Nomadi, Vicenza Capoluogo si rivolta contro l’amministrazione Variati: la strada delle ordinanze è un vicolo cieco che non risolve la questione, servono percorsi inclusivi

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Già quando nell’aprile scorso avevamo detto al sindaco Achille Variati, all’assessore Dario Rotondi e all’assessore Isabella Sala che la politica delle ordinanze era di poca utilità per contrastare il degrado e il disagio denunciato dai cittadini rispetto alla presenza dei “nomadi” nei loro quartieri, eravamo certi di come sarebbero andate le cose. E difatti, nonostante una mezza dozzina di ordinanze in dieci mesi e dodici aree anti bivacco, il problema in questi mesi non si è risolto, ma si è spostato di zona in zona, aizzando tensione sociale in molte di queste, creando degrado diffuso e soprattutto mostrando la scarsa capacità da parte dell’Amministrazione di avviare autentiche politiche sociali di medio/lungo periodo.

Le due pattuglie antidegrado della polizia locale (quattro persone al mattino, altrettante al pomeriggio, una pattuglia alla sera: un totale di 10 persone al  giorno) passano mediamente il 60% del loro tempo a controllare questi 5-7 camper. Sono risorse tolte alla sicurezza stradale, alla prevenzione della criminalità e all’ordine pubblico più in generale. Ci sentiamo distanti da una Amministrazione che tollera che bambini di 5 anni dormano dentro dei furgoni, allontanati da un quartiere dopo l’altro. Non è compito del Governo cittadino garantire loro un futuro diverso?
Più volte abbiamo sollecitato il Settore Sociale perché si attivasse nel portare avanti percorsi inclusivi in quanto molti di questi nuclei familiari sono costituiti appunto da minori, da adolescenti o giovani che, presumibilmente tra qualche anno, diventeranno a loro volta genitori, alimentando quindi il fenomeno di estrema povertà, disagio e non inclusione, associato anche all’inevitabile presenza di nuovi minori in difficoltà. Avevamo anche presentato ad ottobre una domanda di attualità al Sindaco e all’assessore Sala chiedendo di conoscere se l’Amministrazione Comunale avesse intrapreso una interlocuzione con i comuni di provenienza al fine di una gestione condivisa della questione e quale fosse lo stato di avanzamento della richiesta di adesione al programma ROMACT. Le risposte generiche dell’assessore Sala ci avevano fatto comprendere con chiarezza che non vi fosse alcuna concreta strategia, ma quasi la volontà di arrendersi di fronte alle oggettive difficoltà, perseguendo strade che sono vicoli ciechi, che non risolvono né risolveranno mai la questione. L’ordinanza che prevede un’unica “zona rossa” ancora più vasta ne è la riprova.
La nostra Associazione continua ad insistere e a pungolare l’Amministrazione, che riteniamo debba esercitare appieno il ruolo di Comune Capoluogo, anche nei confronti dei Comuni contermini, affinché si attivino soluzioni diverse da quelle esclusivamente coercitive. Riteniamo, come spesso abbiamo scritto, che alla mano della fermezza debba essere sempre accompagnata la mano della solidarietà: il tema dei “nomadi” non è legato alla sicurezza, quando essa è conseguenza di politiche di inclusione sociale che sappiamo essere spesso fallimentari. Cionondimeno è dovere perseverare, agendo e percorrendo ogni strada possibile che miri a risolvere la questione, nell’ottica del bene comune, anche dei “nomadi” quindi.

Il direttivo di Vicenza Capoluogo