I trasportatori sono in allarme: in Italia non si muove un camion su quattro. Il gruppo al centro della zona rossa in Lombardia attua un piano straordinario per non interrompere l’attività. “Dobbiamo garantire i servizi essenziali durante la quarantena, difenderemo i nostri lavoratori-eroi in trincea sulle strade”. Lanciate anche due raccolte di fondi a Vicenza e Bergamo
Il trasporto è in trincea. Camionisti, responsabili della logistica, addetti alle consegne sono in prima linea nella lotta per mantenere i servizi essenziali attivi e per far sì che i contraccolpi economici causati dal Coronavirus siano il meno invasivi possibili. Mentre in molti del settore della logistica bloccano le attività, rischiando di aggravare la crisi economica già in atto, il Gruppo Bracchi ha deciso invece di adottare tutte le misure precauzionali per garantire la sicurezza di tutti i dipendenti, collaboratori e partner cercando al contempo di assicurare la continuità del servizio per i clienti.
In particolare, l’azienda con sede in provincia di Bergamo, uno degli epicentri dell’epidemia, ha subito istituito un comitato di gestione della crisi che ha diffuso un decalogo comportamentale in tutte le sedi del gruppo tra Veneto (nel Vicentino), Lombardia, Slovacchia, Polonia e Germania. Un dipendente su tre ad oggi è in smartworking, sono state sospese le trasferte, è stato predisposto l’uso di mascherine e guanti usa e getta per gli autisti durante il carico presso terzi, ma anche per i magazzinieri e gli sportellisti addetti allo scambio documentale. Non solo: è stato organizzato un controllo degli accessi e screening del personale esterno presente nelle sedi aziendali per prevenire il rischio di contagi.
“Il nostro pensiero, prima di tutto, è andato alle persone che fanno parte dell’azienda e a chi, adesso, è in prima linea nel combattere la pandemia”, spiega Mauro Crippa, direttore generale di Bracchi Group. “Per i nostri dipendenti abbiamo stipulato una polizza assicurativa con Assidim e Marsh SpA che prevede indennità di ricovero dopo il settimo giorno, indennità di convalescenza e diverse forme di assistenza a seguito di ricovero in terapia intensiva causato da infezione da Covid-19″. Nella speranza che nessuno debba mai farvi ricorso, il Gruppo Bracchi vuole con questo dimostrare ai dipendenti tutto il suo supporto.
“Siamo consapevoli tuttavia che le difficoltà che il Gruppo Bracchi sta affrontando sono niente a confronto a quelle dei medici e del personale sanitario”, conclude l’amministratore delegato Lorenzo Annoni. “Per questo, contribuiremo alla raccolta fondi per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e alla raccolta AiutiAMO Vicenza promossa dalla Fondazione San Bortolo e dal Comune di Vicenza. Per moltiplicare l’impegno del Gruppo, per ogni euro raccolto dai dipendenti il Gruppo Bracchi ne devolverà un altro per contribuire alla causa”.