Abbiamo voluto intervistare l’On. Pierantonio Zanettin, il decano dei parlamentari vicentini ed ex consigliere laico del CSM, per capire come sta vivendo l’emergenza Coronavirus e per alcune riflessioni di carattere generale (qui la situazione ora per ora sul Coronavirus, qui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr).
Innanzitutto, come sta Avv. Zanettin? Come sta trascorrendo queste giornate?
Mi attengo scrupolosamente alle indicazioni delle autorità sanitarie. Resto a casa il più possibile, mi informo e leggo tutti i quotidiani on line, mantengo il contatto con la nostra rete di sindaci e amministratori locali e mi dedico alla famiglia.
Ho una bambina di dieci anni, che sta un pò soffrendo, perchè non può stare con gli amichetti. La assisto nei compiti a casa. Ha degli ottimi insegnati, che anche in questi giorni continuano a seguire la classe su una piattaforma on line. Troppo spesso si critica la scuola pubblica. Poi nelle emergenze comprendiamo di vantare eccellenze, che non hanno eguali al mondo.
Come giudica l’operato del Governo in queste settimane?
Credo che non sia questo il momento delle polemiche e che non valga la pena affondare il coltello nella piaga, quindi preferisco limitarmi ad un no comment.
Un giudizio severo lo esprimo invece nei confronti del ministro della Giustizia Bonafede, per la gestione delle carceri. Mentre esplodeva la questione del Coronavirus la sua priorità erano invece le intercettazioni con i trojan. Ora ci troviamo con carceri sovraffollate ed inumane, frutto della cultura manettara e giustizialista, che ha imperato in questi anni e che tante volte ho denunciato in Parlamento.
Gli episodi di ribellione violenta devono essere repressi, ma si deve anche allentare al massimo la tensione, sia sul piano normativo che strutturale. La relazione di Bonafede questa settimana in Parlamento è stata assai deludente, a fronte di episodi gravissimi: 13 morti, 59 agenti feriti e danni pesantissimi alle strutture.
E le misure economiche adottate dal governo?
Vanno bene, ma sono solo un cerotto. Da tempo sostengo che quando questa pandemia sarà finita i danni economici che avrà creato saranno di gran lunga superiori a quelli sanitari. Bisognerà ipotizzare un new deal a livello planetario, con uno sforzo immane per sostenere le imprese, le famiglie, le fasce deboli della società. Altrimenti si rischia un collasso sociale di proporzioni mai viste.
In queste ore si è aperta una polemica sulla mancanza di mascherine di protezione e di respiratori.
Credo che purtroppo la carenza di materiali dipenda da una domanda planetaria e da una produzione incapace di farvi fronte. E’ necessario riconvertire in fretta il nostro apparato produttivo, ma in pochi giorni non è facile.
E cosa possiamo dire delle istituzioni europee?
Lei sa, direttore, che in questi anni, anche in situazioni controverse, ho sempre difeso l’Europa. Nessuno è un europeista più convinto di me, ma in questa occasione l’Unione Europea e le sue istituzioni mi hanno fortemente deluso.
A fronte della pandemia, che era evidentemente un fenomeno planetario, di cui non era responsabile, in queste prime settimane l’Italia è stata umiliata e lasciata sola.
La coda di TIR sull’autostrada del Brennero, ed oggi al confine con la Slovenia, e le parole di Christine Lagarde sono pagine nere, che spero vivamente possano essere cancellate in fretta con scelte concrete e coraggiose.
E’ evidente che, dopo il coronavirus, nulla sarà più come prima. Siamo impegnati in una guerra, che inevitabilmente travolgerà gli equilibri preesistenti. E ciò impone a tutti il massimo senso di responsabilità.
Infine cosa possiamo dire del nostro Veneto?
In Veneto, la situazione è drammatica, ma meno che in Lombardia e in Emilia. E Vicenza per il momento pare reggere meglio rispetto ad altre province. Il mio pensiero grato e riconoscente va agli operatori sanitari, agli amministratori locali, ai volontari della protezione civile e a tutti quanti si stanno prodigando allo stremo delle forze, per assistere malati, anziani e persone fragili. Matteo Tosetto, vice sindaco di Vicenza, ed assessore al sociale, mi relaziona quasi quotidianamente: per ora la struttura regge lo stress, e questo è sicuramente un elemento di speranza.
Intanto, caro onorevole Zanettin, grazie al… Coronavirus le banche non solo hanno evitato, per la felicità di quelle italiane ancora zoppicanti, il test programmato dalla BCE e rinviato ma, addirittura si preparano a ricevere decine di miliardi dal nuovo Quantitative Easing destinati, come quelli del bazooka di Draghi, sia pur “dileggiato” dalla Lagarde, ad alimentare il credito a privati ed aziende.
Ma c’è da temere che, come già successo per quelli precedente, finiranno ad alimentare in massima parte le attività finanziarie e speculative dei nostri Istituti e, magari, a coprire qualche loro buco più meno nascosto.
In Italia, in cui ci inchiniamo all’Europa che ci permette, bontà sua, di sforare di 20 miliardi sul deficit, ci sarebbe da preoccuparsi ulteriormente perché si allargherebbe ancora di più la forbice con la Germania che è pronta ad intervenire con 550 miliardi di credito alle aziende tramite la KfW (banca pubblica in qualche modo equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti) per assicurare la necessaria liquidità.
Io e lei, onorevole Zanettin, da “vecchi liberali” sia pur cresciuti poi con percorsi diversi, siamo europeisti per Dna ma è questa l’Europa, larga di manica con i ricchi e tirchia con i poveri, che sognavano i suoi padri fondatori?