Nella precedente puntata della nostra rubrica sulla disinformazione via web, Posto ergo cogito?, abbiamo esaminato le reazioni al video anti tedesco di Tullio Solenghi focalizzandoci, a proposito dei comment (finora 1.800 tutti “consultabili” qui dove è anche visionabile il video con oltre 54.000 visualizzazioni, ndr), sulle accuse di populismo.
Non poteva mancare in un contesto caratterizzato da un confuso coacervo di nazionalismo, razzismo e populismo anche l’accusa di sovranismo, che oggi va molto di moda in Italia e in Europa: «Ma taci, ****** sovranista!»
A ben vedere, in realtà, ciò che va di moda non è tanto l’idea sottesa al sovranismo, giacché al fondo di tale atteggiamento politico non vi è altro che una vecchia richiesta da parte di alcuni partiti e movimenti di evitare che molte competenze e prerogative dello Stato nazionale, che è sovrano, finiscano nelle mani di enti e istituzioni politiche sovranazionali o internazionali.
E la ragione di tale opposizione potrebbe essere anche comprensibile e condivisibile, infatti il trasferimento di potere ad un livello superiore rende le politiche sociali ed economiche relative all’ambito locale sempre più fluide e poco trasparenti, sicuramente distanti dalla base popolare, motivo per cui in questa accezione il sovranismo potrebbe legarsi bene ad una certa forma di populismo.
Chiariamo che messa in questi termini, l’accusa di sovranismo viene mossa in Italia principalmente da simpatizzanti di sinistra verso esponenti di destra, Lega e Fratelli d’Italia in particolare, che associano al sovranismo un palese euroscetticismo; d’altro canto, non sarebbe del tutto alieno, in questo scambio di accuse in un rinnovato lessico politico, che soggetti che trafficano con idee di destra possano accusare i loro concorrenti di sinistra di buonismo, per la loro manifesta tendenza all’accoglienza, all’internazionalismo, alla difesa degli immigrati, dei poveri, valori di cui pare che oggi ci si debba vergognare, dal momento che essere buoni sembra sia diventato un vero problema.
Tuttavia, un utente, in particolare, mette in guardia almeno noi di Posto ergo cogito? perché nota un cortocircuito politico nel video incriminato: «Ma tu Solenghi, non sei di sinistra, e, convinto europeista? Beh! l’Europa, è nata per questo! Non certo per aiutare i popoli! Gli altri paesi, durante le crisi, diventano sovranisti! Solo voi tonti di sinistra, non lo vedevi! Ed ora, proprio voi di sinistra, e, convinti europeisti, tirate fuori queste cialtronaggini».
Ecco, su questo punto, però, bisogna stare attenti. Intanto analizzare la posizione precedente non è proprio semplice: se è chiaro che il discorso antitedesco sia una “cialtronaggine”, e forse anche il sovranismo, è anche chiaro che l’Unione europea non aiuta i popoli, e, mentre gli altri paesi diventano sovranisti, che pare essere un’evoluzione positiva, Solenghi, che è di sinistra, rimarrebbe ancorato ad una vetusta idea di Europa. Potremmo provare a fare un po’ di chiarezza.
Si diceva prima che il sovranismo non identifica un atteggiamento politico nuovo, tuttavia è il termine che è entrato nel lessico della politica di recente e, infatti, anche la bibliografia che riporta nel suo titolo un riferimento specifico al sovranismo parte in maniera massiccia solo dal 2018 e per i lettori più attenti suggeriamo sul tema Sovranità[1] di Carlo Galli.
Eppure, a ben vedere, in passato nel nostro Bel Paese questa resistenza della politica ad evitare che il potere passasse nelle mani di organizzazioni sovranazionali ed internazionali è stato uno dei cavalli di battaglia della sinistra, quella più intransigente, un tempo si diceva massimalista. Ma oggi risulta un termine vetusto, e poiché anche il Ministro Azzolina ha detto che dobbiamo liberarci delle «visioni vetuste della scuola» – che poi anche «vetusto» mi sembra un termine vetusto – meglio usare «vecchio», almeno i vecchi, come ai tempi del Coronavirus, li vediamo andarsene tutti i giorni.
L’idea di evitare che la sovranità nazionale passasse nelle mani di organi di controllo esterni di tipo militare, come la NATO, ad esempio, oppure di tipo politico informale, come la cosiddetta Troika, sin da tempi non sospetti è stato un elemento portante della sinistra più radicale.
Già nel 2013 SYRIZA, la sinistra greca radicale di Tsipras, che è diventato poi un modello di opposizione politica anche in Italia, ha criticato le politiche della Troika, che si configura come uno strano mostro istituzionale sovranazionale, ma non eletto e non delegato espressamente dai cittadini, costituito dai rappresentanti della Commissione Europea, della Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale.
Insomma, non è proprio facile districarsi tra le varie componenti della variegata politica nazionale e internazionale, ma una cosa appare chiara, e questo sulla sua semplificazione degli argomenti sul web si percepisce fortemente, cioè che talvolta, come in questo caso e in molti altri, le frange più estreme della sinistra e della destra sembrano stranamente concordare.
[1] C. Galli, Sovranità, il Mulino, Bologna 2019.
Segue, qui tutte le puntate di Posto ergo cogito?