Il prof Andrea Crisanti sarà uno dei consulenti della Procura di Bergamo che ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa sulla mancata attivazione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro. A inizio marzo l’ospedale di Alzano era stato anche riaperto dopo poche ore l’isolamento di un primo paziente positivo al coronavirus.
“E’ la prima volta – ha dichiarato Crisanti a Tpi.it – che vengo chiamato a svolgere un ruolo così delicato e sono molto contento di collaborare con la procura di Bergamo. Ce la metterò tutta per aiutare i pm ad arrivare alla verità”.
“Il 21 febbraio bisognava chiudere tutto subito: la Lombardia e parte del Veneto. Questo l’ho detto immediatamente. Sono stato l’unico a dirlo. C’è una mia intervista su Il Tempo di quei giorni e non mi rimangio nulla di quello che ho detto. Il 25 febbraio c’erano i dati di Vo’ che dimostravano che c’era già il 3 per cento della popolazione infetta. La situazione era già drammatica e bisogna chiedersi su quale base sono state fatte certe dichiarazioni”.
“Il 26 febbraio noi abbiamo pubblicato i dati di Vo’ e se già allora il 3 per cento della popolazione era infetta è chiaro che gli stessi livelli si sarebbero trovati in altre zone. Con un tempo di replicazione di 5 giorni e un RT di 3, ciò significa che il 4 marzo, quando ormai erano passati 15 giorni, il virus era già arrivato al 20 per cento. I dati erano lì davanti a loro, che cosa hanno fatto con i dati del Veneto? Errori ne hanno fatti tutti, ora stiamo ricostruendo. Io il 17 marzo ho presentato alla Regione Veneto un documento, che è stato acquisito, in cui chiedevo di testare e bloccare tutte le case di cura. Lo sa che nella delibera l’hanno levata questa cosa?”.
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