Rivoluzione per Grest e Centri estivi

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Basta partitelle a calcio tutti contro tutti, bandito il prendi prendi. L’ammucchiata è un dolce ricordo. Nell’era del post covid la sfida più grande per educatori e volontari di Centri esitivi e Grest è inventarsi nuove attività e modalità organizzative per garantire ai bambini e ragazzi sicurezza e divertimento insieme. La regione ha dato l’ok, per la maggior parte il via è lunedì 15 giugno. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Le rigide disposizioni del Governatore Zaia, che si rifanno all’ultimo Dpcm (in scadenza il 12 giugno) sono arrivate solo venerdì 29 maggio e anche la Diocesi si è adeguata. In soldoni: un educatore ogni 7 bambini dai 7 ai 12 anni, uno su 10 per i ragazzini più grandi. Obbligatoria la mascherina per le attività al chiuso. La missione impossibile è garantire il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro, due in caso di attività fisica. Il miracolo evitare la frustazione dei ragazzi che a casa scalpitano. La chimera non aumentare i prezzi. Quello che si è fatto lo scorso anno va cancellato. Quest’anno la musica è un’altra.

«È matematica, la riduzione dei posti è inevitabile» spiega don Matteo Zorzanello, direttore della pastorale sociale e responsabile dei Circoli Noi della diocesi -. Se prima la maggior parte degli animatori erano volontari, quest’anno ci rivolgiamo soprattutto a professionisti. Da parte della Diocesi c’è una gran voglia di accompagnare questo cammino, ci sono oratori e Circoli che si stanno organizzando, ma non è facile» continua don Zorzanello. Sui 113 circoli Noi totali, gli scorsi anni erano una quarantina quelli che mettevano in campo proposte estive per i ragazzi: «Quest’anno saranno molti meno» mette le mani avanti il responsabile. Alla base c’è un patto di responsabilità reciproca tra famiglia ed ente gestore. La chiave per la nuova organizzazione è la divisione in gruppi. «Gruppi che rimarrano gli stessi per tutta la settimana e che non potranno interagire tra loro – spiega Elisabetta Pomi, 26 anni, animatrice di comunità nella parrocchia di Laghetto e tra le organizzatrici del Centro estivo del Circolo Noi in partenza lunedì 15 giugno -. Abbiamo lavorato al progetto per più di un mese, abbiamo scandito ora per ora, tempo libero ce ne sarà ben poco. Non possiamo sgarrare. Proponiamo lezioni di inglese, spagnolo, musica, sport con insegnanti professionisti, ai quali affianchiamo dei ragazzi volontari di 16-17 anni. Ogni settimana accettiamo al massimo 42 bambini, contro i 55 dell’anno scorso. Il numero dipende dalla grandezza degli spazi interni in caso in brutto tempo». Per capire quanto il quartiere avesse bisogno del servizio le scorse settimane è stato distribuito un modulo di interesse. «In un giorno e mezzo abbiamo ricevuto 150 richieste» continua la giovane. Al posto del gioco della bandiera si prediligeranno attività più individuali, ad esempio le staffette che garantiscono i due metri di distanza. «Utlizzeremo dei cerchi. Ogni bambino avrà il suo, sarà la sua safety zone – continua Elisabetta -. È importante che abbiano il senso dello spazio». I ragazzi dovranno igienizzarsi le mani spesso, utilizzare il bagno ad orari fissi. «Per loro sarà frustrante. Non le chiameremo “regole”, ma “buone prassi”, utili anche per la vita di tutti i giorni, oltre il centro estivo».

Grest al via anche in altre parrocchie del capoluogo. In provincia parte a Rosà e a Chiampo dove la parrocchia collabora con il Comune e la cooperativa “Scatola chiusa”: «Cominceremo il 6 luglio, fino a fine mese, ci rivolgiamo ai ragazzi delle medie – racconta don Carlo Sandonà -. Gli iscritti alla prima settimana sono già 140.  Ai bambini della primaria ci pensa il Comune». Un altro esempio è Tavernelle dove il Grest è frutto della collaborazione tra Circolo Noi e i Comuni di Sovizzo e Altavilla Vicentina. «Cominceremo il 22 giugno – spiega il parroco don Emanuele Cuccarollo-.  Per i bimbi delle elementari proponiamo attività tutte le mattine, mentre per i ragazzi delle medie abbiamo organizzato incontri un paio di pomeriggi la settimana». «Vista l’obbligatorietà della divisione in gruppi, – sottolinea il responsabile del Grest Antony Maistrello, 22 anni -, abbiamo pensato a una formula ad “arcipelago”, i bambini costituiranno tante piccole isole che fanno però parte di un’unica grande opera d’arte. Sono tasselli dello stesso puzzle. Priviligeremo passeggiate in mezzo alla natura, laboratori che li aiutino a rafforzare le soft skills». 

Meno bambini, più attività, educatori qualificati, significa prezzi più alti. Per alcune famiglie – stremate – sono dolori e le disuguaglianze crescono. A Tavernelle il prezzo è quasi raddoppiato: 30 euro l’anno scorso, 60 quest’anno. «Non abbiamo avuto scelta – spiega don Cuccarollo – tra sanificazione, dispositivi di protezione, materiale vario, le spese si sono moltiplicate. Siamo comunque riusciti a contenere i costi .Non ci guadagneremo un euro, andremo alla pari». Se prima i Grest rappresentavano per le parrocchie un modo per fare cassa, ora non è più così. Pareggia i costi offrendo un servizio di qualità anche Laghetto che fa pagare 75 euro la settimana indipendentemente dalla scelta del part time o del full time «per snellire la segreteria e ammortizzare i costi». L’aumento è di una quindicina di euro. Il pranzo è al sacco, seguendo le regole ferree dell’Ulss.  Riesce a non alzare i prezzi Chiampo, 35 euro a settimana che può contare sul Comune che copre le spese. «Se si uniscono le forze la spesa scende. Questo è il momento di creare alleanze nuove» dice don Matteo Zorzanello. Ottanta euro per mezza giornata al centro estivo del Csi a Vicenza, 120 giornata intera (per il momento solo per i bimbi della materna). Con l’anticipo e il posticipo la cifra raggiunge i 146 euro, ai quali vanno aggiunti 10 euro di assicurazione. 

Intanto il Governo ha annunciato che il bonus baby sitter previsto dal Decreto Cura Italia può essere convertito in bonus centri estivi. Da lunedì 8 giugno lo si può richiedere sul sito dell’Inps cliccando su “Servizi integrativi per l’infanzia”. Il bonus spetta nel limite massimo complessivo di 1200 euro per nucleo familiare. 

Distanziamento fisico, norme rigide, sanificazione, tutto fa pensare che i Centri estivi rappresentino per il Governo il banco di prova per le attività in aula a settembre. Il tanto discusso rientro a scuola. Scuola che intanto per i bimbi dell’infanzia ha riaperto (vedi box in alto). Come abbiano detto in apertura il Dpcm scade  il 12 giugno. Vedremo se il Governo allenterà un po’ le maglie. Intanto tutte le famiglie d’Italia si stanno attrezzando per la danza del sole. Le mascherine devono rimanere nello zaino.