Parlamentarie M5S, Patrizia Bartelle: “numerosi autocandidati esclusi senza valido motivo, si faccia chiarezza e si celebrino nuovamente”

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Il 16 gennaio, dapprima con sorpresa, poi con incredulità e, infine, con sgomento, ho appreso dell’inopinata esclusione di numerosi autocandidati alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 4 marzo 2018. Alcuni degli esclusi/e, sono state candidate alle elezioni regionali del 2015, ed hanno sempre mantenuto nel territorio, comportamenti atti a portare lustro e favore al M5S. Altri sono stati amministratori del M5S, in qualità di assessori comunali e presidenti di consiglio comunale nel veneziano e nel vicentino (Mira, Vicenza e Sarego).


Altri ancora, sono degnissime persone, impegnate quotidianamente su problematiche locali, di rilevanza regionale, e per questo inserite in circuiti molto ampi di attivismo, e con qualità professionali, ben spendibili, e qualificanti per ruoli nazionali.

Altri, presenti nella lista dei “votabili”, hanno rilasciato dichiarazione, di non aver nemmeno perfezionato la domanda, e chi di aver cliccato per sbaglio, convinti di dare ultimo assenso per essere inserititi nella nuova associazione.

L’elenco potrebbe continuare.

Ho notato poi che persone palesemente incandidabili a termini di regolamento, perché dimessesi nel corso del mandato o per aver corso per altre forze politiche dopo il 2009, sono stati invece candidate.

Il regolamento per la selezione dei candidati prevede che il Capo Politico abbia facoltà di valutare la compatibilità della candidatura con i valori e le politiche del Movimento 5 Stelle, esprimendo l’eventuale parere vincolante negativo sull’opportunità di accettazione della candidatura.

Se il Capo Politico Luigi Di Maio non può conoscere i profili di tutti e 15.000 gli autocandidati e ha demandato la scrematura ai propri fidati referenti regionali, e qui in Veneto ancora non si sa chi siano questi referenti che hanno deciso individualmente secondo criteri personali le esclusioni, chiedo che venga comunicato il prima possibile il motivo dell’esclusione di persone che avevano e hanno tutte le caratteristiche per rappresentare al meglio i cittadini nelle istituzioni.

In caso contrario, cioè venisse a mancare questa motivazione valida, potrei cominciare a pensare che tutto sia avvenuto secondo scelte individuali sulle persone, eliminate senza motivo alcuno ed escluse dalla loro possibilità di mettersi al servizio del loro Paese.

Oppure bisogna avere l’onestà politica di dire agli elettore che il M5S ha cambiato pelle, e che la selezione avviene non diversamente dagli altri partiti, eliminando chi non è in linea o potrebbe pregiudicare la candidatura di altri.

Se il M5S è diventato questo, lo si dica.

Se non è così, si annullino la parlamentarie e si ricelebrino, riaccogliendo gli esclusi, e permettendo ad attivisti e iscritti di valutare loro, dal basso (la famosa piramide rovesciata) chi debba essere candidato alle politiche.

Questa è la tanto conclamata democrazia diretta del M5S.

Questa è democrazia.

Patrizia Bartelle, Consigliera M5S Regione Veneto