Stiamo attraversando – afferma Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento Europeo – una crisi epocale a causa della quale stiamo pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane. A queste perdite si aggiungeranno conseguenze ancor peggiori dal punto di vista economico ed occupazionale, ancora non quantificabili e nemmeno facilmente prevedibili. Sulla nostra pelle stiamo imparando che alcune scelte operate in momenti di relativa quiete possono rivelarsi estremamente dannose quando le contingenze mutano, accorgendoci solo in quel momento che si è rinunciato volontariamente a preziosi strumenti che in determinati casi possono rivelarsi decisivi per la salute e il futuro delle persone.
È notizia delle ultime ore che il vaccino contro il virus che causa la Covid-19 potrebbe essere disponibile prima del previsto. L’hanno annunciato i ricercatori della University of Pittsburgh School of Medicine coordinati dall’italiano Andrea Gambotto e Louis Falo. Questi primi risultati non sono un miracolo o frutto del caso, bensì del duro lavoro di ricercatori che stanno conducendo i loro studi attraverso la sperimentazione sugli animali.
In Italia, nonostante le eccellenze che sappiamo esprimere nel campo della ricerca, invece di investire in questo campo e dare pieno supporto ai nostri ricercatori, ormai costretti ad andare a condurre le loro ricerche all’estero, abbiamo preferito seguire le crociate di una sparuta minoranza di animalisti ideologizzati. E così il legislatore, provvedimento dopo provvedimento, ha mortificato la possibilità di ricerca attraverso la sperimentazione sugli animali (in più del 90% dei casi si tratta di topi e insetti) a causa delle pressioni inaudite delle associazioni animal-ambientaliste che per far presa sull’opinione pubblica ancora oggi utilizzano furbescamente il termine “vivisezione”, pratica ormai illegale e inutilizzata da più di mezzo secolo. Con il divieto di utilizzo degli animali in alcuni settori di ricerca l’unico risultato che abbiamo ottenuto è stato quello di segare le gambe ai nostri ricercatori e costringerli a continuare la ricerca altrove facendo così registrare eventuali scoperte in altre Nazioni.
Mentre si continua a parlare della necessità di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, si va quindi nella direzione opposta. Gli animalisti nel nostro Paese rappresentano dal punto di vista numerico una minoranza irrisoria che però gode di appoggi mediatici importanti e riesce anche a reperire ingenti risorse economiche attraverso finanziamenti pubblici sottratti a cause ben più importanti e utili per i cittadini italiani.
Anche durante quest’emergenza, mentre tutta la Nazione si sta stringendo attorno al personale sanitario, alla protezione civile e alle nostre Forze dell’Ordine in una gara di supporto e di solidarietà, le associazioni animaliste continuano a chiedere soldi per le loro attività, dimostrando ancora una volta la loro dubbia utilità e l’insensibilità verso i problemi degli esseri umani. Senza contare le esternazioni degli esagitati che addirittura si spingono ad auspicare che il virus colpisca in maniera selettiva determinate categorie di persone che esercitano attività che loro non condividono. Al contrario i cacciatori, i pescatori, gli agricoltori e tutti i portatori della Cultura rurale, al contrario degli animalisti, stanno contribuendo in maniera decisiva alla gara di solidarietà per contrastare e sconfiggere il coronavirus. Una differenza non da poco.
Adesso dobbiamo concentrare tutte le nostre energie per sconfiggere questo subdolo virus e riprendere al più presto possibile in mano le redini del nostro destino come Nazione. Ma questa è una lezione che dobbiamo tenere bene a mente per il futuro, per evitare di ripercorrere gli stessi errori e continuare ad alimentare le perversioni ideologiche di chi antepone la vita di un topolino a quella di un essere umano.
Noi saremo sempre al fianco di tutti quelli che ogni giorno lavorano con passione per il bene della scienza e della salute pubblica, e continueremo, nonostante le minacce, le ingiurie e le offese che quotidianamente continuiamo a ricevere dagli estremisti animal-ambientalisti, ad invitare le Istituzioni e tutte le persone di buonsenso a prendere le distanze da questi soggetti, che altro non sono che il simbolo di un’ideologia che vorrebbe sostituire la ragione.
L’articolo Coronavirus, Berlato (FdI): “un monito contro l’ideologia animalista che vorrebbe boicottare la ricerca” proviene da Parlaveneto.