte le accuse contro Assange ai sensi dell’Espionage Act.

Il governo degli Stati Uniti ha cercato a lungo di punire Assange per il suo ruolo nel pubblicare una vasta serie di documenti militari e diplomatici americani nel 2010. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il ??23 maggio 2019 ha svelato una nuova accusa contro Assange ai sensi dell’Espionage Act, che rappresentava un significativa escalation di tali sforzi. Il padre di Assange, John Shipton, ha affermato il 23 febbraio che suo figlio era stato molestato in prigione e ha chiesto che fosse rilasciato su cauzione.