Tangenti ristorazione, i nomi degli arrestati: tre dipendenti del gruppo Serenissima e un agente d’affari. Parla il Col. Nicola Bianchi

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Di seguito i dettagli ufficiali sull’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza per l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione fra privati con le quattro persone arrestate il 28 aprile

Si è conclusa questa mattina, con l’arresto di quattro persone ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di episodi di corruzione fra privati, un’articolata attività di indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vicenza, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vicenza, Dott.ssa Orietta Canova e dal Sostituto Procuratore, Dott. Jacopo Augusto Corno, avviata lo scorso novembre 2019, a seguito dell’esposto presentato dal presidente di una nota azienda del territorio vicentino, la “Serenissima Ristorazione S.p.A.”, leader a livello nazionale nel servizio di ristorazione in strutture pubbliche e private, con il quale la proprietà aveva espresso concreti dubbi circa la regolare condotta aziendale di alcuni suoi collaboratori.

I provvedimenti restrittivi, emessi dal GIP di Vicenza, Dott. Roberto Venditti, sono stati eseguiti nella mattinata odierna, nelle province di Padova, Palermo, Livorno e Venezia, dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vicenza, con la collaborazione dei colleghi dell’Arma locale, e hanno interessato:

1.     FOFFANO Mattia, 44enne di Venezia, residente a Martellago (VE) – dipendente gruppo Serenissima quale responsabile area tecnica;
2.     ZINATO Alessandro, 43enne di Dolo (VE), abitante a Legnaro (PD) –  dipendente gruppo Serenissima quale addetto area tecnica,
3.     COCHEO Antonino Ivan,  palermitano di 36 anni, dipendente gruppo Serenissima quale responsabile area tecnica per il sud Italia;
4.     MASSINI Giacomo, 47enne originario di Cecina (LI) – agente d’affari.

Tutti sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.
In sintesi, gli odierni arrestati, sfruttando la fiducia della proprietà, orientavano sistematicamente le procedure di aggiudicazione degli appalti privati del gruppo a favore di imprese disponibili a riconoscere al sodalizio una percentuale dell’importo del contratto di forniture di opere o servizi.

A coordinare l’associazione per delinquere costituitasi era il Foffano, responsabile area tecnica della Capo Gruppo, incaricato di gestire la predisposizione dei capitolati, invitare le aziende, procedere all’apertura delle buste per una prima valutazione delle offerte da far poi visionare alla proprietà, in merito agli appalti di natura privatistica che l’azienda avviava sul territorio nazionale.

Il meccanismo messo in atto prevedeva la sottoscrizione di un fittizio contratto di procacciamento d’affari con una società creata ad hoc dal Foffano, intestata al padre, pensionato, quale prestanome, da parte di taluni dei fornitori di servizi e opere, che prevedeva una percentuale sull’importo del lavoro, da “devolvere” a questi quale indebita provvigione per la segnalazione.

Dell’associazione facevano poi parte altri 2 dipendenti della Serenissima, sottoposti al Capo Area, i quali essendo responsabili dei cantieri, riferivano al diretto superiore se i lavori erano stati o meno eseguiti e soprattutto se le “provvigioni” erano state versate.

Oltre al terzetto interno all’azienda vi era infine un imprenditore esterno, che fungeva da procacciatore d’affari, individuando le imprese a cui affidare i lavori e quindi chiedere le indebite “provvigioni”.

Dalle indagini dei Carabinieri, il ricavato dell’attività delittuosa del sodalizio criminale, per quanto al momento accertato, supera i 300.000 euro.

A tal proposito, nel contesto dell’esecuzione delle misure cautelari sono stati altresì sottoposti a sequestro per equivalente 331.000 euro, rinvenuti su vari conti correnti nella disponibilità degli indagati. Nella medesima circostanza sono state anche eseguite sette perquisizioni locali, che hanno consentito di acquisire ulteriore interessante materiale probatorio.

Tuttora al vaglio dell’ Autorità Giudiziaria la posizione di ulteriori 45 persone, rappresentanti e/o titolari di impresa, tutte deferite in stato di libertà poiché ritenute responsabili della sola corruzione tra privati (art. 2635 c.c.), quali elargitori delle tangenti.

“Sono molto soddisfatto dell’attività condotta dal personale del Nucleo Investigativo, sapientemente coordinato dalla Procura della Repubblica di Vicenza – afferma il Col. Nicola Bianchi (video sopra ndr), Comandante Provinciale dell’Arma – che in soli cinque mesi di articolate e complesse indagini è riuscito ad individuare e disarticolare una associazione a delinquere distribuita e ben organizzata su tutto il territorio nazionale, facendo emergere un sistema corruttivo particolarmente strutturato ai danni della nota azienda vicentina”.


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