“Miteni sapeva di essere seduta su una bomba ecologica il cui timer era già partito da molto tempo: un ordigno attivo da 30 anni, che sta mettendo a repentaglio la salute di centinaia di migliaia di veneti. Ora arriva la conferma dalla relazione della bicamerale d’inchiesta, che inchioda l’azienda alle sue responsabilità.” A dirlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Manuel Brusco, che ricopre anche il ruolo di presidente della commissione consiliare regionale sui Pfas.
“Le responsabilità – avverte Brusco – sono anche di Luca Zaia, che non può più fare lo struzzo incolpando di volta in volta il Governo o la Procura. Il governatore del Veneto deve rimuovere immediatamente la Miteni da quel sito, come chiediamo da anni. E deve pure fare in modo che l’Arpav si occupi subito della bonifica. Qualsiasi altra azione è solo fumo negli occhi di chi si ritrova con il sangue pieno di Pfas solo perché vive nella zona rossa o nelle vicinanze.“
“La Procura ha il dovere di mettere in luce tutti gli aspetti penali di una vicenda che ormai è chiara sotto tutto gli aspetti. Non domani, non la settimana prossima, ma ora – continua l’esponente del Movimento 5 Stelle – non c’è più motivo di aspettare e il Veneto non può permettersi di perdere neppure un altro giorno di fronte a questo sfacelo.”
Bonifica, filtri e ricollocamento del personale devono essere interamente a carico dell’azienda: “L’acqua è un diritto di tutti e chi inquina deve pagare – conferma Brusco – quando il Movimento 5 Stelle sarà al Governo di questo Paese prenderà immediatamente in mano questa situazione.”
Manuel Brusco, cosigliere Movimento 5 Stelle della regione Veneto e presidente della commissione consiliare regionale sui Pfas