Coronavirus e l’ansia da quarantena: i consigli di Tommaso Maniscalco, Direttore del dipartimento di salute mentale Ulss7

933
Tommaso Maniscalco, Direttore del dipartimento di salute mentale Ulss7 Pedemontana
Tommaso Maniscalco, Direttore del dipartimento di salute mentale Ulss7 Pedemontana

Tommaso Maniscalco, Direttore del dipartimento di salute mentale Ulss 7 PedemontanaLa salute e il benessere mentale sono fondamentali per la qualità della vita e la produttività degli individui, delle famiglie e della comunità: non c’è salute senza salute mentale (dichiarazione sulla salute mentale per l’Europa, 2005)

In questi giorni molte persone riferiscono una grande fatica nell’affrontare la quarantena per l’emergenza Coronavirus. E’ davvero un periodo molto duro per tutti, nessuno escluso.

Così ho chiesto spiegazioni e consigli a uno specialista, si tratta del dottor Tommaso Maniscalco, Direttore del dipartimento di salute mentale Ulss7 Pedemontana.

La sera lo raggiungo con una videochiamata e lo ringrazio, sul suo viso si vede il peso di una dura giornata di lavoro in ospedale.

-Dottor Maniscalco, cosa provoca questa quarantena e perché?

Durante questo periodo si possono accentuare stress, depressione e ansia, dovute all’isolamento, all’incertezza e alla paura e non solo per chi ha patologie previe, ma anche per i soggetti sani;

Quali sono le categorie più a rischio?

Sono gli anziani, per la loro fragilità e per la loro difficoltà a reggere l’isolamento, ma quelli che mi preoccupano di più sono gli adolescenti, perché stanno subendo una forte deprivazione e a cui mancano ora i modelli e le relazioni affettive, anche se sembrano sempre iperconnessi. Anche i colleghi e il personale sanitario stanno subendo un forte stress.

A questi si aggiungono coloro che hanno problemi concreti perché hanno perso soldi, avendo dovuto chiudere le loro attività. La quarantena genera un senso di impotenza, paura, rabbia; la mente umana per far fronte alla paura mette in atto una ricerca di controllo, implicito nell’essere umano, e lo si vede anche in questo momento: l’attenzione ai numeri, ai modelli previsionali, per capire l’andamento dell’emergenza coronavirus, le fake news che circolano sui rimedi e le cure per il Covid-19, un po’ come ricorrere ai maghi, ma purtroppo non si sa quando tutto ciò finirà e questo ignoto genera, appunto, rabbia e paura, per l’impotenza e anche perché manca il vero contatto sociale dove poter sfogare questi sentimenti, come praticare sport, andare allo stadio per tifare… per cui ne consegue uno scompenso e possono nascere delle patologie.

Ci sono già state richieste di cura dovute a questa emergenza?

Finora non molte, ma quanto sta accadendo è paragonabile a un lutto, dove c’è un primo momento che tampona il dolore, perché c’è la vicinanza della gente, ci sono cose da fare… e poi c’è un secondo momento, fatto di riflessione, intimità, introspezione, che è il momento di vero dolore.

Quando finirà tutto ciò temo che accadrà lo stesso e che si vedranno le conseguenze sulla salute mentale delle persone. Per ora vale ancora la resilienza, l’autoadattamento dell’essere umano.

L’uomo ha scoperto la propria fragilità e la sua mancanza di onnipotenza (anche questa è un meccanismo di difesa) nello sconfiggere la morte; qui non si sa quanto si deve resistere, quando tutto ciò finirà, non si tratta di un nemico visibile.

E i suoi pazienti si sono aggravati in questo periodo?

No, non c’è stato un peggioramento, sono stati chiusi i centri diurni, per disposizione della Regione, ma abbiamo aumentato le visite a domicilio.

Quali consigli ci può dare per affrontare questa emergenza?

Prevenire è meglio che curare, per cui bisogna dare libero accesso alle emozioni e non mascherarle, ma condividerle in famiglia, sui social… questo ha un effetto domino ed è una forma di autoaiuto.

Per i consigli più specifici c’è il numero di telefono della regione del Progetto InOltre 800334343, dove rispondono specialisti e i centri di salute mentale continuano a lavorare

Bisogna avere un ritmo adeguato, facendo una scaletta delle cose da fare, vestirsi, farsi la barba per gli uomini, truccarsi per le donne, così si mette in atto quel controllo, che permette di dominare la paura e dunque l’ansia; non bisogna guardare i numeri di questa situazione di emergenza troppo spesso… altrimenti il tentativo di sedazione con alcol o farmaci è dietro l’angolo.

Avere sane abitudini soprattutto ora perché nella mente umana, dopo un po’ di tempo, le abitudini si radicano.

Non bisogna dimenticare che anche la salute mentale è salute.

(Clicca qui per tutte le nostre notizie su Coronavirus e qui per tutte quelle in rete a partire dalle ultime)

L’articolo Coronavirus e l’ansia da quarantena: i consigli di Tommaso Maniscalco, Direttore del dipartimento di salute mentale Ulss7 proviene da L’altra Vicenza.