Laura Puppato, candidata nel collegio uninominale di Montebelluna, Castelfranco Veneto, Belluno e nel collegio plurinominale di Venezia, Belluno, Treviso e Rovigo, si muove di nuovo a salvaguardia dei risparmiatori di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, confluite in Intesa Sanpaolo e proprio alla banca di Torino, oltre al Ministro Padoan si rivolge per chiedere che: “Venga salvaguardato chi aveva fidi con tassi preferenziali, nati per operazioni baciate a cui era stato costretto da vere e proprie truffe da parte delle ex-popolari, che in questi giorni stanno ricevendo ordini di rientro a tassi fino al 20%. Tassi esosi da sostenere col rischio reale di finire nella black list dei cattivi pagatori, il che produrrebbe una ulteriore contrazione del credito nel nostro territorio, vanificando in parte la crescita economica“.“Banca Intesa non ha certo l’obbligo di far proprie colpe che non le appartengono, ovviamente, ma è importante che si ponga, come in parte già fatto con il fondo di 100 milioni, con atteggiamento costruttivo nei confronti del territorio veneto, perché proprio grazie alla dinamicità della nostra economia potrà trovare risposte e capacità di investimento e una notevole crescita del proprio gestito – dice ancora Puppato – serve un po’ di tempo e molta lungimiranza. Per questo ho contattato direttamente i vertici di Banca Intesa con cui ho interloquito anche nel recente passato trovando ascolto e disponibilità, spero che anche stavolta sappiano comprendere e risolvere a favore di chi è già stato messo in grave difficoltà dal comportamento illecito delle amministrazioni precedenti delle due banche venete.”
Oltre al contatto diretto con i vertici di Intesa, la senatrice di Montebelluna ha depositato un’interrogazione scritta al Ministro Padoan, in cui si chiede:
“se non ritenga necessario valutare, in sede di definizione della procedura di Liquidazione Coatta Amministrativa, l’istituzione di idonee istruzioni per tutelare il risparmiatore, prevenendo defatiganti contenziosi giacché- ai sensi delle vigenti normative – prospettano la possibilità, per le operazioni fin qui descritte, di illegittimità sia giuridica sia costituzionale ai sensi dell’art. 47 e più in generale degli artt. 2 e 3 della Costituzione;
se non ritenga di dover intervenire attraverso Banca d’Italia per chiedere una immediata revisione dei tassi, così onerosi da apparire simil-usura, da parte di Banca Intesa; pur apparendo come scoperture di conto corrente oltretutto, sappiamo che non è così, ma si tratta della prosecuzione di situazioni di irregolarità e rischio messe in campo dalle ex popolari;
se non intenda procedere dando priorità assoluta a queste casistiche di investitori nella graduatoria dei rimborsi in corso di definizione a seguito dell’erogazione del fondo straordinario istruito dallo Stato con la legge di Bilancio appena emanata, in modo che l’azione congiunta Stato-Banca Intesa ponga al riparo i soggetti interessati dal danno irreparabile di essere escussi, con il rischio spesso della propria abitazione, e marchiati come cattivi pagatori, solo a causa dei tempi lunghi delle procedure di riconoscimento del ristoro. I risparmiatori sarebbero drammaticamente beffati due volte.”__
Allegato: testo interrogazione
Interrogazione a risposta scritta_ al Ministro dell’Economia e delle Finanze
Premesso che:
a seguito del d.l. 25 giugno 2017, n. 99 “Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e di Veneto Banca S.p.A.”, convertito con modificazioni dalla L. 31 luglio 2017, n. 121, Banca Intesa-Sanpaolo ha assunto parte della proprietà e il completo controllo e gestione delle due ex-banche popolari sopracitate, allo scopo di impedire la cessazione delle loro attività con le ripercussioni economiche sociali, di imprevedibile portata, che avrebbero avuto;
nel mese di dicembre 2017, Banca Intesa ha provveduto al completamento del trasferimento dei clienti e relativi conti correnti nella nuova banca proprietaria, con alcuni errori tecnici che hanno portato, ad esempio, all’addebito in C/C del costo del deposito dei titoli, azzerati per la liquidazione coatta delle due banche, errore a cui i vertici bancari hanno prontamente dichiarato di voler porre rimedio;
richiamato che:
le ispezioni di Banca d’Italia, Consob e BCE, presso gli istituti della BpVi e di Veneto Banca hanno evidenziato quanto fosse sviluppato il fenomeno delle operazioni “baciate”, ovvero operazioni che hanno indotto il cliente ad acquistare azioni o altri titoli delle due banche, attraverso finanziamenti per le necessità attuali o future con l’apertura di affidamenti ad hoc o aperture di credito senza affidamento, ma con tassi così bassi o quasi nulli da far ritenere l’operazione accettabile anche da parte del cliente che non poteva far valere la vendita delle proprie azioni, perché bloccate dalla crisi vissuta dalle due banche in quegli anni;
tali operazioni sono state considerate causa di nullità dei contratti ed elemento di turbativa grave nell’ambito dei procedimenti legali fin qui giunti a sentenza, per l’evidenza di forme di ricatto e falsa bonomia nei confronti dei soggetti deboli ovvero i risparmiatori incolpevoli, sia per quanto riguarda l’acquisto dei titoli, sia per quanto riguarda l’apertura contestuale del debito bancario;
considerato che:
le due ex-popolari hanno svolto un’azione dissuasiva e frapposto ostacoli via via più duri, alla vendita delle azioni a fronte della accentuata necessità di capitale;
molte operazioni “baciate” passavano per l’utilizzo spregiudicato della concessione di mutui e di fidi, per cui al cliente che avesse avuto necessità di liquidità, sarebbe stata proposta l’acquisizione di azioni tramite l’apertura di un fido con tasso minimale, anche sotto il 1%, o viceversa sarebbe stata implementata la cifra richiesta con un mutuo, al fine di includere l’acquisizione di titoli bancari;
contemporaneamente, le due ex-popolari hanno sempre frapposto ostacoli via via più duri alla vendita delle azioni, qualora i clienti la richiedessero, soprattutto nel caso in cui i clienti non fossero in grado di onorare le rate dei mutui e avessero voluto far fronte al debito cedendo le azioni;
Banca Intesa-Sanpaolo ha ereditato dunque una situazione dei conti correnti decisa- mente variegata e confusa, con situazioni inspiegabili dal punto di vista economico, ma perfettamente comprensibili alla luce di quanto ormai noto ed espresso nella presente interrogazione;
in virtù del d.l. 99/2017, già richiamato in premessa, che all’art. 3, c. 1, lett. c esclude “le controversie relative ad atti o fatti occorsi prima della cessione, sorte successivamente ad essa, e le relative passività”, Banca Intesa non sarebbe tenuta a considerare di propria pertinenza le cause o comunque le controversie che hanno riportato alle tipologie di fido in condizione improbabile perché eccessivamente favorevole rispetto alle normali condizioni di mercato, ovvero con tassi anche inferiori all’1%;
Banca Intesa sta dunque procedendo alla richiesta di rientro con un tasso applicato che è pari anche al 20%, determinando cifre di rientro impossibili da evadere nell’immediato per molti risparmiatori delle due ex-popolari, già duramente provati dalla perdita del valore delle azioni o delle obbligazioni subordinate;
risulta inoltre che Banca Intesta stia segnalando questi clienti all’elenco dei cattivi pagatori, operazione che porterebbe a deprimere ulteriormente la possibilità di accedere al credito da parte di molti professionisti o piccole aziende negli anni futuri;
considerato, infine, che:
come ricordato in premessa le operazioni baciate danno vita a contratti che non hanno valore giuridico e anzi si configurano come veri e propri illeciti, non è quindi possibile che Banca Intesa ne tragga un guadagno visto che trattasi di operazioni nulle o annullabili, cosa che potrebbe configurarsi in futuro come un danno economico e giuridico non marginale per l’istituto;
se è vero che Banca Intesa ha ricevuto una situazione difficile e da gestire e di profonda crisi, a questo corrisponde un patrimonio importante di clienti, di risparmi e di beni mobili e immobili, su cui è possibile ricostruire un istituto solido, specie per la contingente crescita economica che riguarda la Regione Veneto, tra i territori più produttivi del paese e d’Europa, dunque una adeguata compensazione per lo sforzo economico a cui è chiamata in questo frangente;
Banca Intesa ha già dimostrato di volere dimostrare una volontà pacificatoria che l’ha vista disporre eccezionalmente e con merito un fondo di 100 milioni di euro per le posizioni dei soci più a rischio;
si chiede di sapere dal Ministro in indirizzo:
se non ritenga necessario valutare, in sede di definizione della procedura di Liquidazione Coatta Amministrativa, l’istituzione di idonee istruzioni per tutelare il risparmiatore, prevenendo defatiganti contenziosi ai sensi delle vigenti normative che prospettano la possibilità, per le operazioni sopra descritte, di illegittimità sia giuridica sia costituzionale ai sensi dell’art. 47 e più in generale degli artt. 2 e 3 della Costituzione;
se non ritenga necessario che da parte di Banca Intesa siano adottate procedure che impediscano l’applicazione di tassi onerosi sui conti correnti coinvolti nel trasferimento di cui in premessa;
se non valuti opportuno che sia data priorità assoluta agli investitori danneggiati di cui in premessa nella graduatoria dei rimborsi in corso di definizione, a carico del Fondo straordinario istituito dallo Stato con la Legge di bilancio 2018, in modo da porli al riparo da ulteriori gravi danni.
Puppato