Un clinico dell’ospedale di Santorso su una chat di sedicenti Comitati scrive oggi, 19 marzo, peste e corna di Luca Zaia e delle sue decisioni su “Santorso riservata solo a chi va in terapia per il Coronavirus Covid, di misure di sicurezza non applicate per il personale sanitario e di Bassano nuova sede di emergenza lontana per i malati dell’Alto Vicentino che dovessero raggiungerla per altre patologie rischiose visto che gli ospedali di Schio e Thiene non sono stati colpevolmente riattivati“.
Poi quel medico, che pure in passato si era fatto la fama di “combattente” per la buona sanità nell’Alto Vicentino con interviste e dichiarazioni, ci fa arrivare per interposta persona, così ci dice il messaggero, la richiesta di cancellare il merito, che gli era stato attribuito da noi e da chi aveva creduto alla sua chat, per le sue accuse “motivate”, merito che in effetti non ha perché le vuole nascondere per non rischiare rappresaglie, sempre a detta dell’ambasciatore. Abbiamo cancellato, quindi, volentieri, anche se con tristezza, il nome del non eroe, che, però, terremo a mente per noi.
Ma se il clinico “pentito” ha detto il vero è grave che “ritiri” la firma, tanto più che è un medico, solo perché teme ritorsioni e, quindi, per non subirle non aiuta chi diceva di voler tutelare, mentre, se ha rivolto false accuse, dovrebbe guardarsi allo specchio e farsi da parte lui direttamente, anche dal suo ruolo attivo, prima che gli arrivi una meritata “punizione” per una calunnia ancora più grave visto il clima di paura che agita il territorio e l’Italia tutta.
Ecco anche perché, il pentito docet, nel Vicentino succede molto del male possibile senza che nessuno o quasi abbia il coraggio di fare non solo di parlare.
È già successo più di una volta (spesso o sempre?) che alcuni (molti o tutti?) da queste parti siano pronti ad accusare ma nessuno sia altrettanto disposto a metterci la faccia (e, magari, beccarsi querele a cui noi, invece, siamo avvezzi) di fronte al potente di turno che sia Zonin, che in aula al suo processo sembra lui l’accusatore, o Zaia, che, di fronte agli ululati dei conigli, non può che usare i toni che, comunque, contesta Cunegato.
Il capogruppo di Coalizione Civica per Schio ha, infatti, postato in un video non “rinnegabile” la sua reazione all’affermazione di Luca Zaia sul GdV che accusa gli amministratori locali di parlare e fargli perdere tempo e non gliele manda a dire pubblicando un video sul suo profilo Facebook che vi riproponiamo qui insieme al suo commento.
«Il governatore – inizia Cunegato – ha scritto direttamente sul Gdv per dire che noi amministratori dovremmo stare zitti “perchè gli facciamo perdere tempo”. Come se non dovessimo essere legittimamente preoccupati per il presente e il futuro della nostra comunità. Se è vero che il picco del Coronavirus sarà a metà aprile, questa situazione durerà per mesi. Mesi in cui saremo senza servizi essenziali come la cardiologia, in cui chi ha delle emergenze magari morirà. Non ce lo meritiamo. Vogliamo vincere l’epidemia, ma pretendiamo che tutti i cittadini dell’Alto Vicentino abbiano i servizi sanitari a cui hanno diritto».
Anche il capogruppo di Coalizione Civica per Schio a questo punto abbraccia la “diagnosi” del medico “pentito” e noi ci assumiamo il rischio del virus a noi più attaccato, le querele, pubblicandola: «Oggi Zaia ha delirato. Così, per creare confusione, smarrimento, ha detto di “aver aperto un punto nascite a Schio” e di “aver potenziato il pronto soccorso”. Cose che non stanno nè in cielo nè in terra».
«Con questo video – conclude Cunegato – cerco di ricostruire la vicenda. E’ un momento decisivo per il nostro territorio. Siamo tutti uniti per vincere il virus, ma non possiamo accettare che questa scelta irresponsabile e scellerata (a rieccoci…, ndr) penalizzi le persone più fragili e sfortunate del nostro territorio! Anche perchè le soluzioni nelle altre regioni sono state diverse. Questa è una scelta politica, drammaticamente sbagliata».
Noi, visto che il medico ha fatto marcia indietro, speriamo che Cunegato stia esagerando con i suoi timori ma non ci confortano né i fatti (Schio e Thiene sacrificati prima e dimenticati oggi sull’altare dell’affare, per altri, dell’ospedale di Santorso) né le uscite mediatiche del nostro presidente, che nel recente passato si è contraddistinto per una folle (questa ce la stiamo cercando noi…) rincorsa alle contraddizioni iniziate quando il suo dg Domenico Mantoan, non dimentichiamolo, scudisciò all’inizio chi per i tamponi spendeva soldi (magari più utili per Mose e Pedemontana?).
Chi scudisciò il direttore generale della sanità regionale, ora a capo anche dell’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco da cui aspettiamo gli esiti di alcune verifiche su medicine forse utili contro gli effetti del Covid 19?
Ad essere ripreso fu proprio quel professor Andrea Crisanti, direttore dell’Unità di microbiologia e virologia dell’azienda ospedaliera di Padova, a cui oggi, questo sì è un atto non folle, Zaia dice ora di affidarsi.