Dove va la Biblioteca Civica Bertoliana dopo l’uscita del direttore Giorgio Lotto e del presidente Giuseppe Pupillo: ce lo dicano i nuovi aspiranti amministratori

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Ora la Biblioteca Civica Bertoliana inizia una nuova fase. Il direttore Giorgio Lotto, dopo molti anni godrà del riposo pensionistico; egli lascia la libreria con una situazione difficile. Dieci anni, quasi, di amministrazione curata dal sindaco Achille Variati, dal vicensindaco Jacopo Bulgarini d’Elci e del presidente Giuseppe Pupillo non ha in alcun modo potenziato nel giusto modo un patrimonio della città di Vicenza che meriterebbe non solo più attenzione da parte degli amministratori, ma anche di un potenziamento per farla diventare quel polo culturale che essa è comunque, di là anche della mancanza di cura.
Esisteva un progetto dieci anni e più anni fa, che avrebbe portato la Bertoliana a una dimensione nuova, più moderna nella possibilità di fruizione, quello che è stato fatto, ad esempio a Padova o ad Arzignano. Gli interventi che sono stati, invece, fatti sono pochi, e quasi tutti nella preoccupazione “statica” del palazzo che ospita la prestigiosa biblioteca. In essa lavorano addetti di sicuro livello, che con attenzione e capacità svolgono i loro compiti, superando difficoltà e scarsi mezzi. Basti pensare che i lettori di microfilm sono a dir poco obsoleti, che per ottenere delle scansioni, oltre al pagamento, superiore a quello della Biblioteca Nazionale di Firenze, sono necessari tempi lunghi per la scarsità di personale. Sembrava che con l’ingresso di imprenditori nel Consiglio di amministrazione le cose sarebbero cambiate, nulla è apparso. Gli amici della Biblioteca, associazione già progettata dall’ex Presidente Mario Giulianati, hanno dato prova di voler fare qualche cosa, ma oltre alle cene e alla vendita di libri usati non è riuscita a fare molto. La situazione quindi della Biblioteca durante l’amministrazione Variati e di chi ne aveva la responsabilità politica non è stata buona. Certo gli interessi dell’assessore alla crescita, secondo responsabile dopo il Sindaco, erano altri, come hanno ben attestano le sue scelte. Molte delle quali, soprattutto le sperimentazioni, modi armai arcaici di fare teatro, all’Olimpico non lasciano nemmeno un ricordo, se non quello proferito dal Sindaco stesso che si era impegnato, dato l’interesse, ad approfondire uno spettacolo, i cui contenuti sacrileghi hanno fatto torto a Vicenza, alla sua storia, alla sua cultura, e soprattutto alla sua fede. Ma tant’è che chi progettava non ha riscosso ciò che credeva dovuto, i voti alle primarie del suo stesso riferimento politico.
La situazione di grave carenza igienica dei servizi in dieci anni non ha trovato che una “mano di bianco”, facendo più dei “sepolcri imbiancati” che non una situazione dignitosa. Il sindaco stesso, dopo prolissa lettera allo scrivente, se ne è completamente disinteressato, non lo riguardava o meglio, non curarsene era ” far dispetto” sempre allo scrivente?
Ora in ambito delle primarie nulla è stato detto a proposito di migliorare la gloriosa Biblioteca da parte dei contendenti, nemmeno di quello che avrebbe dovuto farlo per incarico ricoperto.
Per buona fortuna è tempo di cambiamento, è ricordare che è necessario provvedere alla Biblioteca in modo migliore di quello fatto in dieci anni, dovrebbe essere un fiore all’occhiello di coloro che si presentano ai cittadini vicentini, perché proprio nell’epoca di internet occorre operare in modo che le Biblioteche siano riferimenti validi anche per chi, dalla Patagonia, necessita di consultare un testo bertoliano o ottenere una scansione. Non sono investimenti colossali, forse ciò che è stato sprecato per pseudo sperimentazioni teatrali all’Olimpico avrebbe consentito un vero miglioramento di quella che è , per iscrizione, addirittura in grafia greca, ma tolta dalla gestione attuale della Bertoliana, la clinica dell’anima, un motto che campeggia nella prima sede e che si riferisce alla biblioteca mitica di Alessandria.
Un impegno veramente vicentino e uno sforzo importante debbono quindi compiere i nuovi amministratori, che non possono certo essere in continuità con l’attuale, in scadenza, amministrazione.