Ecatombe da Coronavirus nelle Case di riposo in Veneto, Zardini e Rotta del Pd alla Lega: «Ispezioni per garantire la salute di tutti»

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Alessia Rotta e Diego Zardini, Coronavirus e case di riposo in Veneto
Alessia Rotta e Diego Zardini, Coronavirus e case di riposo in Veneto

«La regione finge di non capire così da fare confusione e continuare a non occuparsi del problema. Quanto sta accadendo nelle nostre case di riposo è un’ecatombe: sono i numeri a dirlo non il PD o il Governo. Sono le famiglie degli ospiti, i sindaci, gli operatori. Troviamo sconvolgente che rispetto a un problema tanto grave e tangibile la risposta sia una rissa dentro la quale menare mazzate, dall’alto di un’autoproclamata superiorità, per ingannare l’opinione pubblica e lasciare che le persone si ammalino o perdano la vita». I deputati veneti del PD, Alessia Rotta e Diego Zardini rispondono con la nota che pubblichiamo alle accuse dei parlamentari della Lega, chiedendo di non ricorrere alla tecnica di spostare il piano della discussione su altri temi.

«Temi sui quali avremmo diverse cose da dire. Se il governo ha fatto poco, la Regione finora ha fatto zero tondo. Con la differenza che il ‘poco’ del governo è già arrivato nei conti correnti dei cittadini, mentre la Regione ha milioni di euro di arretrati che non paga ai propri fornitori. Ma di questo ne riparleremo a partire proprio dalle risorse che metterà la Regione Veneto».

Vogliamo richiamare la questione delle case di riposo, spiegano i deputati del PD. «Lo facciamo a seguito delle segnalazioni e abbiamo richiesto ispezioni per il bene della comunità e degli ospiti ed eventualmente il commissariamento della gestione delle Case di riposo non dell’intera sanità. Chiediamo infine alla Lega di abbandonare ora e per sempre le modalità intimidatorie con cui sta gestendo questa crisi. Che ci siano dei problemi è evidente a tutti e nessuno pretende che gli amministratori abbiano la bacchetta magica, ma non neghino le difficoltà e le affrontino. Due semplici esempi: i tamponi non vengono fatti neppure alle persone che presentano sintomi e le guardie mediche non fanno visite domiciliari perché, per loro stessa ammissione, non gli vengono forniti né i camici né i dispositivi di protezione individuale. Al governo della Regione si chiede di intervenire, come può e con le risorse che ha, e non di stilare elenchi di medici e operatori sanitari che osano evidenziare errori o problematiche».

«Ribadiamo la più sincera volontà di collaborazione con la Regione, con le istituzioni sanitarie e con il governo. Noi non siamo contro la Regione. Siamo per la tutela degli ospiti, delle loro famiglie, dei lavoratori e della sanità», concludono Rotta e Zardini.


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