Settore agroalimentare, Berlato (FdI): l’Europa ha finalmente riconosciuto il suo ruolo primario

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La Commissione Europea – è scritto in una nota di Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento europeo – ha deciso di permettere agli Stati Membri di usare i fondi di sviluppo rurale per indennizzare gli agricoltori e le PMI del settore agroalimentare rispettivamente fino a € 5.000 e fino a € 50.000.

I settori vitivinicolo, dell’olio d’oliva e dell’apicoltura, insieme al settore caseario, della carne, florovivaistico e delle patate, riceveranno strumenti di flessibilità e sostegni eccezionali, come l’agevolazione del processo di modifica dei programmi, il condono o la riduzione di alcune sanzioni amministrative. Verrà inoltre fornito supporto anche allo stoccaggio privato per i settori del latte in polvere, formaggi e carni ovine e caprine da un minimo di 2 mesi fino a 6 mesi. Le domande per partecipare al programma apriranno il 7 maggio 2020. Queste misure si aggiungono ad un ampio pacchetto, precedentemente adottato dalla Commissione, per fornire sostegno al settore agroalimentare durante questo periodo difficile. Tali misure includono anche l’aumento degli importi per gli aiuti di Stato, i pagamenti anticipati più elevati e la proroga dei termini per la presentazione delle domande di pagamento. Grazie a queste misure si potrà agire collettivamente in deroga alle regole di concorrenza per stabilizzare i mercati. L’ammontare massimo che può essere allocato è nella misura dell’1% delle dotazioni di ciascun Programma di Sviluppo Rurale (PSR). Stati Membri e Regioni dovrebbero, quanto prima, includere la misura all’interno dei loro Programmi di Sviluppo Rurale entro il 31 dicembre 2020.

Questo pacchetto di misure approvato per il settore agroalimentare può essere considerato un ottimo traguardo, ma l’UE ha dovuto attendere una pandemia per comprendere quanto questo settore sia importante per l’economia comunitaria.  Se da un lato il settore agroalimentare rappresenta il motore trainante per l’economia dell’UE, dall’altro manca una visione politica strategica e lungimirante che dia il giusto risalto a tale settore.

È evidente che quanto fatto finora dall’UE non ha dato i frutti sperati e questa crisi, che ha smascherato le fragilità dei sistemi finora utilizzati, ne è la prova. È necessario cambiare gli asset attuali e presentare una visione politica concreta e sostenibile.

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