104a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, Save the Children: “in due anni solo 1 migrante su 3 ha usufruito del programma europeo di relocation”

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Nel suo messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato della Chiesa Cattolica, Papa Francesco ha sottolineato con forza quattro verbi chiave – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – che devono rappresentare la bussola per la tutela in particolare dei gruppi più vulnerabili, come i minori stranieri non accompagnati. Troppi minori migranti giunti in Europa soli, con esperienze drammatiche alle spalle, sono ancora oggi privi di protezione, di una accoglienza adeguata e di opportunità di inclusione sociale e, in molti casi, sono costretti a rischiare ulteriormente la vita nel tentativo di ricongiungersi ai propri familiari in altri paesi europei.
Il richiamo di Papa Francesco alla protezione dei minori migranti ci porta a ricordare ancora una volta l’urgenza da parte della comunità internazionale di agire nelle aree del mondo afflitte da dittature, conflitti e carestie per prevenire all’origine la tratta di esseri umani e le migrazioni forzate e, allo stesso tempo, la necessità di offrire vie sicure e legali per le persone in fuga, ponendo fine ai drammi che continuano a verificarsi nella traversata del deserto e del Mar Mediterraneo.
Per chi giunge in Europa è poi indispensabile attivare, almeno sino all’approvazione del Regolamento Dublino così come proposto dal Parlamento Europeo, un sistema di ricollocamento che coinvolga i diversi paesi e assicurare, in Italia, una piena attuazione della legge Zampa
“, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Accogliere: offrire possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione.

A quasi quattro mesi dall’interruzione del programma di relocation, la procedura europea per il ricollocamento da Italia e Grecia dei migranti negli altri Stati membri dell’Ue, 384 minori stranieri non accompagnati inseriti nel programma stanno ancora aspettando di essere trasferiti dal nostro Paese, sottolinea Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. In particolare, per 79 minori soli le richieste sono state approvate ma risultano ancora in attesa di trasferimento, mentre ammontano a 151 quelle inviate in attesa di approvazione da parte degli stati membri individuati e a 154 quelle istruite per le quali lo stato membro di destinazione deve invece ancora essere individuato.
Nei due anni in cui il programma è stato in vigore, solo 1 migrante su 3 del totale previsto è stato ricollocato da Italia e Grecia (33.174 su 98.255, pari al 33,7%). I migranti ricollocati dall’Italia sono 11.464 sui 34.953 originariamente previsti dal programma (32,8%), di cui 1.083 bambini accompagnati e appena 99 minori soli, mentre dalla Grecia sono stati trasferiti in altri Paesi membri 21.710 migranti su 63.302 (34,3%).
Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, nonostante un impegno legalmente vincolante, si sono rifiutati di partecipare al programma, non hanno accolto alcun migrante e sono stati deferiti dalla Commissione europea alla Corte europea di giustizia.
Nonostante i gravi ritardi e numeri troppo bassi rispetto agli auspici, il programma di relocation ha comunque segnato una strada importante soprattutto per i più vulnerabili, come i minori soli. La decisione di interrompere questo programma ha significato abbandonare nuovamente al loro destino i minori soli, costringendoli in molti casi a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini, come avviene per i tanti ragazzi che anche in questi giorni vediamo ammassarsi ai valichi della frontiera nord, a Como e Ventimiglia, o come mostrano le immagini dei migranti che tentano di attraversare le Alpi innevate a piedi. Nel 2017, 87 minori eritrei si sono rivolti ai nostri operatori del centro Civico Zero di Roma per chiedere di accedere alla relocation, mostrando grande fiducia e speranza in questa possibilità; tra questi, 19 sono già stati trasferiti e 47 sono in attesa del ricollocamento. Per tanti altri ragazzi ora tutto questo non è più possibile, almeno finché l’Ue non approverà un nuovo sistema di asilo con una specifica attenzione ai diritti dei minori“, ha proseguito Raffaela Milano.
Proteggere: azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati

Nell’anno da poco concluso, oltre 15.730 minori sono giunti via mare in Italia soli, senza alcun familiare o adulto di riferimento al proprio fianco, dopo aver affrontato viaggi spesso drammatici, il 39% in meno rispetto al 2016, quando gli arrivi avevano riguardato oltre 25.840 minori non accompagnati.

Il sistema di accoglienza del nostro Paese registra invece attualmente la presenza di oltre 18.500 minori non accompagnati, di almeno 40 nazionalità diverse.
Condizioni di accoglienza spesso critiche che hanno rappresentato il motivo principale di circa la metà delle chiamate degli oltre 470 minori che nel 2017 si sono rivolti alla Helpline Minori Migranti di Save the Children (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 numero verde 800 141016 o Lycamobile 351 2202016).
Assenza di personale nelle strutture e mancanza di servizi volti a favorire il loro percorso di integrazione, come l’iscrizione a scuola o la partecipazione a corsi di italiano, sono tra le maggiori criticità evidenziate dai ragazzi.
Con l’approvazione, lo scorso anno, della legge n. 47 del 7 aprile 2017, promossa da Save the Children insieme alle più importanti organizzazioni di tutela dei diritti, l’Italia ha fatto un deciso passo avanti per garantire la protezione e l’accoglienza adeguata di cui hanno bisogno ai minori non accompagnati. “_ ora però estremamente urgente dare seguito a una piena attuazione della legge Zampa, in modo da garantire ai minori quelle azioni fondamentali che anche il Papa ha richiamato nel suo discorso, come l’accesso all’istruzione, con l’iscrizione a scuola anche ad anno scolastico iniziato, la possibilità di usufruire dell’assistenza sanitaria, programmi di affidamento e la regolarità della permanenza al compimento dei 18 anni“, ha affermato Raffaela Milano.
Promuovere e integrare: favorire la cultura dell’incontro e le buone pratiche di integrazione

Tra le principali novità della legge Zampa vi è l’istituzione della figura del tutore volontario, con oltre 2.700 privati cittadini che in questi mesi hanno dato la loro disponibilità a diventare tutori di un ragazzo straniero non accompagnato, garantendo così il supporto necessario nel processo di integrazione nel nostro Paese, dall’iscrizione a scuola o al sistema sanitario sino all’orientamento nelle scelte quotidiane.Più di 1 adulto su 3 che nel 2017 ha contattato la Helpline di Save the Children, del resto, lo ha fatto per richiedere informazioni su come diventare tutore e sull’affido familiare.
La disponibilità di così tanti cittadini a diventare tutori volontari di questi ragazzi e ragazze rappresenta un’importante risposta di una parte della collettività, che è pronta ad assumersi in prima persona e gratuitamente delle responsabilità verso i migranti più giovani e soli, credendo nella cultura dell’incontro – più volte richiamata dal messaggio del Santo Padre – e ponendosi in modo solidale e aperto verso il tema delle migrazioni. _ essenziale che le istituzioni ascoltino questa parte di società, anche garantendo adeguato supporto ai tutori durante lo svolgimento della loro delicata funzione“, ha
concluso Raffaela Milano.

Le attività di Save the Children per i minori stranieri non accompagnati in Italia

Frontiere sud e nord

Save the Children è presente e opera da 10 anni in Italia nelle principali aree di sbarco dei migranti in arrivo via mare in frontiera sud, anche nell’ambito di progetti coordinati dal Ministero dell’Interno italiano e finanziati dal Ministero stesso e dall’Unione Europea. Le attività svolte dai team mobili dell’Organizzazione che, a seconda dei diversi interventi, comprendono operatori legali, mediatori culturali, educatori e psicologi, offrono supporto e informazione per le mamme e i bambini, e in particolare per i minori non accompagnati. Questo tipo di attività sono state recentemente estese anche presso i principali valichi di confine terrestre al nord del Paese, come Como e Ventimiglia.Roma, Milano e Torino

Save the Children è anche impegnata sul campo con il Progetto CivicoZero, realizzato a partire dal 2009 nella città di Roma e in seguito anche a Milano (dal 2014) e Torino (dal 2015).
Il progetto è volto a fornire supporto, orientamento e protezione ai minori migranti soli o neo maggiorenni che si trovano, o che rischiano di trovarsi, in situazioni di marginalità sociale, devianza, sfruttamento e abuso, con l’obiettivo di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita e al rispetto dei loro diritti. Nei centri diurni CivicoZero dell’Organizzazione viene infatti garantita la mediazione culturale e sociale e sono svolte attività di informativa/consulenza legale e socio sanitaria, ma anche attività formative e di integrazione sociale, come l’alfabetizzazione, l’orientamento alla formazione e alla ricerca di lavoro e l’erogazione di borse di studio e di lavoro. Vengono inoltre svolte quotidianamente attività culturali, artistiche, creative e ricreative. Infine viene offerto un servizio di accompagnamento per garantire il collocamento in luogo sicuro e l’accesso ai servizi sociali del territorio. Collegata a ciascun Centro, opera inoltre una unità mobile di operatori dedicata all’attività di rintraccio dei minori soli che vivono o si ritrovano in strada con i loro coetanei in situazioni di grave rischio. Gli operatori possono così entrare in contatto con loro, garantendo un primo supporto immediato e invitandoli a recarsi a CivicoZero dove possono essere protetti e accedere ogni giorno agli altri servizi offerti. A Milano e a Roma, Save the Children è inoltre impegnata nell’assicurare protezione e sostegno aiminori in transito. 

Tratta e sfruttamento
Per offrire un supporto specifico ai minori stranieri reclutati da organizzazioni e reti criminali nei Paesi di origine per essere sfruttati in Italia nel circuito della prostituzione, l’Organizzazione ha attivato dal 2012 il progetto Vie di Uscita. L’obiettivo di questo intervento è quello di proteggere le giovani vittime di tratta e sfruttamento sessuale con interventi di pronta accoglienza, orientamento, presa in carico, consulenza legale e percorsi di accompagnamento all’autonomia, al fine di trovare soluzioni durature di reinserimento sociale.