Coronavirus, per sorvegliare la città in azione il drone della protezione civile comunale

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Uno dei droni della Protezione civile di Vicenza
Uno dei droni della Protezione civile di Vicenza

Coronavirus, il Comune di Vicenza attiva strumenti di sorveglianza dall’alto. Per controllare i “furbetti” che escono di casa nonostante i divieti anti contagio, infatti, il presidio del territorio a cura della polizia locale sarà supportato dal drone in dotazione alla protezione civile comunale.

Questa mattina ai Ferrovieri al parco Retrone, non fruibile dallo scorso 12 marzo in virtù dell’ordinanza contingibile e urgente emanata dal sindaco, due tecnici del servizio protezione civile hanno fatto decollare un piccolo drone sopra l’area verde. Presente sul posto anche una pattuglia della polizia locale per identificare le persone segnalate dall’occhio tecnologico e sanzionarle se non in condizione di comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute.

Durante il volo odierno il drone ha individuato la presenza di una persona che faceva jogging lungo l’argine del fiume Retrone. L’uomo è stata raggiunto dagli agenti di polizia locale per l’identificazione, ma non è stato sanzionato perché residente in zona a meno di 200 metri dal luogo dove è stato fermato.

“Si tratta di una prima sperimentazione per capire se il drone può essere un utile strumento a supporto dei controlli della polizia locale – precisa l’assessore alla protezione civile Mattia Ierardi – . A fine giornata faremo il punto per valutare se proseguire su questa linea, utilizzandolo anche nei controlli dei prossimi giorni. Tutto questo ovviamente in considerazione di come si stanno comportando i cittadini. Se le persone rispettano le regole, non sarà necessario ricorrere al drone. È necessario che tutti i cittadini facciano la loro parte nel rispettare le regole perché questo andrà a beneficio di tutti”.

Il drone

L’aeromobile a pilotaggio remoto è un DJI Mavic, un quadricottero leggero autorizzato dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) per operazioni specializzate critiche. Ciò significa che è possibile utilizzarlo anche nei centri abitati ma senza sorvolare persone che non siano parte dell’organizzazione dell’operatore. Il Mavic ha una autonomia di circa mezz’ora e registra video in alta definizione.
Le operazioni consentite, di giorno, vanno fino ad un’altezza massima di 120 metri Agl (Above ground level) e fino ad una distanza massima sul piano orizzontale di 500 metri dal pilota.

I controlli della polizia locale di sabato 22 marzo

Sei persone denunciate perché circolavano sul territorio senza una valida giustificazione su un totale di di 45 veicoli, 49 persone e 56 tra esercizi pubblici e attività commerciali controllati. È questo il bilancio delle verifiche sul rispetto delle disposizioni sul Coronavirus eseguite ieri, sabato 21 marzo, dalla polizia locale in centro storico e nei quartieri.

Un automobilista è stato fermato dagli agenti di polizia locale in via Ticino. Per giustificare l’uscita ha dichiarato alla pattuglia che era andato a comprare le sigarette ma dopo una serie di domande degli agenti ha ammesso che era uscito di casa per partecipare ad un compleanno.

Nell’ambito dei servizi di pattugliamento previsti dalla Prefettura, due persone sono state “intercettate” a piedi in centro storico nelle vicinanze di contra’ Lampertico. Alla vista degli agenti i due soggetti hanno cambiato direzione attirando l’attenzione della pattuglia in servizio. Al controllo non hanno fornito un giustificato motivo per trovarsi fuori casa.

A San Pio X una pattuglia ha fermato un automobilista che ha dichiarato agli agenti di trovarsi in quel luogo per fumare una sigaretta. Risultando residente nel quartiere di San Bortolo è stato denunciato per essere uscito di casa senza valido motivo.

Infine, nelle vicinanze delle Poste centrali, sono stati denunciati due persone senza fissa dimora perché non hanno fornito una valida giustificazione in merito alla loro presenza.

Tutte e sei le persone fermate nella giornata di ieri sono state segnalate per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità come previsto dall’articolo 650 del codice penale.