Dopo i primi interventi di Covolo, Zanettin e Asproso anche il deputato Erik Umberto Pretto, membro della Commissione IV Difesa alla Camera dei Deputati e della Commissione bicamerale di inchiesta sul fenomeno delle mafie, partecipa al dibattito sul dopo Coronavirus su “Ambiente, infrastrutture, edilizia, scuole, ricerca e sanità: i temi che dopo il Coronavirus devono diventare… virali“.
AMBIENTE: I dati parlano chiaro e dicono che con le restrizioni alla circolazione introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, l’inquinamento si è decisamente ridotto. Questa situazione di emergenza deve servirci da spunto di riflessione sulle azioni che dobbiamo intraprendere per salvaguardare il nostro territorio. Sarà dunque importante ripartire con un forte investimento pubblico volto a realizzare o adeguare infrastrutture che consentano un’efficiente mobilità sostenibile. Da un lato sarà fondamentale attuare interventi viabilistici che consentano un maggiore deflusso del traffico specialmente nelle grandi aree urbane: penso, ad esempio, a quanto utili si siano dimostrate le nuove rotatorie laddove prima sorgevano vetusti semafori che creavano insostenibili intasamenti, aumentando quindi il livello di inquinamento. Allo stesso modo, sarà utile continuare nell’opera di superamento dei vecchi passaggi ferroviari che creano un continuo blocco al flusso automobilistico. Sarà altresì importante ultimare le grandi opere di viabilità che sono state già iniziate e che devono quindi essere concluse rapidamente affinché possano essere concretamente funzionali al territorio in cui sorgono. Dovranno poi essere incentivati investimenti pubblici che consentano di implementare la metropolitana di superficie a livello veneto: nel momento in cui riusciremo a rendere più agevole l’utilizzo del trasporto su rotaia, aumentando la frequenza delle corse e la capillarità della rete ferroviaria, certamente potremo avere una riduzione del traffico su gomma. Solo allora potremo pragmaticamente chiedere ai cittadini di favorire un utilizzo più razionale dell’auto, prediligendo i mezzi pubblici.
SANITA’: Il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha dimostrato di saper reggere con efficienza, nonostante le riduzioni di posti letto avvenute negli anni, anche di fronte a un’emergenza epocale come quella del Coronavirus. In modo particolare, abbiamo avuto modo di constatare quanto l’organizzazione sanitaria territoriale attuata dalla Regione Veneto si sia dimostrata capace di contenere uno straordinario afflusso di persone verso gli ospedali, grazie alla presenza capillare di presidi sanitari minori. Trovo quindi assolutamente inappropriate le dichiarazioni fatte da esponenti politici vicini all’attuale maggioranza di Governo, secondo i quali nel futuro sarebbe utile riconsiderare una centralizzazione della gestione sanitaria; è evidente che su tutto il territorio nazionale debbano essere garantiti dei servizi essenziali di qualità, ma ritengo non tollerabile che il Governo possa utilizzare l’emergenza Coronavirus per sottrarre autonomia alle Regioni che si sono dimostrate più virtuose. L’Italia può superare la crisi sistemica in cui è immersa da anni soltanto attraverso la concessione di forti autonomie ai territori, che dovrà essere accompagnata da riforme istituzionali che consentano contemporaneamente una chiara governabilità.
INFRASTRUTTURE ED EDILIZIA: il crollo di un altro ponte nei giorni scorsi in Toscana ha puntato di nuovo i riflettori, fino a questo momento focalizzati sull’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, sullo scarso stato di manutenzione delle nostre infrastrutture e sulla fragilità del nostro territorio. Senza dubbio, finita questa situazione emergenziale, dovremo cercare di gestire le risorse destinate alle grandi opere in maniera oculata, puntando alla conservazione di quelle esistenti, che devono essere adeguatamente manutenute. Senza dimenticare oltretutto l’importanza che dovrà essere data alla realizzazione di piccoli e grandi interventi atti a mettere in sicurezza idrogeologica il territorio. Per quanto riguarda il settore dell’edilizia, sarà fondamentale incentivare la ristrutturazione degli edifici esistenti rispetto alla realizzazione di nuove aree urbane: questo consentirà da un lato di riqualificare il patrimonio edilizio esistente e dall’altro di limitare il più possibile il consumo di suolo. Per favorire le ristrutturazioni, però, dovranno essere resi strutturali degli incentivi che in passato sono stati ideati come misure temporanee, come ad esempio il sisma-bonus e l’eco-bonus. In tal senso sarà importante continuare con decisione anche il processo di riqualificazione e adeguamento del patrimonio edilizio pubblico, creando nuove forme di utilizzo pubblico o sociale per i tanti immobili abbandonati quali ex scuole, ex caserme militari, ex magazzini.
SCUOLA E RICERCA: a causa della chiusura delle scuole e per non compromettere l’anno scolastico, gli insegnanti hanno dovuto adattare alla situazione la loro attività di insegnamento tramite sistemi informatici e il ricorso alla didattica on-line, pur non essendo evidentemente stati nelle condizioni di far fronte a questa emergenza vista la strutturale carenza di strumentazione informatica di cui purtroppo sono oggetto le nostre scuole. Una volta conclusa questa crisi sanitaria e in vista della riapertura degli istituti scolastici, si dovrà cercare quindi di incentivare l’istruzione anche in forma telematica, rendendola più efficiente e accessibile a tutti. Per quanto riguarda la ricerca, non dobbiamo dimenticare che il Covid-19 è stato individuato e isolato presso l’istituto Spallanzani di Roma, a riprova della qualità del nostro sistema universitario e di ricerca. Sarà perciò doveroso stanziare maggiori fondi per la ricerca universitaria, specialmente per quelle materie che possano essere di vitale importanza per il Paese come la sanità, la produzione industriale e la produzione agricola. Il capitale umano è la vera ricchezza nazionale, perciò dovremo valorizzare i tanti ricercatori che studiano presso le nostre Università cercando di creare dei percorsi di formazione atti ad inserirli prontamente nel mercato del lavoro locale, affinché possano costruire il proprio futuro in Italia senza dover necessariamente emigrare all’estero per svolgere con dignità la loro professione.
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