Il 31 ottobre 2017, sotto il titolo “Diamanti da investimento venduti anche a vicentini tramite Intesa, Unicredit, BPM, MPS: Report denuncia, Antitrust multa per 15,35 mln Idb e Dpi, procura di Milano indaga“, scrivevamno: “Dopo una denuncia di Rai Report di un anno fa, ripresa anche ieri sera (clicca qui e vedi l’ultimo servizio) presentando truffe ai danni di investitori anche vicentini in diamanti (sono in 100.000 gli acquirenti potenzialmente interessati) e dopo l’apertura di un’inchiesta per truffa aggravata presso la Procura di Milano e di due procedimenti per pratiche commerciali scorrette presso l’Autorità di garanzia per la concorrenza e il mercato arriva la notizia dei provvedimenti presi dall’Antitrust chiamata in causa insieme a Consob…“.
Ebbene, come vi abbiamo anticipato, stiamo per portare alle stampe un dossier in cui ricordiamo anche ai cittadini/lettori/soci di Vicenza come siano stati ben informati dalla stampa locale confindustriale sulle vicende della Banca Popolare di Vicenza prima che deragliasse addosso a 118.000 risparmiatori.
E allora, sistemando la rassegna stampa, ci siamo imbattuti in un paio di articoli del nostro bene amato quotidiano che consigliava caldamente proprio l’acquisto dei diamanti dalle società che poi L’Antitrust avrebbe sanzionato, scrive la Stampa, avendo «ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento» da parte delle società Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi) «anche attraverso gli istituti di credito con i quali rispettivamente operavano: Unicredit e Banco BPM (per Idb); Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena (per Dpi)». L’ammontare complessivo delle sanzioni, decise al termine di due istruttorie, è di 15,35 milioni di euro…“.
Leggete ora gli articoli del 24 gennaio 2012 che anche gli investitori vicentini truffati avranno letto con la stessa fiducia che hanno riposto nelle azioni BPVi decantate per anni su quelle stesse pagine.
Il primo articolo, a firma Cinzia Morgani, nell’occhiello scrive «Investimenti. Un sistema diverso di impiego del risparmio», nel titolo spara «Meglio i diamanti dell’oro ballerino_ a “rischio-bolla”» e nel sommario dà il colpo finale «Gli operatori alla ricerca di alternative finanziarie a metallo giallo, titoli di stato, azioni e obbligazioni “Qui l’incremento di valore è costante nel tempo“».
Avevate ancora qualche dubbio quel 24 gennaio 2012 prima di correre, che so, in Intesa Sanpaolo per ordinare ai suoi sportelli i diamanti DPI?
Ecco allora il secondo articolo sotto forma di intervista.
A chi? Ma a Maurizio Sacchi, Amministratore delegato di Dpi, che alla stessa collega Cinzia individuava nei suoi diamanti «Il modo migliore per salvaguardare il vostro capitale» riferendosi ai parametri poi sanzionati quali “…le informazioni ingannevoli e omissive diffuse… il prezzo di vendita dei diamanti, presentato come quotazione di mercato…; l’andamento del mercato dei diamanti, rappresentato in stabile e costante crescita; … l’agevole liquidabilità e rivendibilità dei diamanti alle quotazioni indicate e con una tempistica certa; … la qualifica dei professionisti come leader di mercato“.
Tutte cose prima e poi sentite sulle azioni BPVi ma l’Ad di Dpi forse non aveva tutti i torti perchè se i diamanti, venduti tramite l’attuale erede di BPVi, Intesa Sanpaolo, non erano “il modo migliore” per investire, si sono rivelati, comunque, crollo e qualità discutibili a parte, un modo migliore che non quello di investire in azioni della Banca Popolare di Vicenza.
Che ora valgono zero.
Leggete e riflettete, gente: la finanza è una cosa seria da far trattare a gente seria…
Ora lo sapete, a spese vostre.