Vista da qui (sono vicentino ma vivo a Clermont-Ferrand da più di dieci anni dove sono musicista professionista e produttore e ci siamo appena conosciuti dal… vivo) e con i dati attuali sull’emergenza Coronavirus la situazione del sistema sanitario francese è un po’ meno catastrofica rispetto a quella italiana e notevolmente peggiore di quella tedesca (come per l’Italia, la Germania ha preso in carico alcuni ammalati francesi).
Il governo francese, che ha mal giocato il vantaggio di quasi due settimane, forse più, rispetto all’Italia, si è dimostrato colpevolmente impreparato ed inadeguato rispetto all’emergenza, prendendo tardivamente ed in maniera insufficiente decisioni, le stesse prese in Italia, che erano evidentemente necessarie come il “confinamento” (quarantena alla francese).
Pur avendo a disposizione più posti letto in rianimazione, più ospedali (ne sono stati riaperti 60), l’emergenza nelle zone più colpite, il Nord-est del paese la Corsica e l’ Ile-de-France (regione parigina), non si è fatta attendere. Decine di pazienti, quelli in condizioni relativamente meno gravi, sono stati trasportati negli ospedali di tutta la Francia con mezzi dell’esercito, della marina militare ed anche con TGV (treni veloci, ndr) adattati per l’occasione.
Tutti gli ospedali lamentano gravi mancanze di mascherine, respiratori, medicinali. Negli ospedali dei dipartimenti d’oltreoceano la mancanza è totale, hanno ricevuto dalla Francia mascherine scadute spesso ammuffite e, come per l’Italia, hanno accolto con sollievo la proposta di aiuto da parte del governo cubano.
Le cifre degli ammalati e dei decessi sono probabilmente “accomodate” se non false, probabilmente più simili a quelle italiane, che, pure, ad alcuni analisti sembrano sottostimate. Molti ammalati, anche gravi, sono abbandonati alla loro sorte a casa loro e presi in carico dagli ospedali quando oramai le loro condizione sono disperate.
Anche dal punto di vista economico, le misure sono sicuramente inadeguate e non proporzionate, su tutte l’autorizzazione data al patronato di portare a 60 le ore settimanali di lavoro. Cosa vuol dire? Vuol dire che il governo ha autorizzato le aziende a far lavorare i dipendenti fino a 60 ore per settimana, questo nell’intento di far aumentare la produttività e rilanciare al più presto l’economia secondo la perfetta filosofia dil Macron & c.
Gli stanziamenti annunciati da Macron ad inizio crisi, si stanno dimostrando cosa effimera, parole volte a dare del paese l’idea di unaforza e di una solidità che in concreto non esistono.
L’impressione, sempre più una certezza, è che le differenze tra Francia ed Italia siano davvero poca cosa, ne sia dimostrazione il fatto che la posizione comune dei due paesi rispetto alla Europa (leggi Germania) sia, di fatto e a parte i soliti ammiccamenti tattici con la Merkel, univoca.
Come si dice: ” Mal comune mezzo gaudio”.
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