NBA, post season a porte chiuse? LeBron James ci ripensa…

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È passato quasi un mese dalla sera dell’11 marzo nella quale, alla vigilia del match fra gli Oklahoma City Thunder e gli Utah Jazz, il giocatore francese Rudy Gobert si sente male poco prima della palla a due. Scortato negli spogliatoi gli viene fatto un repentino tampone e si scopre positivo al Covid-19, il famigerato virus che in Europa aveva già cominciato a far parlare di sé.

Il pubblico venne fatto evacuare dal’arena e la partita fu rinviata, ma non solo questo: l’intero campionato NBA venne interrotto a causa del numeroso pubblico presente ad ogni partita e della presenza di molte stelle del campionato americano risultate positive al coronavirus.

Questa improvvisa interruzione ha causato una danno economico ingente, con gli addetti degli impianti sportivi rimasti disoccupati, le franchigie senza la loro prima fonte di guadagno e gli stessi giocatori che rischiano di perdere gran parte del loro stipendio annuo.

Ora torna su suoi passi anche LeBron James, stella dei Los Angeles Lakers, che ad inizio marzo aveva denigrato l’idea di giocare a porte chiuse. Si rimangia quindi le parole il numero 23 gialloviola che, rischiando di veder cancellata la sua meravigliosa stagione nella quale aveva condotto i Lakers ai playoff per la prima volta dopo 9 anni, dichiara di essere disposto a giocare la post season in maniera atipica.

Gira voce infatti che i playoff NBA potrebbero venir disputati in estate in una località isolata da tutti, probabilmente Las Vegas, e completamente senza pubblico, per evitare di cancellare l’intera stagione.

Una dichiarazione, quella di James, rilasciata probabilmente dopo aver visto come il coronavirus stia influenzando il mondo sportivo. In Italia tutti i campionati di basket sono stati cancellati, e, visto l’aggravarsi della situazione sui contagi e morti in America, non è escluso che anche la stagione NBA non venga mai ripresa.

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