Apertura imprese, Finozzi (Confartigianato): “incomprensibile rinvio di quelle del restauro”

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In vista dell’avvio della fase 2, Confartigianato Restauro giudica incomprensibile la reiterazione del blocco dell’attività per le imprese del restauro. Parliamo di quasi 704 imprese artigiane in Veneto, il 17,6% del totale nazionale che consta di 4.000 attività. Un settore che dà lavoro a 1.068 addetti, circa 10mila in Italia, da due mesi e senza alcuna prospettiva di ripresa della loro delicata funzione di restauro dei Beni Culturali che sono tra gli asset del Pil del turismo culturale con un peso del 33% sul totale del Pil dell’economia turistica italiana.

“L’applicazione dei codici ISTAT – afferma il Presidente dei restauratori di Confartigianato Imprese Veneto Alberto Finozzi – non garantisce con sicurezza l’appartenenza ad un settore merceologico specifico anche in virtù del recente riconoscimento della professione da parte del MIBACT e del fatto che molte imprese del settore non hanno ancora attivato il codice Istat specifico del restauro lavorando in settori complementari come edilizia, legno, lavorazione del ferro ecc. Per quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro -precisa- l’attività di restauro è stata classificata a rischio medio basso dal documento tecnico recentemente pubblicato dall’INAIL; l’ambiente di lavoro può essere quello del cantiere edile, chiaramente con una componente di rischio inferiore rispetto all’edilizia, ma anche un laboratorio artigianale. Proprio ieri abbiamo chiesto a Confartigianato Imprese chiarimento in merito alla riapertura delle aziende di restauro proprio perché il codice Istat non era contemplato nel DPCM del 26 aprile. La questione è stata segnalata al Gabinetto del Ministro che si è subito attivato. Attendiamo al più presto notizie in merito”.

Le imprese del restauro, operando prevalentemente in laboratori già disciplinati da norme molto stringenti sulla sicurezza sul luogo di lavoro o in spazi aperti, già lavorano in condizioni di sicurezza e si adeguerebbero comunque alle ulteriori indicazioni emanate dal Governo e con questo chiedendo di essere inseriti nell’elenco delle riaperture previste per il 4 maggio.

“Confidiamo -conclude Finozzi- in una pronta risoluzione della questione da parte del Governo di concerto con il Ministero degli Interni a cui ci siamo rivolti oggi, per evitare la dispersione di maestranze e la chiusura di imprese strategiche per la tutela e la conservazione dell’enorme patrimonio culturale italiano”.