Coronavirus, CGIL CISL UIL Vicenza: la salute prima del profitto, Confindustria faccia un passo indietro

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Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza
Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza

Viviamo giornate drammatiche – è scritto in un comunicato unitario dei Segr. Gen. di CGIL CISL UIL Vicenza Giampaolo Zanni Raffaele Consiglio Grazia Chisin – con decine di migliaia di persone contagiate dal Covid 19 e con le strutture ospedaliere troppo sature, che lamentano una situazione insostenibile per mancanza di DPI e carenza di personale, sfiancato da turni massacranti e colpito da innumerevoli contagi.

Tutti gli esperti ci dicono che per evitare il collasso del sistema ospedaliero, l’unico in grado di curare le persone colpite in caso di complicanze, occorre fermare/rallentare il contagio, e quindi da giorni si rinnovano gli appelli per “restare a casa” e si inaspriscono le sanzioni in caso di inosservanza di questa disposizione.

In nome della difesa delle vita delle persone più esposte il Governo ha deciso fermare il lavoro in tutti i settori produttivi “non essenziali” per il paese, e ci è stato, giustamente, addirittura impedito di uscire da casa anche per fare una semplice passeggiata.

E’ per queste semplici e forti ragioni che risulta intollerabile quanto sta accadendo in queste ore nella nostra provincia, e cioè la richiesta avanzata al Signor Prefetto, da parte di oltre mille aziende locali, di poter continuare a lavorare, in deroga a quanto stabilito dal Decreto del Governo.

CGIL CISL UIL di Vicenza denunciano questa situazione e chiedono alle aziende ed a Confindustria di fare un passo indietro in nome del bene di tutti.

Al Signor Prefetto di Vicenza chiediamo di:

  • verificare in modo approfondito le richieste di deroga per individuare e respingere quelle “temerarie” avanzate per raggirare il divieto, segnalandole alle autorità competenti;

  • autorizzare solo quei casi eccezionali nei quali l’attività sia veramente indispensabile per garantire beni o servizi essenziali per la collettività;

  • controllare e vigilare sul rispetto delle norme sulla prevenzione e la sicurezza nei settori veramente essenziali dove si continuerà a lavorare per il bene di tutti.

Alle autorità sanitarie chiediamo di valutare la possibilità di effettuare tamponi nelle aziende dove si sono verificati casi di contagi, al fine di evitarne l’ulteriore espansione.

Uscire da questo incubo è possibile e ce la faremo, ma tutti devono collaborare per il bene comune e tutti devono rispettare le regole.