Liquidità, ministro Gualtieri in Commissione Banche: “cauto ottimismo”. Zanettin (FI) interviene su Bcc “parsimoniose”, Ferro su Sace e Maniero su derivati. Bitonci critico

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Ieri a Palazzo San Macuto è stato audito in Commissione parlamentare d’inchiesta Banche il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri. La bicamerale ha ritenuto fondamentale ascoltare anche il responsabile politico del Mef per continuare a fare il punto sulla situazione attuale alla luce delle segnalazioni raccolte e analizzate attraverso i questionari delle 150 banche ricevuti il 22 maggio scorso (qui le nostre analisi, ndr).

Nella prima parte dell’audizione il ministro Gualtieri ha dato un quadro d’insieme delle misure adottate dal Governo in materia di liquidità alle imprese, condividendo, inoltre, contenuti ed effetti di queste nuove disposizioni che lo hanno portato ad esprimere un «cauto ottimismo» sull’efficacia di queste misure.

Il ministro si è soffermato a lungo sui dati provenienti dalla moratoria introdotta dal Decreto “Cura Italia” (art. 56).«L’Italia è stato il primo Paese ad introdurre la moratoria ex lege», sottolinea Gualtieri. Con questa misura è stato possibile «far fronte all’improvviso calo delle entrate, permettendo di rinviare pagamenti dovuti ad un momento in cui l’emergenza sia cessata e le attività abbiano ripreso il loro corso ordinario», aggiunge.

I numeri, in questo caso, fanno ben sperare. «L’89% delle domande di moratoria sono state accolte», assicura il Ministro. E, a due mesi dall’attivazione di questo strumento, si parla di 2,4 milioni di domande accolte per un ammontare di circa 250 miliardi di euro, di cui quasi 176 miliardi sono andati a beneficio delle imprese e 80 alle famiglie.

Per quanto riguarda i finanziamenti garantiti dal Fondo centrale di Garanzia, invece, il ministro ammette: «c’è stata lentezza, è accertato». Il ritardo, giustifica il Ministro, è dovuto ad «un inevitabile e fisiologico tempo di apprendimento dell’insieme del sistema bancario di cui occorre tenere conto». Delle domande per prestiti inferiori a 25 mila euro ne sono state accolte ed erogate solamente il 51% mentre per i finanziamenti superiori ai 25 mila non si arriva al 25 per cento.

SACE, intanto, la società controllata da Cassa depositi e prestiti ad oggi – comunica il ministro Gualtieri – ha emesso 430 milioni di euro in garanzie, importo a cui si andrà a sommare l’imminente garanzia al prestito da 6,3 miliardi richiesto da Fca (Fiat Chrysler Automobiles) a Intesa Sanpaolo. Il prestito alla multinazionale Agnelli-Elkann ha suscitato, però, molte polemiche per la sua decentralizzazione legale e fiscale (Olanda e Inghilterra rispettivamente). A questo proposito, Gualtieri ha assicurato alla Commissione che la garanzia verrà concessa solamente con condizionali pena «meccanismi sanzionatori fino al rimborso anticipato dell'intero finanziamento».

L’azienda automobilistica dovrà, infatti, impiegare il prestito strettamente per «investimenti in Italia». Inoltre, aggiunge Gualtieri, «l'intervento dovrà avere rilevanti ricadute sull'occupazione, gli investimenti e l'innovazione sostenibile». E - conclude il Ministro - una volta accordata la garanzia da SACE«il finanziamento prevede specifici obblighi di rendicontazione periodica».

Al termine della relazione, il primo ad intervenire è stato il deputato veneto Massimo Bitonci (Lega) che certamente non condivide il “cauto ottimismo” evocato inizialmente dal ministro. Il Deputato leghista sostiene che le misure adottate dal Governo non hanno dato gli effetti sperati e i ritardi con cui stanno arrivando i finanziamenti lo dimostrano. "Non si poteva adottare una soluzione diretta attraverso Cdp?" chiede, quindi, l'ex sindaco di Padova.

Il Senatore Daniele Pesco (M5S), invece, solleva davanti al ministro il problema delle compensazioni di esposizioni pregresse, ad esempio i fidi. Un “errore” che dovrebbe essere scongiurato dal periodo di 24 mesi di pre-ammortamento e da una recente circolare di Abi sollecitata proprio dalla Commissione. «Purtroppo, però, molte banche hanno compensato», osserva il Senatore analizzando i dati pervenuti dai questionari.

A seguire, il Deputato vicentino Pierantonio Zanettin (FI) chiede il motivo per il quale le Bcc (Banche di credito cooperativo) dimostrino ad oggi un livello di erogazione delle domande di liquidità di gran lunga inferiore a quello delle banche nazionali. Questi istituti dovrebbero essere più vicini alle imprese e alle famiglie del territorio. Invece, riporta Zanettin, per Iccrea, a fronte di 32.226 richieste, sono state erogate solo 828 pratiche. Per Cassa centrale, l’altro gruppo di Bcc, delle 9.021 domande, quelle accolte ed erogate sono solamente 1.913.

«Nella mia provincia – continua l'On. Zanettin -, la provincia di Vicenza, la Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ha pubblicato una lettera con la quale criticava le Bcc del territorio perché chiedevano della documentazione superiore a quella prevista dalla legge e non necessaria». Ma, se non non è un problema normativo, c’è forse un problema politico in questo sistema? E aggiunge riferendosi all’audizione futura di alcune banche: «Forse sarebbe il caso di partire proprio dalle Bcc».

Un altro deputato veneto, Alvise Maniero (M5S) ha invece spostato il focus sul problema dei derivati, citando la sentenza delle Sezioni unite della Corte di Cassazione del 12 maggio scorso. Questi contratti, spiega, sono stati chiusi durante gli scorsi governi tra il Tesoro e altre banche e, solo tra il 2011 e il 2015, hanno causato una voragine da 23 miliardi al Mef. Questi soldi ormai sono persi, ma visto che lo Stato italiano ha ancora contratti simili aperti, con una perdita potenziale di 36 miliardi nei prossimi anni, l'On. Maniero ha chiesto al ministro quali iniziative intraprenderà il Mef per scongiurare questo deficit?

Infine, il senatore veronese Massimo Ferro (FI) interroga il Ministro dell’Economia in merito ai tempi di erogazione “assolutamente insoddisfacenti” dei finanziamenti riscontrati nei questionari. In particolare, SACE – accusa Ferro - «è l’esatto contrario della celerità: non ha strutture, non ha personale. Perché è stata coinvolta?».

Ai membri della Commissione, il ministro Gualtieri tiene, quindi, a ricordare lo sforzo fatto dal Governo per destinare quasi 750 miliardi alla liquidità un tesoretto ripartito tra 250 miliardi oggetto di moratoria, 100 miliardi al Fondo di Garanzia, 200 a SACE e altri 200 miliardi destinati all’esportazione. Di questi, solamente le moratorie sono entrate pienamente a regime, coprendo la somma stanziata dal Governo. Per il resto, sostiene Gualtieri, «qualsiasi bilancio è prematuro per un intervento che ha il respiro di un anno».

In risposta al deputato Maniero, Gualtieri esclude che si possano rescindere i contratti derivati. Si rischierebbe di cristallizzare il valore e perderci di più, lasciando intendere che sono un’eredità che dobbiamo tenerci. L’unico auspicio è quello di veder calare i tassi d’interesse. Un tasso minore, infatti, ridurrebbe il mark to market, ovvero il valore economico del derivato a una certa data, che purtroppo tende ad essere il debito del Mef nei confronti delle banche con le quali il contratto è stato perfezionato.

Tempi di erogazione troppo lunghi? «Cambiate banca», risponde secco Gualtieri. Il ministro invita la Commissione ad esigere risposte da istituti specifici in merito ai loro ritardi. «Si può essere assolutamente esigenti nei confronti del sistema bancario che dovrebbe dare il suo contributo», dichiara il Ministro. Gli istituti più piccoli – spiega sempre Gualtieri - si appoggiano su dei server che gestiscono le domande in arrivo. E in alcuni casi questi server accumulano domande per inviarle massivamente, facendo quindi aspettare moltissimo tempo. Alcune banche piccole «non erano abituate all’arrivo di volumi a cui non sono attrezzate», osserva.

Per quanto riguarda i tempi rilevati su SACE, invece, il Ministro fa presente al Senatore Ferro che la società controllata da Cdp forniva garanzie anche prima dell’emergenza Covid, e perciò dovrebbe essere un meccanismo già oliato. I tempi di lavorazione delle domande, poi, non superano le 48 ore, assicura. Quindi, conclude Gualtieri, la società «non è elemento di rallentamento».

Seguono prossime audizioni, qui tutte

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