Su Il Sole 24 Ore Carmelo Barbagallo, il discusso “vigilante” di Banca d’Italia: ecco come sorveglio la finanza vaticana

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Prima Commissione banche: Audizione congiunta di Barbagallo (Bankitalia) e Apponi (Consob) in contrasto fra di loro
Prima Commissione banche: Audizione congiunta di Barbagallo (Bankitalia) e Apponi (Consob) in contrasto fra di loro

«Lo ha detto il Santo Padre: la pentola è stata scoperchiata dall’interno». Carmelo Barbagallo da novembre è presidente dell’Aif, l’Autorità di Informazione finanziaria che vigila sui flussi finanziari, e la “pentola” di cui ha parlato Francesco è il caso della compravendita dell’immobile di Sloane Avenue, costata 350 milioni, che ha innescato una reazione a catena che ha portato all’avvio di un’inchiesta penale tuttora in corso scaturita da denunce interne poi rese note e al cambio di molte posizioni nei Sacri Palazzi.

Barbagallo – già funzionario generale della Banca d’Italia alla guida per sette anni del Dipartimento Vigilanza – ha il compito assieme ad altri di consolidare la “fase-2” della riforma economico-finanziaria (è recente il varo del nuovo codice degli appalti) che archivi, si spera, per sempre la pratica di lavare in casa i panni sporchi e renda le istituzione forti «per gestire le conseguenze della rivelazione del problema e evitare che si ripeta».

Tra l’altro nei giorni scorsi è scoppiato il nuovo caso della Fabbrica di San Pietro con appalti sospetti. L’Aif, nato nel 2011 con la prima riforma di Benedetto XVI e rafforzato dall’intervento di Francesco nel 2013, si avvia ad un cambio dello statuto con maggiori poteri di governance e al cambio del nome, in Asif, che renda chiare le due funzioni sia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo e sia di vigilanza prudenziale. Dalla sua nomina Barbagallo ha operato su due fronti, spiega al Sole 24 Ore (la versione integrale dell’intervista su ilsole24ore.com, ndr): quello internazionale che ha portato alla rimozione della sospensione dal gruppo Egmont – il network delle intelligence finanziarie – grazie al protocollo di intesa con il promotore di Giustizia, e quello interno, con intese con la Segreteria di Stato, Segreteria dell’Economia, Gendarmeria e Revisore Generale.

Da poco più di un mese l’Aif ha avviato un’ispezione nello Ior: si tratta di un’iniziativa legata a qualche vicenda? «No, nessun fatto specifico. Si tratta di un’ispezione generale, la prima che ha questa caratteristica, estesa all’intero spettro delle competenze in materia di vigilanza prudenziale». Il 2020 sarà anche l’anno dell’esame di Moneyval, l’organismo del Consiglio d’Europa: gli “ispettori” arriveranno il 29 settembre.«Si tratta di un assessment importante. Il precedente del 2012 era sul quadro normativo, questa volta riguarderà anche l’efficacia dell’azione di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Ci aspettiamo dei suggerimenti ma anche dei riconoscimenti della strada percorsa, un grande lavoro è stato compiuto in questi anni e ora va consolidato». L’Aif ha presentato il rapporto annuale 2019 – 64 segnalazioni di attività sospette (una per terrorismo, rivelatasi del tutto infondata), 15 rapporti al Promotore di giustizia, quattro misure preventive e un conto corrente Ior per 179mila euro bloccato, numeri stazionari rispetto all’anno precedente – e in questi primo semestre 2020, il Papa ha provveduto alla nomina del direttore e del vice, Giuseppe Schlitzer e Federico Antellini Russo, la conferma dei consiglieri Maria Bianca Farina e Joseph Pillay scaduti a novembre e la nomina di un altro membro, Antonella Sciarrone Alibrandi.

di Carlo Marroni, da Il Sole 24 Ore