La commissione Europea ha proposto un intervento legislativo a tutela di chi denuncia illeciti in ambito lavorativo
Il Whistleblower è un individuo che, nel corso della propria attività lavorativa, viene a conoscenza di atti o omissioni che rappresentano una potenziale minaccia o danneggiano effettivamente l’interesse pubblico e decide di denunciare o rivelare informazioni su tali attività. Nella definizione di interesse pubblicano rientrano sia le attività illecite che quelle che possono danneggiare i consumatori, la salute pubblica oppure l’azienda stessa. La denuncia può essere effettuata presso la direzione dell’azienda (manager, direttori o altri responsabili), le autorità di vigilanza o di regolamentazione, altre autorità competenti oppure verso il pubblico (attraverso i media o altri mezzi).
I Whistleblowers rischiano di essere esposti a pesanti ritorsioni, dal demansionamento al licenziamento all’instabilità economica. La paura di subire questo trattamento ha sicuramente un impatto sui possibili Whistleblowers. La protezione dei Whistleblowers è un tema molto dibattuto in Europa, sia a livello delle istituzioni dell’UE che dei Paesi membri. Per rispondere prontamente a tale situazione, il Parlamento Europeo ha sollecitato e invitato la Commissione Europea a presentare ed adottare una proposta legislativa capace di costruire un quadro normativo per garantire una maggiore tutela e protezione dei Whistleblowers a livello europeo, sia nel settore pubblico che privato, cosi come nelle istituzioni nazionali ed europee.
La Commissione europea ha già espresso il suo supporto per la protezione dei Whistleblowers e si è già attivata per adottare norme per la loro tutela in diversi settori. Allo stesso modo, diversi Stati membri si sono già mobilitati per introdurre misure per la loro protezione, dal momento che la loro tutela permetterebbe di prevenire ulteriore violazioni e abusi di legge.
Unione Fiduciaria propone inoltre l’Osservatorio Antiriciclaggio una newsletter che vuole aggiornare i lettori sull’evoluzione delle normative internazionali, siano esse vincolanti o meno, e sulle “best practices” in fatto di politiche AML-CFT. Il quadro di riferimento internazionale ed europeo guida, infatti, la normativa nazionale e dall’Osservatorio si possono ottenere preziose indicazioni sugli sviluppi futuri nel nostro Paese delle normative antiriciclaggio.