I sette sindaci dei capoluoghi del Veneto uniti nell’appello al Governo per la ripartenza. Rucco: “attenzione alla sicurezza”

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I sindaci delle Città capoluogo del Veneto fanno fronte comune e presentano un documento (Leggi il testo del documento ndr) condiviso con 20 concrete proposte al Governo per aiutare gli Enti locali nella fase della ripartenza che si sta per aprire. L’iniziativa è stata presentata questa mattina con una conferenza stampa in web-conference dalla Smart Control Room dell’Isola Nova del Tronchetto di Venezia con connessi tutti i primi cittadini firmatari del documento: Luigi Brugnaro per Venezia, Mario Conte per Treviso (che è anche presidente di Anci Veneto), Federico Sboarina per Verona, Francesco Rucco per Vicenza, Sergio Giordani per Padova, Jacopo Massaro per Belluno ed Edoardo Gaffeo per Rovigo.

“I danni sono davvero ingenti – ha esordito Mario Conte – Prima abbiamo vissuto la preoccupazione sanitaria, e ringrazio la Regione e il governatore Luca Zaia per la sua azione, poi abbiamo vissuto la preoccupazione per i bilanci di cittadini e commercianti, ora per i conti degli enti locali e per i servizi erogati. Noi sindaci abbiamo apprezzato lo stanziamento di 3,5 miliardi di euro da parte del Governo, ma deve essere solo un primo passo e ne serviranno altri. La conta dei danni è inestimabile. Questo è il partito dei sindaci – ha aggiunto – Un partito che, al di là delle appartenenze politiche, ci vede uniti ai colleghi di altri 560 comuni veneti nel voler rispondere ai cittadini nei prossimi difficili mesi”.

Per farlo i sindaci veneti chiedono strumenti contabili ad hoc puntando soprattutto sulla sburocratizzazione: “Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare insieme – ha aggiunto il sindaco di Padova Sergio Giordani – Chiedo di liberare i nostri Comuni dalle limitazioni del patto di stabilità, perché siamo Enti virtuosi. Non stiamo chiedendo un euro al Governo, chiediamo solo che ci siano dati gli strumenti per rispondere ai bisogni dei cittadini”.

Una richiesta trasversale e univoca: “Tutti e sette i sindaci hanno condiviso i 20 punti del documento – ha affermato Federico Sboarina, sindaco di Verona – Saremo fermi e determinati, ne va del futuro dei nostri cittadini. L’impatto della crisi per gli enti locali è stato devastante, ma una volta che arriveranno risorse non potremo sbattere contro la burocrazia”.

Si chiedono procedure più snelle e liquidità sufficiente: “Abbiamo la necessità di coprire i mancati introiti per poter garantire i servizi alla popolazione – ha spiegato il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco – In più nell’ultimo capoverso della lettera di accompagnamento al documento chiediamo strumenti di gestione dell’ordine pubblico straordinari. Sul tema della sicurezza nei prossimi mesi dovrà esserci un’attenzione particolare”.

“Per gli enti locali è la tempesta perfetta – ha aggiunto il primo cittadino di Rovigo, Edoardo Gaffeo – diminuiscono le entrate e aumentano in maniera esponenziale le richieste della comunità, tutti temi su cui i sindaci sono e saranno in prima linea. E’ necessario avere a disposizione risorse immediate e concrete”.

Le richieste al Governo sono state definite “tecniche ma importanti” dal sindaco di Belluno Jacopo Massaro: “I Comuni oggi erogano quasi il 90% dei servizi ai cittadini – ha spiegato – ma rappresentano solo il 7,6% della spesa dello Stato e il 2% del deficit. In questa fase post emergenziale servirà puntare su di loro, ma i Comuni sono come aziende, non possono fare debito pubblico. Possono erogare servizi solo a fronte di entrate sufficienti, per questo abbiamo la necessità che ci vengano dati gli strumenti necessari, che oggi chiediamo al Governo e che presto chiederemo anche alla Regione del Veneto”.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha sintetizzato le posizioni dei colleghi e spiegato la genesi dell’iniziativa congiunta: “Siamo partiti da un documento sottoscritto tra tutti i 44 sindaci del Veneziano – ha sottolineato – il testo è stato emendato e migliorato per venire incontro alle necessità delle principali città venete. E’ il momento dell’unità per rispondere ai problemi dei cittadini, che sono a casa e sono spaventati dalla crisi economica.  Un bilancio complessivo dei danni, stando alle prime stime, si aggira tra i 220 e i 240 milioni di mancati introiti per le casse dei Comuni capoluogo veneti, tra cui spiccano i 115 milioni di euro per il Comune di Venezia, senza contare le società partecipate. I piccoli imprenditori e quelli della filiera turistica sono stati colpiti al cuore, la città è in ginocchio da questo punto di vista. Il Governo – ha rimarcato – deve comprendere l’importanza dei Comuni, per questo ci aspettiamo una sua risposta rapida. Il tema più importante è il trasporto pubblico locale – ha concluso – non siamo in condizione di riprendere con le stesse logiche di prima, però è evidente che il Veneto ha una struttura politica e sociale trasversale su cui puntare, di questo vado decisamente fiero”.


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