Il Coronavirus andaluso, il flash back del diario del vicentino Maurizio Mascarin bloccato in Spagna

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Una piazza vuota di un pueblo blanco andaluso
Una piazza vuota di un pueblo blanco andaluso

conil de la Frontera vuota per il coronavirus, foto di Maurizio MascarinMi sono accorto che vi sto raccontando la mia quarantena a Conil de la Frontera in Andalusia ma, nella fretta di riordinare il mio diario del Coronavirus andaluso e in lotta perenne con un wi-fi che c’è e non c’è, ho dimenticato di raccontarvi perché sono arrivato qui da Vicenza. Rimedio subito.

Una scelta nel segno del vento

Mare spagnolo, foto di Maurizio Mascarin
Mare spagnolo, foto di Maurizio Mascarin

Meglio un soggiorno obbligato in un pueblo blanco (città bianca, ndr) dell’Andalusia, dove il clima è già primaverile e già ci si veste in t-schirt e bermuda, o una quarantena ancora invernale a casa propria, a Vicenza? Sono partito con un volo da Treviso per Malaga poco prima che scoppiasse la questione Coronavirus in Veneto, in Italia, in Europa. L’obiettivo era quello di un tour lungo la costa ovest dell’Andalusia per poi approdare in Algarve (nella soave Tavira, a Santa Luzia, evitando la metropolitana Faro) e sconfinare nel suggestivo cammino della Costa Vicentina, da Sagres a Sines. Il filo conduttore del mio viaggio era quello di un incontro con le onde e i venti poderosi dell’Atlantico, e con le sue spiagge immense solcate da dune alte come palazzi (un tratto esemplare in Andalusia è quello che va da Tarifa a Bolonia sino a Zahara de los Athunes).

Un viaggio che si è realizzato a meraviglia, tappa per tappa, fino a che, sulla via del ritorno verso l’aeroporto di Malaga, una radio spagnola annuncia il blocco dei voli verso l’Italia fino (almeno) al 25 marzo. È l’inizio di una situazione inquietante e al contempo grottesca. Lì per lì cerco subito conferme su Ansa.it e poi sul sito della Farnesina. La speranza che quella notizia fosse una fake è andata subito delusa. Tutto vero. Purtroppo. Niente voli, niente ritorno a casa.

Considerando che l’imprevisto fa parte di chi viaggia, ammetto che questo stop ai voli mi ha in parte sorpreso. I media spagnoli fino ad una settimana fa non parlavano proprio del loro coronavirus, di quello presente in casa, a Madrid piuttosto che a Barcellona o in Galizia, ma facevano lunghe dirette con i loro corrispondenti da Milano per descrivere “quella città del virus”.

Fiesta spagnola, foto di Maurizio Mascarin
Fiesta spagnola, foto di Maurizio Mascarin

Insomma, esorcizzavano il tutto come un caso italiano, tanto che qui in Andalusia si celebrava normalmente lo storico carnevale di Cadice, con decine di migliaia di persone mascherate ammucchiate in piazza e nelle calli a far baldoria. Perché l’Andalusia è per antonomasia la terra della fiesta e del flamenco. E così doveva essere! Ma il gioco a nascondino del governo e dei media spagnoli alla fine è durato poco. Anche loro si sono dovuti arrendere alla tragica evidenza.

Quedate en casa, così la vigilia di quarantena

Sabato 14. È la vigilia della quarantena in Spagna. Il premier Pedro Sanchez ha fatto il discorso in tv a reti unificate alla nazione chiedendo rigore per sconfiggere il coronavirus che dilaga anche in Spagna. In sostanza, con un ritardo che ritengo ingiustificabile, il governo spagnolo ha dovuto ammettere che il coronavirus viaggia anche qui e che da adesso in poi si devono prendere le misure restrittive attuate già in Italia. Come a dire: anche nella festaiola Spagna è tempo di quarantena.

Il pueblo blanco dei 2 mari: nel bianco di Conil

Si combatte col wi-fi, foto di Maurizio Mascarin
Si combatte col wi-fi, foto di Maurizio Mascarin

Non c’è è solo l’Atlantico, a Conil de la Frontera. Qui sfocia anche il Rio Salado, che un tempo passava in mezzo alle case del pueblo blanco. Poi la mano dell’uomo lo ha devia to e così la spiaggia di Los Batelos gode il piacere di 2 diversi mari tra loro in osmosi. Conil de la frontera è un pueblo blanco sull’Atlantico di 20 mila anime, a circa 50 km da Cadice. C’è turismo, ci sono stranieri, ma non è una località da turismo di massa come ad esempio Torremolinos, dove i pensionati italiani o inglesi svernano tra hotel, restaurant e tapas al chiosco di spiaggia. Qui a Conil è diverso: al mattino ci si alza felici con lo sciabordio dell’Oceano. Qui è il mare che accompagna la giornata. E lo spiaggione articolato dalle dune ti porta a essere Altro. Mi sto avviando alla dimensione Zen?.

Alla prossima puntata, qui tutte

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