A emergenza Coronavirus COVID-19 in via di cessazione (si spera) merita fare una qualche riflessione sulle responsabilità della gestione della stessa soprattutto per i tanti decessi nelle RSA. Non alludiamo esclusivamente a responsabilità di natura penale che pure ci sono, ma in senso lato a responsabilità di ordine politico e di sistema. Non si può, invero, sottacere il fatto che la pandemia agli inizi sia stata sottovalutata.
Si è detto che si trattava di una normale influenza malgrado le notizie provenienti dalla Cina dovevano far pensare a qualche cosa di peggio. Le prime misure sono state insufficienti e tardive. Mancavano le mascherine con conseguente strage di medici di base e si è detto che non servivano o servivano solo parzialmente. Si è scoperto che la produzione delle stesse avveniva solo in Asia, pericolosa divisione del lavoro nel mondo globalizzato. Esplodendo l’epidemia si è scoperto che non c’erano abbastanza strumenti di terapia intensiva e posti negli ospedali. I tagli alla Sanità si sono fatti sentire.
Si è potuta constatare l’erronea impostazione ospedalocentrica della sanità e l’assenza di una diffusa medicina territoriale nonostante i proclami dei vari presidenti di regione, alcuni con qualche costrutto, altri senza. Tuttora evidente è l’impossibilità di effettuare screening per tutta la popolazione. Tutto ciò, frutto di errori colpevoli o omissioni che siano, va visto nell’ottica della responsabilità politica.
Scelte di carattere generale sia in riferimento al passato che nel momento dell’emergenza non possono essere oggetto di valutazione giuridica. Va comunque sottolineata l’incoerenza delle dichiarazioni di vari esponenti politici spesso di segno opposto. Prima si protesta per l’introduzione delle prime limitazioni poi si vorrebbe chiudere tutto. All’evidenza per molti esponenti della politica il discorso elettorale vale più della seria ricerca di una soluzione per affrontare i problemi. Ma questo è il virus attuale della nostra democrazia degenerata secondo lo schema già proposto da Aristotele in demagogia.
Un problema di effettive responsabilità penali sorge, invece, in riferimento alla strage di anziani avvenute nelle cosiddette RSA, Residenze Sanitarie Assistenziali. Sul punto va, invero, sottolineato come la concentrazione di molte persone anziane e quindi fragili sia sicuramente una situazione che facilita il contagio con conseguenze spesso letali per gli ospiti delle RSA. E’ per la verità plausibile che anche un incolpevole ingresso di un visitatore contagiato o di un operatore nella stessa condizione possa aver innescato il contagio generalizzato con le conseguenze che si sono verificate.
Va, però, rilevato che non in tutte le RSA è avvenuto il contagio con le conseguenze letali di cui si è saputo, fatto questo che prova che quanto successo non era inevitabile o quanto meno non era inevitabile in molti casi. Dalle notizie che si sono avute risulta che a pandemia esplosa, quindi senza ombra di dubbio sorta la necessità di particolare prudenza, si è disposto il trasferimento di contagiati dagli ospedali alle RSA e che non solo non si sono forniti gli operatori presso le stesse strumenti di protezione ma addirittura si è vietato l’uso delle mascherine. Orbene, tali condotte vanno qualificate come imprudenti.
L’accoglienza di contagiati da Coronavirus COVID-19 senza una rigorosa separazione dei padiglioni ad essi riservati da quelli degli altri ospiti è all’evidenza condotta idonea alla propagazione del contagio e violazione di norma di comune prudenza. La mancata fornitura di dispositivi di protezione individuali, anzi il divieto di utilizzare le mascherine è altresì condotta idonea alla diffusione del contagio e gravemente imprudente. I dirigenti delle RSA sono garanti della salute dei loro ospiti. L’avere non solo omesso le necessarie cautele, ma, anzi, l’aver posto in essere condotte imprudenti è fonte di responsabilità.
Tale responsabilità è da ravvisarsi ai sensi degli artt. 452 (epidemia colposa) e 589 del codice penale (omicidio colposo).
Tale responsabilità potrebbe estendersi anche ai dirigenti regionali che avessero disposto il collocamento dei contagiati alle RSA ove si dimostrasse la consapevolezza che non sarebbero state adottate le misure necessarie ad evitare le occasioni di contagio.
Sappiamo che sono in corso inchieste giudiziarie e attendiamo gli esiti che possano essere assolutori nei casi in cui ricorra l’imprevedibilità dei fatti.
Al contrario, ove fossero accertati i comportamenti imprudenti ed omissivi. verrebbero ad aprirsi i procedimenti penali per i reati indicati.
Avv. Prof. Rodolfo Bettiol
Sei arrivato fin qui?Se sei qui è chiaro che apprezzi il nostro giornalismo, che, però, richiede tempo e denaro. Se vuoi continuare a leggere questo articolo e per un anno tutti i contenuti PREMIUM e le Newsletter online puoi farlo al prezzo di un caffè, una birra o una pizza al mese. Grazie, Giovanni Coviello Sei già registrato? Clicca qui per accedere |